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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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1015. AL P. D. ALESSANDRO DE MEO1.

Lo elegge Superiore per alcune missioni, e gli raccomanda d'impedire un difetto di molto danno alle medesime.

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

NOCERA, 29 OTTOBRE 1782.

Don Alessandro mio, si devono fare alcune picciole missioncine con cotesti pochi Padri.

Prego V. R. a prendersi la cura delle medesime e regolarle.


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Ella è più vecchio di tutti, più pratico delle missioni, nelle quali per sì lungo tempo si è esercitato, ed è più conosciuto ed acclamato dalle persone intendenti. Ne la prego per la Vergine santissima Non mi dia disgusto. Così stimo innanzi a Dio.

E nel tempo di dette missioni, non faccia nel giorno uscire a spasso i Padri, come ho inteso che alle volte si è fatto. La gente certamente si scandalizza, vedendo andare a spasso i missionarî. Sarebbe meglio non far missioni che farle a questo modo. Aspetto sentire buone nuove, e la benedico con tutti.

Conforme all'edizione romana.




1 Questi è una delle più belle glorie e dei primi ornamenti della nostra Congregazione. Nacque in Volturara, diocesi di Montemarano, il 3 novembre 1726. Venne tosto applicato agli studi, pei quali rivelava le migliori disposizioni, avendo sortito dalla natura un intelletto fatto a posta per apprendere. Già vestito l'abito clericale, a' suoi diciotto anni entrò nel nostro Istituto, dove emise i voti il giorno 17 gennaio 1749. Datosi con tutto l'ardore, che gli era affatto proprio, alla pietà come agli studi, non è a dire i rapidi progressi che fece nell'una e negli altri.

S. Alfonso, aspettandosi da lui i maggiori vantaggi, lo stimò degno che fosse inviato a Napoli ad apprendere la lingua ebraica, nella quale si rese, in poco tempo, così versato da far maraviglia al dottissimo suo professore, D. Ignazio La Calce. Lesse poscia, per parecchi anni, teologia a' nostri giovani; applicato finalmente al ministero apostolico, sia nelle missioni, sia negli esercizî alle varie classi e stati, operò veri prodigi di dottrina e di santità. "Non c'è stato vescovo, per così dire, città o popolazione che non siasi impegnato per averlo; ed erano tante le premure, che non si sapeva da' Superiori a chi prima compromettersi.

Così il P. Tannoia nella Vita che ne scrisse. Ma il mirabile si è che, in mezzo alle tante e diverse occupazioni del ministero, trovasse tempo e modo di attendere a' suoi studi, specialmente storici, e lasciarci così, oltre la sua Confutazione della lettera e replica di D. Cipriano Aristasio a Mgr de' Liguori... sopra la frequente comunione, l'Apparato Cronologico e ben dodici grandi volumi degli Annali critico-diplomatici del Regno di Napoli della mezzana età. Di queste opere quale e quanto sia il pregio, il sanno bene gli eruditi, senza che noi aggiungiamo altra parola. La sua morte, profetizzata già qualche tempo innanzi da S. Alfonso come una grande disgrazia della Congregazione, avvenne il 20 marzo 1786, cagionata da apoplessia, che lo colse mentre, in un corso d'esercizî a Nola, faceva l'istruzione. Ma la sua fu morte preziosa, quella dei Santi! Ché fu dal cielo glorificata con parecchi miracoli.






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