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S. Alfonso Maria de Liguori
Med. per otto giorni di esercizi spirituali

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Della morte de' giusti

 

S. Bernardo1 dice che la morte de' giusti si chiama preziosa, perché è fine delle fatiche ed è porta della vita: «Pretiosa tanquam finis laborum et ianua vitae». La morte a' santi è premio, perch'è termine de' patimenti, delle passioni, de' combattimenti e de' timori di perdere Dio.

 

Quel «Proficiscere», che tormenta i mondani, non tormenta i santi, poiché ad essi non pena il lasciare i beni della terra, mentre solo Dio è stata la loro ricchezza: non gli onori, mentr'essi li hanno disprezzati: non i parenti, mentre li hanno amati solo in Dio. Onde,2 siccome in vita sono andati sempre dicendo: «Deus meus et omnia»: così lo ripetono con maggiore allegrezza in morire.3


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Non l'affliggono neppure i dolori della morte, ma anzi essi godono in offerire a Dio quelle ultime reliquie di vita in segno del loro amore; unendo il sagrificio della loro vita al sagrificio che fe' di se stesso Gesu-Cristo morendo per loro amore.

 

Oh qual contentezza reca a' santi il pensiero che finisce il tempo di poter peccare, e 'l pericolo di perdere Dio! Oh che gaudio è il poter dire allora, abbracciando il crocifisso: «In pace in idipsum dormiam et requiescam4

 

Cercheràbene il demonio allora d'inquietarci colla vista de' nostri peccati; ma se l'abbiamo pianti5 ed indi avremo amato di cuore Gesu-Cristo, Gesù ci consolerà. Più preme a Dio6 la nostra salvezza, che al demonio la nostra perdizione.

 

Di più la morte è porta della vita. Dio è fedele, ben sa allora consolare l'anime che l'hanno amato. Anche tra i dolori della morte farà loro provare certi saggi di paradiso. Quegli atti di confidenza, d'amore a Dio, di desiderio di vederlo presto, faran cominciare a sentir quella pace, che in eterno si goderà. Che allegrezza specialmente apporterà il SS. Viatico a chi potrà dire allora con S. Filippo Neri:7 «Ecco l'amor mio, ecco l'amor mio»!

 

Dobbiamo dunque temere, non già la morte, ma il peccato, che rende infelice la morte. Diceva un gran servo di Dio (il P. la Colombière):8 «È moralmente impossibile che faccia mala morte, chi in vita è stato fedele a Dio».

 

Chi ama Dio, ben desidera la morte che a Dio eternamente l'unisce. È segno di poco amore verso Dio, il non aver desiderio di presto vederlo.

 

Accettiamo da ora la morte collo spoglio di tutte le cose terrene. Ora con merito, allora a forza e con pericolo di perderci. Viviamo come se ogni giorno fosse l'ultimo di nostra vita. Oh come vive bene, chi vive sempre a vista della morte!

 

Ah mio Dio, quando sarà quel giorno, che vi vedrò e v'amerò da faccia a faccia? Io non lo merito, ma le vostre piaghe, o mio Redentore, sono la speranza mia. Vi dico con S. Bernardo:9 «Vulnera tua, merita mea». E perciò prendo confidenza a dirvi ancora con


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S. Agostino:10 «Eia moriar, Domine, ut te videam». Mio Dio, presto fammi morire, acciocch'io presto ti veda, e teco m'abbracci, sicuro11 di non avere più a separarmi da te.

 

O Maria, Madre mia, prima nel sangue di Gesu-Cristo, e poi nella vostra intercessione spero di salvarmi, e di venire a lodarvi, a ringraziarvi ed amarvi eternamente in paradiso.

 




1 [23.] S. BERNARDUS, In transitu S. Malachiae, sermo I, n. 4; PL 183, 184.



2 [30.] Dio. Onde) Dio, onde NM.



3 [32.] morire) morte ND VR NS.



4 [8.] Ps., 4, 9.



5 [10.] l'abbiamo) gli abbiamo NM.



6 [11.] Dio) Egli ND VR NS.



7 [18.] BACCI, Vita di S. Filippo Neri, l. IV, c. I, n. 4; Bologna 1686, 233.



8 [21.] LA COLOMBIÈRE Cl., Sermoni sacri, serm. 48; II, Venezia 1710, 12.



9 [32.] MURATORI L. A., Esercizi spir. esposti secondo il metodo del P. P. Segneri iun., Venezia 1739, 62. Cfr. Bernardi vita prima auctore Guillermo, l. I, c. 12, n. 57; PL 185, 258.



10 [1.] Ps. AUGUSTINUS, Soliloquiorum animae ad Deum lib. unus, c. I; PL 40, 865. Nell'opera sono frammiste varie sentenze di s. Agostino, raccolte da un compilatore anonimo (cfr. Glorieux, 28).



11 [2.] sicuro) sicura ND VR NS.






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