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S. Alfonso Maria de Liguori Meditaz. per l'ottava di Natale IntraText CT - Lettura del testo |
Amato mio Bambino, dunque mentre stavate piangendo nella grotta di Betlemme, voi pensavate a me, mirando già fin d'allora i peccati miei ch'eran quelli che vi facean piangere. Dunque, Gesù mio, io in vece di consolarvi col mio amore e colla mia gratitudine, in vedere quanto voi avete patito per salvarmi, io ho accresciuto il vostro dolore e la causa del vostro piangere? Se io meno avessi peccato, meno voi avreste pianto. Piangete, sì piangete, che avete ragione di piangere in vedere tanta ingratitudine degli uomini a tanto vostro amore. Ma giacché piangete, piangete ancora per me; le lagrime vostre sono la speranza mia.
Piango ancor io i disgusti che vi ho dati, o mio Redentore; l'odio, li detesto, me ne pento con tutto il cuore. Piango per tutti quei giorni e per quelle mie notti infelici in cui vissi nemico vostro e privo della vostra bella grazia; ma le lagrime mie, o Gesù mio, a che servirebbero senza le vostre? Eterno Padre, io v'offerisco le lagrime di Gesù bambino, per quelle
perdonatemi. E voi, caro mio Salvatore, offeritegli tutte le lagrime che per me spargeste nella vostra vita, e con quelle placatelo per me.
Vi prego ancora, o amor mio, con queste lagrime intenerite il mio cuore ed accendetelo del vostro santo amore. Ah potessi da oggi avanti col mio amore consolarvi tanto quanto vi ho dato di pena coll'offendervi! Concedetemi dunque, o Signore, che questi giorni che mi restano di vita, non mi servano più per disgustarvi, ma solo per piangere i disgusti che vi ho dati e per amarvi con tutti gli affetti dell'anima mia.
Oh Maria, vi prego per quella tenera compassione che tante volte provaste in veder piangere Gesù bambino, ad impetrarmi un continuo dolore dell'offese ch'io ingrato gli ho fatte.