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S. Alfonso Maria de Liguori Opera dogmatica...eretici pretesi riformati IntraText CT - Lettura del testo |
§. 5. Del sistema degli agostiniani, della dilettazione assolutamente vittrice.
126. Gli agostiniani secondo questo sistema, distinguono lo stato della natura innocente e della natura caduta: e dicono che nello stato dell'innocenza la grazia fu versatile e che determinavasi dal consenso dell'uomo, giusta la sentenza di Molina, ma nello stato della natura caduta, affinché l'uomo possa fare il bene, vi è necessaria la grazia per sé ed ab intrinseco efficace ad ogni atto buono soprannaturale, la quale determini la volontà al consenso; e ciò è per ragione della debolezza contratta dall'uomo nella volontà per causa del peccato originale. Vogliono poi che l'efficacia della grazia consista nella dilettazione, non già relativa o sia per superiorità di gradi, ma assolutamente vittrice, per cui Dio muove infallibilmente la volontà dell'uomo al libero consenso; e che questa grazia, non fisicamente, ma moralmente opera.
127. Dicono ancora che la grazia sufficiente, chiamata auxilium sine quo, da alla volontà la forza di esercitare il bene, ma questo esercizio non avrà effetto se non sopravviene l'aiuto medicinale di Cristo della grazia efficace, chiamata auxilium quo. Sicché gli agostiniani, parlando della natura corrotta, sono tomisti; parlando poi della natura innocente, sono della sentenza di Molina.
Si espone la difficoltà che incontra il sistema degli agostiniani.
128. La difficoltà si è che sebbene l'uomo per lo più si muove per la dilettazione, nondimeno più volte si muove anche per altri motivi, di pudore, di desiderio, di odio, di amore della giustizia, di timor delle pene. Scrive s. Agostino: Non vis tua tibi vitia demonstrari, ut fiat tibi utilis dolor quo medicum quaeras... quasi aut nihil agat timor correpti hominis, vel pudor, vel dolor1 . E dice il santo che la costanza di certi martiri sarebbe talvolta mancata, se il timor dell'inferno non avesse fermata la carità. Dice di più s. Agostino che Iddio miris et ineffabilibus, diversis et innumerabilibus modis chiama gli uomini a sé; ond'è che non li tira colla sola dilettazione. Inoltre altre volte accade che l'uomo sia tirato da ambedue le dilettazioni, cioè del peccato e della giustizia, ma, succedendo poi qualche altro motivo estraneo, si determina all'uno o all'altro: sì che non può dirsi che l'uomo operi per la sola dilettazione.