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S. Alfonso Maria de Liguori
Novena del Santo Natale

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Colloquio.

Caro mio Gesù, infiammatemi del vostro santo amore, giacché a questo fine voi siete venuto in questa terra. È vero ch'io misero, per avervi offeso dopo tanti lumi e grazie speciali a me fatte, non meriterei più di ardere di quelle beate


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fiamme, di cui ardono i santi, solamente mi toccherebbe ad ardere nel fuoco dell'inferno; ma trovandomi ora fuori di quel carcere da me meritato, sento che voi, rivolto anche verso di me ingrato, mi dite: Diliges Dominum Deum tuum ex toto corde e tuo.48

Vi ringrazio, mio Dio, che ritornate a darmi questo dolce precetto; e già che mi comandate ch'io vi ami, sì, voglio ubbidirvi, e voglio amarvi con tutto il mio cuore. Signore, per lo passato sono stato uno sconoscente, un cieco, perché ho voluto scordarmi dell'amore che mi avete portato. Ma ora che di nuovo m'illuminate e mi fate conoscere quanto avete fatto per amor mio: or che penso che vi siete fatto uomo per me, e vi siete addossato le mie miserie: or che vi vedo sulla paglia tremar di freddo, vagire e piangere per me, o mio Dio bambino, come posso vivere senza amarvi?

Deh perdonatemi, amor mio, tutti i disgusti che vi ho dati. O Dio, come io, sapendo per fede quanto voi avete patito per me, ho potuto darvi tanti disgusti ? Ma queste paglie che vi pungono, questa vil mangiatoia che vi accoglie, questi teneri vagiti che mandate, queste amorose lagrime che spargete, queste mi fanno fermamente sperare il perdono e la grazia di amarvi nella vita che mi resta. V'amo, o Verbo incarnato: v'amo, o Fanciullo divino, e tutto a voi mi dono. Per quelle pene che patiste nella stalla di Betlemme, accettate, o Gesù mio, questo misero peccatore che vuole amarvi. Aiutatemi, datemi perseveranza, tutto a voi spero.

O Maria, o gran Madre di questo gran Figlio, e da questo Figlio la più amata, pregatelo per me.




48 Matth. XXII, 37.




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