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S. Alfonso Maria de Liguori
Novena del Cuore di Gesù

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MEDITAZIONE I.

Cuore amabile di Gesù.

Chi fa conoscersi in tutto amabile si fa necessariamente amare. Oh se noi ci applicassimo a conoscere tutte le belle parti che ha Gesù Cristo d'essere amato, tutti saressimo nella felice necessità di amarlo. E qual cuore fra tutti i cuori può ritrovarsi più amabile del Cuore di Gesù? Cuore tutto puro, tutto santo, tutto pieno d'amore verso di Dio e verso di noi; mentre tutti i suoi desideri non sono che della divina gloria e del nostro bene. Questo è quel Cuore in cui trova Iddio tutte le sue delizie, tutte le sue compiacenze. Regnano in questo Cuore tutte le perfezioni, tutte le virtù: un amore ardentissimo a Dio suo Padre, unito alla maggiore umiltà e rispetto che possa esservi: una somma confusione per li nostri peccati, de' quali egli si è caricato, unita ad una somma confidenza


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d'un tenerissimo figlio; un sommo abborrimento alle nostre colpe, unito ad una viva compassione delle nostre miserie: una somma pena unita ad una perfetta uniformità alla volontà divina. Sicché in Gesù ritrovasi tutto ciò che può esservi di amabile. Taluni son tirati ad amare gli altri per la bellezza, altri per l'innocenza, altri per la consuetudine, altri per la divozione. Ma se vi fosse una persona in cui fossero raccolte tutte queste ed altre virtù, chi potrebbe non amarla? Se anche da lontano noi sentiamo esservi un principe straniero bello, umile, cortese, divoto, pieno di carità, mansueto con tutti, che rende bene a chi gli fa male, anche senza conoscerlo e bench'egli non ci conosca né noi conosciamo lui né ci abbiamo che fare, pure c'innamora e ci vediamo costretti ad amarlo. E Gesù Cristo poi, il quale tiene con sé tutte queste virtù e tutte in grado perfetto, e ci ama così teneramente, com'è possibile che sia poco amato dagli uomini e non sia tutto l'oggetto del nostro amore? Oh Dio, che Gesù ch'è solo amabile e che ci ha dati tanti contrassegni dell'amore che ci porta, egli solo - diciam così - par che sia il mal fortunato con noi, che non può giungere a vedersi da noi amato, come se non fosse a bastanza degno del nostro amore! Questo è quel che faceva piangere le Rose di Lima, le Catterine da Genova, le Terese, le Marie Maddalene de' Pazzi, le quali considerando questa ingratitudine degli uomini, esclamavano piangendo: L'amore non è amato, l'amore non è amato.




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