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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
3841. AL P. D. CARMINE PICONE, VICE-MAESTRO DE' NOVIZI IN CIORANI.
Gli raccomandala dolcezza con un novizio e la discrezione con tutti.
Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!
Vi prego di trattar con dolcezza Manfredonia. Egli si terrà al noviziato come novizio, ma anderà ad accusarsi con gli altri oblati; e ditegli che esso è soggetto della Congregazione, perché questa tentazione lo tormenta. Dategli animo.
Ora che vengono i caldi, allargate gli esercizî del noviziato. Fateli uscire spesso ed alleggeriteli di applicazione. Vediamo che tutti cadono ammalati. Fateli scrivere a poco a poco gli esercizî di missione, e fateli imparare a mente almeno due o tre sentimenti.
Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!
Fratello ALFONSO del SS. Redentore.
Conforme alla copia che si legge nel Processo, per la beatificazione, della Curia di S. Agata, fol. 1321 e 1326.
In tutte tre si parla di Francesco Antonio Manfredonia. Questi che aveva professato il primo luglio 1754, dopo tre mesi, perduta la grazia della vocazione e chiesta inutilmente la dispensa dei voti (ved lett. 180, 181 e 182, pag. 268-270), si spinse all'eccesso di fuggire dalla Congregazione. Nondimeno, fermo il Santo nel diniego della dispensa, più volte dimandata, dopo sei mesi, il fuggitivo si vide obbligato dalla coscienza a ritornare nella casa di Pagani, dov'era il Santo; donde però questi scrisse al P. Picone la lettera n. 200: Viene Francesco Antonio ecc., e dopo pochi giorni la presente.
Ma perché - così il Picone nella sua testimonianza - D. Francesco Antonio stava poco bene, ne diedi parte al Servo di Dio, il quale in risposta mi scrisse: Sì Signore, a Manfredonia, date sollievo ecc. ", cioè la lettera 201, pag. 291. Ma tutte le pratiche caritatevoli andarono a vuoto; ché incorrigibile, il Manfredonia alla fine fu licenziato dalla Congregazione.