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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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397. AL P. D. ANTONIO TANNOIA, NELLA CASA D'ILICETO.

Se, e da chi può assolversi il forestiere dai casi riservati nella sua diocesi, e a qual condizione si potrebbe assolvere un individuo che aveva falsamente deposto contro i Padri d'Iliceto.

 

Viva Gesù!

[ANNO INCERTO.]

 

Io non trovo nel mio Libro [della Morale] questa enciclica di Benedetto XIV, per cui io dico che non si può assolvere il forastiero dai casi reservati nella sua patria. Quel che ho detto


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nel mio Libro è che il forastiero da' casi reservati in sua patria non può essere assoluto, se non da quei confessori che, nel luogo dove il forestiero si confessa, hanno la facoltà di assolvere dai casi riservati.

Circa poi quell'uomo che ha deposto contro di noi, anche io stimo che non si debba obbligare a fare questa rivocazione. Basta, per poterlo assolvere, ch'esso sia pronto a dichiarare la verità, quando sarà da noi richiesto di ciò, e per tanto dia ora la licenza a tutti noi di potergli domandare questa sua rivocazione, quando bisognerà. Frattanto tenete la cosa affatto affatto segreta; perché, se ne sa niente, potrebbe un'altra volta sdegnarsi contra di noi.

Benedico V. R. e tutti.

Fratello ALFONSO MARIA.

 

[P. S.] Del caso del forastiero io parlo nel Libro mio, lib. VI de Sacram. Poenitent. num. 588, 589; ma affatto non si legge questa enciclica di Benedetto XIV. Se mai ne parlo io in altro luogo, scrivetemi e notatemi il luogo.

Conforme ad una copia.

 




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