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S. Alfonso Maria de Liguori Meditaz. per li giorni dell'Avvento IntraText CT - Lettura del testo |
O Dio eterno, e chi mai poteva farci questo dono ch'è d'infinito valore, se non voi che siete un Dio d'infinito amore! O mio Creatore, e che più potevate fare per darci confidenza nella vostra misericordia e per metterci in obbligo di amarvi? Signore, io v'ho pagato d'ingratitudine; ma voi avete detto:
Diligentibus Deum, omnia cooperantur in bonum (Rom. VIII, 28). Non voglio dunque che il gran numero e l'enormità de' peccati miei mi faccian diffidare della vostra bontà; voglio che mi servano per maggiormente umiliarmi quando mi sarà fatto qualche affronto: altri affronti e disprezzi merita chi ha avuto l'ardire d'offendere voi maestà infinita. Voglio che mi servano per meglio rassegnarmi nelle croci che m'invierete: per essere più diligente a servirvi ed onorarvi, affin di compensare l'ingiurie che v'ho fatte. Voglio sì ricordarmi sempre, o Dio mio, de' disgusti che vi ho dati, per più lodare la vostra misericordia, e per sempre più accendermi nell'amore verso voi che mi siete venuto appresso quand'io da voi fuggiva, e che m'avete fatto tanto bene dopo ch'io v'ho tanto maltrattato. Io spero, Signore, che già m'abbiate perdonato.
Io mi pento e voglio sempre pentirmi degli oltraggi che v'ho fatti. Voglio esservi grato, compensando col mio amore l'ingratitudine che v'ho usata: ma voi mi avete da aiutare; a voi cerco la grazia di adempire questa mia volontà. Fatevi, o mio Dio, per gloria vostra, fatevi amare assai da un peccatore che vi ha offeso assai. Dio mio, Dio mio, e chi potrà più lasciarvi d'amare e separarsi di nuovo dal vostro amore?
O Maria Regina mia, soccorretemi voi; voi sapete la mia debolezza. Fate ch'io mi raccomandi a voi sempre che 'l demonio pretenderà di separarmi da Dio. Madre mia, speranza mia, aiutatemi.