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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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405. A Manerba Pasquale, canonico. Foggia.

Sull'apparizione della B. V. MARIA in Foggia

 

Nocera, 11. 09. 1777.

 

V. Gesù, Maria e Giuseppe.

Rev.mo Sig.re, Sig.re e [ETML-M:U=“[]”]P[adro]ne col.mo

Mando l'attestato1 che V.S. Rev.ma desidera per l'onore della nostra S. ma Regina2. L'anno in cui feci la missione costà non fu il 45, ma il 323, in fine del quale cominciò la nostra Congregazione.

Riverisco tutti i Rev.mi suoi Canonici compagni e vi prego tutti di raccomandarmi alla Divina Madre, mentre mi ritrovo in fine degli anni 81 e vicino alla morte per le tante infermità che mi opprimano. Vi prego poi tutti, uno per uno, a cooperarsi ognuno, per quanto potrà, a togliere da cotesta città lo scandalo del maledetto teatro, ch'è la rovina della povera gioventù; e resto pieno di stima rassegnandomi

Di V.S. Rev.ma

Div.mo ed Obbl.mo Serv.re vero

Alfonso M de' Liguori, Vescovo.

Nocera de' Pagani, 11 Settembre 1777.

Rev.mo Sig.re Can.co

D. Pasquale Manerba (Foggia).

 

L'originale, scritto dal fratello laico redentorista Francesco Antonio Romito e firmato con mano malferma dal vecchio Alfonso, si conserva nell'archivio capitolare di Foggia. Trascrizione tratta dalla fotocopia trasmessa in A G dall'archivista, il Rev.mo canonico Michele di Gioia.

Analisi della lettera fatta dal P. Andreas Sampers.

Pubblicata in Spicilegium Historicum, Roma, 22 (1974), pp. 249-254.




1 Nei mesi di gennaio-febbraio 1732 Alfonso de Liguori si trovava a Polignano come superiore di una missione predicata dai membri della Congregazione napoletana delle Apostoliche Missioni. Polignano era allora sede vescovile, la quale venne soppressa da Pio VII il 27 giugno 1818.

Al termine di questa missione, ma forse già in precedenza, si recò a Foggia. Dopo il terremoto del 20 marzo 1731, che aveva sconvolto la città, ivi era affiorato ripetutamente il viso velato della prodigiosa immagine, conosciuta sotto il nome di Icona vetere o Madonna dei Sette Veli.

Con qualche esitazione, perché non autorizzato a predicare in Foggia dai suoi superiori [e difatti riceverà un rimprovero da (Cfr. Spic. hist. 8 (1960) 433] Alfonso aderì all'invito del vescovo di Troia, mons. Giovanni Faccolli (1669-1752), successore dello zio Emilio Cavalieri dall'11 settembre 1726, di tenere una serie di prediche.

Nel corso di queste il volto della Madonna apparve in diversi giorni sull'immagine e si muoveva, con grande stupore e consolazione del predicatore e del numeroso uditorio.

Nell'anno 1777 cominciarono le trattative per l'incoronazione dell'Icona vetere, realizzata poi il 24 maggio 1782, ricorrendo il cinquantenario delle apparizioni a Alfonso.

Si sollecitarono allora attestati e testimonianze sul prodigio da persone autorevoli, tra le quali lo stesso Alfonso.



2 Questo primo attestato in italiano di Alfonso sembra essere perduto. Non si conserva nell'archivio a Foggia, cosa del resto prevedibile, dato che Alfonso ne chiese la restituzione. Non se ne trova traccia neppure nell'archivio generale dei Redentoristi a Roma, né in quello della Provincia Napoletana CSSR a Pagani.



3 Alfonso corregge Manerba ricordando che il corso di prediche venne da lui tenuto a Foggia nel 1732 e non nel 1745. Nell'attestato si parla soltanto degli eventi del 1732.

Anche verso la fine del 1745 però Alfonso ha predicato davanti alla Madonna dei Sette Veli e in quell'occasione accadde un prodigio a lui personalmente, del quale è stato parlato lungamente da diversi testimoni nel suo processo di beatificazione. Il volto della Madonna sarebbe affiorato, come nel 1732, sull'Icona vetere durante una sua predica. Un raggio di luce sarebbe uscito dal volto apparso verso il predicatore, causando a lui una levitazione.

Un testimone particolarmente qualificato, anche se non «testis de visu» dell'avvenimento, è il p. Francesco Garzilli (1690-1786), allora canonico della Collegiata di Foggia e presente alla missione ivi predicata nel 1745. Francesco Garzilli, entrò nel noviziato dei Redentoristi pochi giorni dopo la missione, il 9 gennaio 1746, e fece la professione sei mesi più tardi il 9 giugno. A richiesta del primo biografo di Alfonso, p. Antonio Tannoia, egli scrisse una memoria sull'accaduto. Nel 1777 mandò anche una lunga lettera sullo stesso argomento all'arciprete di Foggia, don Saverio Saggese, che fu unita agli atti relativi alle apparizioni della Madonna dei sette Veli, conservati nell'archivio capitolare di questa città.






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