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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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330. All'arciprete di Durazzano.

Sull'obbligo di difendere i diritti della chiesa.

 

Arienzo, 26. 08. 1773.

 

"Mi meraviglio, come V.S. può scordarsi dell'obbligo suo1, avendo dato in giuramento di difendere li jussi della sua Chiesa. Sarà forse per non spendervi qualche carlino, o per isfuggire di pagare la quarta alla Mensa; ma ella è obbligata, quando non le riesce esiger colle buone, fare, come ha fatto l'Arciprete di Frasso, che si ha spedite le provvisioni, ed esige la decima, perché io in ogni conto voglio mi si paghi la quarta, che mi è dovuta".

 

Pubblicata parzialmente in Tannoia, Vita di S. Alfonso, Lib. III, cap. 70, p. 376.

 




1 L'Arciprete di Durazzano sosteneva che non era tenuto alle tomole quindici di grano, che, come quarta, ab antico spettavano al Vescovo, essendosi proibito ai coloni da quel Governatore il pagamento delle decime.






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