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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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52. A Don Ciccio, parroco1.

Gli manderà i Padri per la missione

 

Ciorani 24. 01. 1[1744]

 

Viva Giesù Maria Giuseppe e Teresa

Ciorani 24 Gennaio

Don Ciccio mio ò ricevuta la vostra carissima. [Senza] altro alli 3. manderò li Padri. Fa apparecchiare per dessi fin dal sabbato, che se posso ne manderò due dal sabbato per far li Sentimenti la sera.

È impossibile ch'io posso venire. Io mi trovo [allora] alla missione di Crapiglia2, e poi ho da predicare ad Angri.

Sappi, che mi è morto un Padre3, ed un altro cioè Don Cesare [Sportelli] è caduto infermo; onde vi manderò quelli che posso, ma [essi] potranno [fare tutto].

Verrà Don Andrea4 a far la predica, spero che D. Andrea darà tutta la soddisfazione, come l'à data a tante altre parti.

Resto in Giesù Maria Giuseppe e Teresa.

[Dev.mo serv.re]

Alfonso de Liguori del SS. Salv.

 

.

 L'originale assai mal ridotto è conservato a Ciorani, nel collegio redentorista. Il P. Maestro dei Novizi, Pompeo Franciosa, ne ha inviato una buona trascrizione.

Analisi della lettera fatta dal P. Oreste Gregorio.

Pubblicata in Spicilegium Historicum, Roma, 20 (1971), pp. 4-5.

 




1 La lettera a questo misterioso Don Ciccio, di cui ignoriamo il cognome né siamo riusciti a scovare il luogo della parrocchia, è datata in maniera indeterminata: «Ciorani 24 Gennaio». Viene in soccorso il contenuto per appurare l'anno. Il santo, accettata la missione da predicare sin dal 3 febbraio, si scusava di non potervi intervenire personalmente a causa di un impegno assunto in antecedenza: in quel tempo si sarebbe trovato a Capriglia, che oggi è frazione di Pellezzano (Salerno). Il p. Tannoia tace di questa missione come del resto di diverse altre. Ci fornisce una notizia brevissima indiretta il p. Biagio Amarante in un suo scritto: «Alli 28 gennaro 1744 andai colla santa missione nella terra di Capriglia, diocesi di Salerno, ed era suddiacono: feci sentimenti, dottrina, rosario e colloqui». Il p. Kuntz non avendo conosciuto il testo della lettera che diamo a luce osservò: «Quis ex Ciorani patribus, Alphonsusne an Paulus Cafaro huic missioni praefuerit, et qui missionarii fuerint nescimus, cum sola Amarantis ephemeris apostolicum laborem paucis illis, quae transcripsimus, verbis commemoret» (II, 232). È chiaro che il santo ne fu il capo.



2 Capriglia, in dialetto: Crapiglia. «Capriglia casale, diocesi e pertinenza di Salerno, d'aria buona, fa di popolazione 1112». G. ALFANO, Istorica descrizione del Regno di Napoli, Napoli 1795, 38:



3 Il confratello defunto, a cui sant'Alfonso allude, è il p. Benigno Giordano spentosi a Pagani il 21 gennaio 1744. Benigno. Giordano nato il 18 agosto 1705 a S. Angelo di Mercato S. Severino professò il 2 luglio 1742: è il primo sacerdote redentorista morto in Congregazione. Come si constata, il santo dovette recarsi a Capriglia il 28 gennaio con il suddiacono Amarante: forse vi si aggiunse il p. Cafaro o il p. G. Mazzini. Anche la firma con la specificazione «del SS. Salvatore» indica che il documento fu steso prima del 1749, quando questo titolo fu cambiato a Roma da Benedetto XIV in quello «del SS. Redentore» nell'approvazione della Congregazione e delle sue regole.



4

Il p. Andrea Villani (1706-1792).






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