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S. Alfonso Maria de Liguori
Novena del Cuore di Gesù

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MEDITAZIONE VII.

Cuore grato di Gesù.

È così grato il Cuore di Gesù, ch'egli non sa vedere alcuna minima nostra opera fatta per suo amore, alcuna minima parola detta per sua gloria, alcun buon pensiero deliberato di suo compiacimento, senza darne a ciascuno la sua


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mercede. Egli inoltre è così grato, che rende sempre il centuplo per uno, Centuplum accipietis.1 Gli uomini che son grati, se ricompensano alcun beneficio loro fatto lo ricompensano una volta; si tolgon, come suol dirsi, l'obbligazione e poi non vi pensano più. Gesù Cristo non fa così con noi: ogni nostro buon atto fatto per dargli gusto, non solo centuplicatamente lo ricompensa in questa vita, ma nell'altra lo ricompensa infinite volte in ogni momento per tutta l'eternità. E chi sarà così trascurato che non faccia quanto può per contentare questo Cuore così grato? Ma oh Dio, come attendono gli uomini a compiacere Gesù Cristo? Dirò meglio, come possiamo noi essere così ingrati con questo nostro Salvatore? S'egli non avesse sparsa che una sola goccia di sangue, una lagrima sola per la nostra salute, pure noi gli saressimo infinitamente obbligati; poiché questa goccia e questa lagrima anche sarebbe stata d'infinito valore appresso Dio per ottenerci ogni grazia. Ma Gesù ha voluto impiegare per noi tutti i momenti della sua vita, ha donati a noi tutti i suoi meriti, tutte le sue pene, le ignominie, tutto il sangue e la vita; sicché non una, ma infinite obbligazioni abbiamo noi d'amarlo. Ma oimè, che noi siamo grati anche colle bestie: se un cagnolino ci dimostra qualche segno d'affetto, par che ci costringa ad amarlo; e poi come possiamo esser così ingrati con Dio? I benefizi di questo Dio sembra che cogli uomini mutino natura e diventino maltrattamenti, mentre in vece di gratitudine e d'amore non riportano che offese ed ingiurie. Illuminate, o Signore, questi ingrati a conoscere l'amore che voi loro portate.




1 Centuplum accipiet. Matth. XIX, 29.




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