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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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168. AL P. D. NICCOLÒ SAVIO, PRETE DELL'ORATORIO DI PALERMO, ALL'OLIVELLA.

Con quali disposizioni di animo difende il Santo le sue opinioni, e da quali ragioni è mosso a scrivere le molteplici sue opere.

 

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

ARIENZO, IL 7 [GENNAIO] DEL 1766.

 

Molto Revdo Padre Sig. e Pne colmo.

Ricevo la sua stimatissima e la ringrazio, ed io ancora le auguro felicissimo l'anno nuovo.

Ho scritto già al nostro Fratello procuratore in Napoli che veda di trovare se vi è restato un corpo della Selva o sia Esercizî a' preti, di quelli, tempo fa, da me stampati; e se non lo trova, gli ho scritto che procuri di comprare questo corpo di quelli stampati in Venezia da Remondini, e lo mandi a V. Riv. con questa mia.

Avrei più a caro che si trovasse un corpo di quelli stampati da me; perché sono di migliore stampa e più corretti. Del resto, V. Riv. riceverà o l'uno o l'altro. E non parli d'interesse; è bagatella e poco al merito di V. Riv.

Il P. Patuzzi non so se l'ha finita ancora, ma sento ora che il P. Gonzalez, domenicano, voleva stampare ora un'altra lettera contro l'opera mia; ma come sento, non ha potuto avere l'approvazione in Napoli, ed esso ha mandato a stamparla fuori.

Ora facciano come vogliono. Io non ho scritto per acquistar nome, ma solo acciocché si conosca la verità. Se persuade quello che ho scritto, bene; se no, non intendo di restar vittorioso per impegno, come mi carica il P. Patuzzi.


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Mi dispiace che li signori letterati stanno col pregiudizio che non si stima letterato chi non va alla moda in difendere il tuziorismo, cosa di gran rovina per le anime. Il partito di Francia si è sparso per molti regni cattolici e trionfa, e frattanto le anime vanno a rovina. Preghiamo il Signore che ci rimedi.

É uscito un libro che si nomina La realtà.del consiglio di Borgo Fontana1, dove si fa vedere l'intento de' Giansenisti di buttar a terra tutta la Chiesa di Gesù Cristo. É un gran libro; perché tutto lo prova con autentiche scritture. V. R. se lo procuri e lo legga: sono due tomi in- 12°. Facilmente da' PP. Gesuiti ne può avere notizia. A me è stato regalato.

Io sto componendo (e già ne ha fatta buona parte) un'opera compita contra gli errori moderni de' deisti e materialisti. Mi raccomandi al Signore, acciocché io scriva in modo che possa togliere d'inganno tanti poveri giovani, che al presente stanno infettati di questi errori, specialmente per li libri impestati che


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escono continuamente da Francia e specialmente da quelli del partito [giansenista]. Bisogna piangere e pregare per la povera Chiesa, al presente così combattuta; ma portae inferi non praevalebunt; ma bisogna pregare. Io ogni mattina raccomando ciò alla Messa, e non si scordi di raccomandarmi a Gesù Cristo.

E con tutto l'ossequio mi rassegno

Di V. R. Divmo ed obblmo servitore vero

ALFONSO MARIA, vescovo di Sant'Agata.

 

[P. S.] Soggiungo una parola per mio sfogo: Da che è nato il tuziorismo e il ributtare ogni opinione probabile?- È nato da quella proposizione: Aliqua Dei praecepta sunt impossibilia etc. Dal tuziorismo poi nasce il totale rilassamento per molte anime poverelle. Iddio ci metta il suo rimedio!

Conforme ad un'antica copia.

 




1 L'origine di questo libro si deve a Giovanni Filleau, professore di giurisprudenza nella città di Poitiers. Egli nel 1654 pubblicò la relazione di un'assemblea dei principali Giansenisti, la quale si tenne a Bourg-Fontaine. Il P. Sauvage, Gesuita, allargò questa relazione nel libro: Réalité du projet de Bourg-Fontaine, pubblicato l'anno 1755. All'apparire di questo libro che segnalava al pubblico gli errori di quei settari, provati colle asserzioni de' loro corifei, i Giansenisti gittarono fuoco e fiamma; anzi D. Carlo Clémencet, benedettino di S. Mauro e giansenista sino a mettere fra i miracoli le farse indecenti di S. Medardo, si studiò a provare che il progetto di Borgo Fontana non era che una calunniosa invenzione; ma a lui si rispose con una seconda edizione della Realtà del progetto, edizione che S. Alfonso non poté conoscere, perché pubblicata nel 1787, anno della sua morte. Questa è l'edizione che si deve leggere; perché vi si trovano tutti i documenti che dimostrano la verità d'una congiura sì mostruosa dei capi del partito contro i dogmi della Chiesa. Del resto, supposto pure che quell'assemblea e congiura non fosse avvenuta, questo libro sarebbe sempre una preziosa opera, contenendo moltissime testimonianze di autori giansenisti, che provano che essi tenevano le medesime dottrine che sarebbero state la cagione dell'assemblea di Borgo Fontana.- Così il Cardinal Clemente Villecourt nella sua opera: Vie et Institut de Saint Alphonse vol. II. pag. 176.




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