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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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248. A un vescovo ignoto.

1766, 10 febbraio Arienzo

Eccellenza,

Quantunque avessi risoluto di non ammettere Forastieri nel mio seminario pure questa vostra perché comandato da V. E. non ardisco di ricusare il figliolo del Sig. d. Marcantonio Pagano suo compadre; che però sempre a quando vuol mandarlo sta in sua libertà, avendo io dato ordine al Rettore che subito lo riceva. Circa la contribuzione, quantunque la tassa stabilita fosse di docati 36 pure mi rimetto a quanto determinerà V. E.

Non altro; mi auguro l'onore di molti suoi comandi, e con tutto l'ossequio mi rassegno

d. V. E.

Arienzo 10 feb.o 1766

A Vostra Ecc.za non posso negar niente, del resto nel Seminario, io non ammetto Forastieri, perché la folla mi guasterebbe il buon ordine posto dopo tante mie fatiche; ma replico, V. Ecc.za è mio Padrone.

Umil.mo div.mo ed obblig.mo Serv. vero

Alfonso M.a Vesc.o di S. Agata

- Sul retro del foglio è scritto: Lettera del Servo di Dio Monsignor Liguoro

- "Posso assicurare che la presente lettera è di S. Alfonso Maria de' Liguori, e la suggiunta è di carattere proprio del medesimo Santo assieme colla intiera firma.

Caserta 21 ottobre 1840

Camillo Giordano del SS.mo Red.re, Rett.re di S. Antonio"




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