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S. Alfonso Maria de Liguori Meditaz. per l'ottava di Natale IntraText CT - Lettura del testo |
Eterno Padre, io misero peccatore reo dell'inferno non ho che offerirvi in soddisfazione de' miei peccati; vi offerisco le lagrime, le pene, il sangue, la morte di questo bambino ch'è vostro Figlio, e per questi vi domando pietà. S'io non avessi questo Figlio da offerirvi, sarei perduto; non vi sarebbe più speranza per me; ma voi per questo me l'avete dato, affinché io con offerirvi i meriti suoi speri la mia salute. Signore, è stata grande la mia ingratitudine, ma è più grande la vostra misericordia. E qual maggior misericordia poteva io da voi sperare, che l'avere da voi in dono il vostro medesimo Figlio per mio Redentore e per vittima de' miei peccati? Per amore dunque di Gesù Cristo, perdonatemi tutte l'offese che vi ho fatte, delle quali mi pento con tutto il cuore per aver offeso voi bontà infinita. E per amore di Gesù Cristo vi cerco la santa perseveranza.
Ah mio Dio, s'io vi tornassi ad offendere, dopo che voi mi avete aspettato con tanta pazienza, mi avete soccorso con tanti lumi e mi avete perdonato con tanto amore, non meriterei un inferno a posta per me? Ah Padre mio, non mi abbandonate. Io tremo pensando ai tradimenti che vi ho fatti: quante volte ho promesso d'amarvi e poi ho tornato a voltarvi le spalle? Ah mio Creatore, non permettete ch'io abbia a piangere la disgrazia di vedermi di nuovo privo della vostra grazia: Ne permittas me separari a te: ne permittas me separari a te.7 Lo replico e voglio replicarlo sino all'ultimo fiato di mia vita; e voi datemi la grazia per sempre di replicarvi questa preghiera: Ne permittas me separari a te. Gesù mio, caro mio
Bambino, incatenatemi col vostro amore .Io v'amo e voglio
sempre amarvi. Non permettete ch'io abbia a separarmi mai dal vostro amore.
Amo anche voi, madre mia; amatemi ancora voi. E se mi amate, questa è la grazia che mi avete da impetrare, ch'io non lasci più d'amare il mio Dio.