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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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176.1 Ai Canonici della CatTedrale di S. Agata.

Non può recarsi subito a S. Agata, ma dichiara di volervi risiedere stabilmente, eccetto i casi in cui la sua presenza sarà necessaria in altri luoghi della diocesi.

 

Roma, 15. 06. 1762.

 

R.mi Sig.ri miei Oss.mi

Non è stata mai mia idea di non fare la residenza in codesta ragguardevole città; ben vero però, avendomi assicurato molte persone degne di fede, e specialmente il Sig. Presidente del S. R. C., sopraintendente dell'Eccellentissima Casa di Mattaloni2 [= Maddaloni], ed il Sig. D. Michele Buonanno, fratello di codesto Sig. Decano, che vi è pericolo di andare in S. Agata in tempo di mutazione3, giacché io non potrò essere in S. Agata prima che verso la fine di Luglio o principj d'Agosto4. Non è prudenza, almeno nel dubbio, di arrischiare la vita senza necessità5.

Del resto replico che la mia intenzione si è di trattenermi in S. Agata tutto quel tempo, che mi sarà permesso; ma per altro dovrò ancora girare l'altri luoghi della diocesi, dove intendo di trattenermi tutto quel tempo che sarà di bisogno.

L'accerto per altro che sempre saprò distinguere la mia dilettissima cattedrale di soggiorni, che la compenzano6. E con ciò resto augurandole dal Cielo ogni prosperità, e dando a tutti la pastorale benedizione

Di Loro Sig.ri R.mi

Affez.mo Servitore di cuore

Alfonso Maria di S. Agata de' Goti

Roma, li 15 Giugno 1762

 

Firma autografa; il documento è di mano ignota. La scrittura di questa lettera è piuttosto trascurata. La punteggiatura non è chiara e all'inizio delle frasi non si trova la maiuscola.

Trascrizione da una fotocopia dell'originale, conservato nell'Archivio diocesano di S. Agata, Processi e Atti Regi, vol. 29, f° 257r-v, trasmessa in A G dal P. Th. Rey-Mermet nel marzo 1977.

Analisi della lettera fatta dal P. Andreas Sampers.

Pubblicata in Spicilegium Historicum, Roma, 25 (1977) p. 310-311, n. 16.




1 La lettera sembra la risposta a una Dota del capitolo, in cui i canonici avevano espresso una certa preoccupazione circa il luogo di residenza del nuovo vescovo.



2 Il duca di Maddaloni era Carlo Carafa, che risiedeva abitualmente a Napoli.



3 Mutazione: cambiamento della stagione.



4 [A. TANNOIA], Della vita ed istituto del ven. Servo di Dio Alfonso M. Liguori, vol. II, Napoli 1800, 26-27 (lib. III, cap. 7) pone all'11 luglio 1762 il solenne ingresso di Alfonso a S. Agata. Don Verzella dice invece che detto ingresso ebbe luogo il 5 luglio: cfr. Spic. hist. 9 (1961) 387. Essendo però il 5 luglio un lunedì, la data di Verzella è da ritenersi sbagliata. Il 2 antec. Alfonso aveva preso possesso della diocesi per procuratore, in persona dell'arcidiacono Francesco Rainone, come risulta dalla lettera del can. Rainone dello stesso giorno, cons. nell'Archivio diocesano di S. Agata, Miscellanea Antica.



5 Sembra interessante riportare qui un testo di Alfonso, citato in TANNOIA, op. cit. II 26, relativo al suo ingresso in diocesi. «Qualunque fossero le circostanze della stagione, non curando se stesso, [Alfonso] volle ritirarsi nel vescovado. Essendosene dissuaso, " non deve il vescovo --rispose--badare a' pericoli della vita, ma sacrificar si deve per le anime a se commesse ". Per lo meno situar potevasi in Arienzo [... ], ma portar si volle in S. Agata come luogo destinato da Dio alla sua permanenza».



6 Per ragioni di salute, nell'autunno del 1765 Alfonso trasferì la sua residenza abituale da S. Agata ad Arienzo. Cfr. TELLERIA, op. cit. II 139-141.






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