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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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15. AL SIG. GIUSEPPE REMONDINI.

Dice della spedizione fatta del secondo tomo della Teologia, e per qual mezzo; torna a parlare dell'altra operetta morale da aggiungersi o stamparsi a parte e con quali vantaggi; e gli manda altre operette, lasciandogli la piena facoltà della ristampa.

 

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

NOCERA, 7 LUGLIO 1756.

 

Illmo Sig. Sig. mio Pne colmo.

Rispondo all'ultima di V. S. Illma in data de' 25 di giugno. Non occorre a lamentarsi del Sig. Michele Stasi; perch'egli è stato attento a farmi capitar subito le sue lettere. Io le scrissi


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quella mia; perché dopo molto tempo non potea arrivare ad aver notizia che il primo tomo le fosse già capitato. Del resto già sinora ho ricevute tre sue stimatissime, dove m'avvisa che il libro è già arrivato, anzi è avanzato nella stampa. Ed io già sin dalla settimana passata le ho mandato il secondo tomo, affaticandomi a sbrigarlo, vedendo la premura con cui ella me lo comandava.

Non l'ho mandato già per via di Roma, ma per via di Foggia; perché ivi ho trovato un nostro amico che tiene il suo zio negoziante in Venezia, e continuamente in questi mesi manda costì robe per negozi. Il mercatante è di casata Filiasi, il nome me l'ho dimenticato; ma

V. S. riceverà già un'altra mia che le ho inviata, per mezzo di D. Francesco Filiasi, nipote del suddetto mercatante, dove io la pregava che, se mai avesse ricevuta la mia senza il libro, avesse V. S. Illma favorito di mandarselo a pigliare in casa del detto mercatante Filiasi, il di cui nome già troverà nella mia. Io spero però, che a quest'ora V. S. Illma, prima d'aver ricevuta questa mia, già abbia ricevuto il libro.

La prego ad avvisarmi poi se ha ricevuta una mia, dove vi erano certe notarelle che si doveano aggiungere alle pagine 324 e 401. Mi avvisi senza meno se le ha ricevute a tempo, prima di darsi alle stampe le suddette pagine; perché altrimenti in fine del libro, cioè del primo tomo, bisognerebbe metterci queste notarelle con un'addenda, perché son cose necessarie.

Io queste notarelle di nuovo ce l'invio, acciocché arrivino a tempo; giacché vedo che la vostra ristampa corre.

Io, per via di Roma per lo Sig. Giuseppe Agazzi, le ho inviato il libretto della Pratica con un'altra mia; e 'l medesimo ce l'ho inviato anche per via di Foggia, acciocché V. S. Illma abbia tempo di riflettere come pensa meglio di mettere la suddetta Pratica, che va in fine del secondo tomo: se vuol farsela trasportare in latino, giacché manderà la sua ristampa anche nelle regioni oltramontane, e se vuole ch'io seguiti a fare


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un'altra Pratica più grande in volgare, che servirebbe solamente per Italia; e non servirebbe per unirla all'opera, ma per istamparla a parte, venendo da 25 in 30 fogli in circa; e di questa, come l'ho scritto nell'altre mie, ne farebbe uno smaltimento infinito, particolarmente appresso de' confessori de' villaggi, che poco vogliono spendere e poco intendono il latino. E con questa Pratica volgare ben essi si renderebbero bastantemente e facilmente idonei a poter confessare: parlo solamente de' confessori delle terre rurali.

Del resto, V. S. Illma non lasci di far mettere dietro l'opera grande la suddetta Pratica picciola; ma torno a dire, volendo mandare il libro agli oltramontani, bisognerà che la faccia trasportare in latino.

Poteva ciò farlo io; ma già l'ho scritto che, dopo l'infermità grave che ho avuta, son rimasto molto debole colla testa. L'avrei da fare a poco a poco. Ma facendo cosi tardi la fatica, non arriverà a tempo per la sua ristampa.

Io ho saputo poi che V. S. Illma ha stampato anche molte operette picciole. In quante a queste operette picciole, io ne ho fatto più d'una, ed hanno avuto comunemente applauso.

Ho fatto la Visita al SS. Sacramento colle considerazioni [riflessioni ed affetti] sulla Passione di Gesù Cristo, libretto di 30 fogli incirca: questo si è stampato nove volte in Napoli, e ho saputo che si stia stampato anche in Roma; ma non ho inteso che si sia stampato ancora in Venezia.

Ho stampato ancora un picciol libro delle Glorie di Maria SSma, il quale anco si è stampato più volte; questo della Madonna è quasi della stessa mole.

Ultimamente ho dato un'altro libretto alle stampe contra gl'increduli moderni, cioè materialisti e deisti1, raccogliendo in


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breve ciò che hanno detto gli autori, e molti autori, a lungo in molti volumi: il che mi ha costato una gran fatica.

Questi libretti poi ce l'invierò, acciocché li veda e faccia quel che meglio stima. Se le parerà bene di stamparli e farli correre per tutta l'Italia, bene.

Altrimenti V. S. Illma gradirà la mia buona intenzione che ho della gloria di Gesù Cristo e di Maria SSma, e del desiderio che ho degli avanzi di V. S. Illma; perché molte volte si fa più avanzo in questi libretti piccioli, che più facilmente si smaltiscono, che ne' libri grandi.

Non si metta ella in pensiero su di ciò; perché non intendo di metterla in niuno impegno, se ella non ha intenzione di ristamparli in Venezia.

Resto rassegnandomi - Viva Gesù, Giuseppe e Maria!

 

Di V. S. Illma

Umo e devmo e servitore vero

ALFONSO DE' LIGUORI, della C. del SS. Redentore.

 

[P. S.] Viva Gesù e Maria! La prego a non dimenticarsi di rilevare, dal mio stimatissimo P. Zaccaria, quali erano quelle opinioni del mio primo libro, ch'egli stimava larghe. Mi giova saperlo per mia quiete. Viva Gesù e Maria!

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.

 

 




1 Breve Dissertazione contra gli errori dei moderni increduli, oggidì nominati Materialisti e Deisti: Avendone il Santo inviato una copia al Sommo Pontefice Benedetto XIV, questi ne lo ringraziò colla seguente affettuosissima lettera:

"Dilecto filio Patri Alphonso de Ligorio, Congregationis SSmi Redemptoris.

Dilecte fili, salutem et apostolicam benedictionem.

Per le mani del Cardinale Orsini riceviamo la di lei Dissertazione, della quale distintamente la ringraziamo. L'argomento non può essere più adattato ai correnti bisogni, e senza dubbio sarà stato maneggiato a dovere, essendo noto il di lei valore.

A tempo e luogo lo leggeremo, ed intanto preventivamente ce ne rallegriamo. Non si perde di vista il di lei affare o sia della sua Congregazione, ma assolutamente non è in quello stato in cui ella suppone che sia. Non si perderà, replichiamo, di vista e si farà il possibile; restando col darle l'apostolica benedizione.

Datum Romae apud S. Mariam Majorem die 17 Julii 1756, Pontificatus nostri anno decimo sexto."






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