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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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14. AL SIG. GIUSEPPE REMONDINI.

Gli manda l'opuscolo di già indicatogli, parla della traduzione necessaria per propagarlo all'estero, dei pregi singolari del medesimo, ed infine del buon esito che spera per l'edizione della Morale.

 

Viva Gesù, Giuseppe e Maria!

NOCERA, 16 GIUGNO 1756.

 

Ho ricevuta la sua stimatissima, anzi due colla notizia del libro già arrivato.

Io per la posta le ho scritta un'altra mia più lunga, dove le parlo della Pratica che va inserita nel secondo tomo, in grande.


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Ma avendola fatta stampare anche in picciolo, ce ne invio qui una copia per via di Roma; ed un'altra copia ce l'ho inviata per via di Foggia, per vedere quale via spunta più presto.

Ho voluto anticiparle questa copia, acciocché la consideri; e se vuol mandare poi il libro, come già intendo, in Germania, Spagna, ecc., sarà necessario che V. S. Illma la faccia trasportare in latino in un modo facile; perché i forastieri non la vorranno italiana. E questa Pratica è stata universalmente piaciuta.

Le ho scritto ancora nell'altra mia, che se V. S. Illma volesse poi stamparla a parte, anco in italiano, io l'impinguerei di molte altre buone cose, secondo l'idea che tengo. E s'assicuri che qui in Italia ne avrebbe uno smaltimento infinito, specialmente per i confessori delle terre rurali, che poco intendono il latino e poco vogliono spendere a' libri grandi. Io so che simili Pratiche, come il Confessore Novello, il Confessore di terre e villaggi si sono ristampati tante volte; perché sono volgari e di poco spesa.

Ho anticipato a V. S. Illma questa cosa; perché se vuole ch'io faccia questa Pratica impinguata, nella quale vi sono molte altre belle cose che non vi sono nelle Pratiche nominate di sopra, bisogna che me l'avvisi presto; acciocch'io abbia tempo di far la fatica; mentre dopo l'infermità ultima m'è restata lesa la testa: onde bisogna che fatichi a poco a poco. Torno a dire, s'assicuri che di questa Pratica ne smaltirebbe migliaia e migliaia.

Circa i Prolegomeni che mi significa nella sua, faccia come meglio stima.1

Per l'opinioni troppo strette, non dubiti che per questa via non sia gradito il libro; anzi per questo egli è stato universalmente acclamato, anche da autori che l'hanno ciò avvisato in


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libri stampati. Sappia che presentemente i moralisti moderni, benché probabilisti, scrivono molto più riserbato che gli antichi. Bisogna pigliar la via di mezzo. Del resto, il libro è contrario alla scuola di Concina.

Avrei a caro di vedere un mezzo foglio almeno della vostra edizione, per vedere come viene la stampa. Del resto, spero che riesca prima di gloria di Dio e poi di molto utile per V. S. Illma, essendo ella certamente una fatica singolare di molte cose, raccolte in breve.

Ora a chi lo vede, quel tomo che vi ho mandato parerà sconcertato, per quelle tante aggiuntoline che vi sono; ma quando sarà posto insieme, coll'attenzione che vi bisogna e che tante volte le ho raccomandata, certamente sarà universalmente gradito.

Quando mi vuole scrivere, mi scriva Napoli per Nocera. Non c'è via più breve di questa.

Il secondo tomo, l'ho quasi già compito: tra breve ce l'invierò. Resto facendole umilissima riverenza - Viva Gesù Giuseppe e Maria!

Di V. S. Illma

[Manca la firma del Santo.]

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.

 

 




1 Il P. Zaccaria, revisore della terza edizione della Teologia Morale che faceva il Remondini, si offrì pure a premettervi i Prolegomeni; de' quali qui si parla, e che poi fatti con soddisfazione del Santo vennero pubblicati in questa ed in quasi tutte le altre edizioni successive sino ai nostri giorni col titolo: Francisci Antonii Zachariae, e Societate Jesu theologi, Dissertatio ad Alphonsi de Ligorio Moralem Theologiam Prolegomena de casuisticae theologiae originibus, locis, atque praestantia.




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