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S. Alfonso Maria de Liguori
Apparecchio alla Morte

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PUNTO II

Non vi è cosa più preziosa del tempo, ma non vi è cosa meno stimata e più disprezzata dagli uomini del mondo. Questo è quel che piange S. Bernardo:1 «Nihil pretiosius tempore, sed nihil vilius aestimatur» (Serm. ad Schol.). E poi seguita a dire: «Transeunt dies salutis, et nemo recogitat sibi perire diem, et nunquam rediturum». Vedrai quel giuocatore stare i giorni e le notti a perdere il tempo ne' giuochi; se gli dimandi, che fai? risponde: Passiamo il tempo. Vedrai quell'altro vagabondo trattenersi per ore intere2 in mezzo ad una strada a guardare chi passa, o a parlare osceno o di cose inutili; se gli dimandi, che fai? risponde: Ne fo passare il tempo. Poveri ciechi, che perdono tanti giorni, ma giorni che non tornano più!

O tempo disprezzato, tu sarai la cosa più desiderata da' mondani nel tempo della morte! Desidereranno allora un altro anno, un altro mese, un altro giorno, ma non l'avranno; sentiranno allora dirsi: «Tempus non erit amplius».3 Ognun di costoro quanto pagherebbe allora un'altra settimana, un altro giorno di tempo, per meglio aggiustare i conti della coscienza? Anche per ottenere una sola ora di tempo, dice S. Lorenzo Giustiniani,4 costui darebbe tutt'i suoi beni: «Erogaret opes, honores, delicias pro una horula» (De Vita Sol. cap. 10). Ma quest'ora non gli sarà data: presto, gli dirà il Sacerdote assistente, presto partitevi da questa terra, non v'è5 più tempo: «Proficiscere, anima christiana, de hoc mundo».6

Pertanto ci esorta il profeta a ricordarci di Dio e a procurarci la sua grazia, prima che manchi la luce: «Memento creatoris tui, antequam tenebrescat sol, et lumen» (Eccl. 12. 1).7 Qual pena è ad un pellegrino,


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che s'avvede di avere errata la via, quando è fatta già notte, e non v'è più tempo di rimediare? Questa sarà la pena in morte di chi è vivuto molti anni nel mondo, ma non gli ha spesi per Dio: «Venit nox, in qua nemo potest operari» (Io. 9. 4). Allora la morte sarà per lui tempo di notte, in cui non potrà fare più niente. «Vocavit adversum me tempus» (Thren. 1. 15). La coscienza allora gli ricorderà quanto tempo ha avuto, e l'ha speso in danno dell'anima; quante chiamate, quante grazie ha ricevute da Dio per farsi santo, e non ha voluto avvalersene, e poi si vedrà chiusa la via8 di fare alcun bene. Onde dirà piangendo: Oh pazzo che sono stato! Oh tempo perduto! Oh vita mia perduta! Oh anni perduti, in cui potea farmi santo; ma non l'ho fatto, ed ora non ci è più tempo di farlo. Ma a che serviranno questi lamenti e sospiri, allora che sta per9 finire la scena, la lampana10 sta vicina a smorzarsi, e 'l moribondo sta prossimo a quel gran momento da cui dipende l'eternità?

Affetti e preghiere

Ah Gesù mio, Voi avete spesa tutta la vostra vita per salvare l'anima mia; non vi è stato momento del vostro vivere in cui non vi siete11 offerto per me all'Eterno Padre per ottenermi il perdono e la salute eterna; ed io sono stato tanti anni al mondo, e quanti sinora ne ho spesi per Voi? Ah che quanto mi ricordo d'aver fatto, tutto mi rimorso di coscienza. Il male è stato molto. Il bene è stato troppo poco, e tutto pieno d'imperfezioni, di tepidezze,12 d'amor proprio e di distrazioni. Ah mio Redentore, tutto è stato così, perché mi sono scordato di quanto Voi avete fatto per me. Io mi sono scordato di Voi, ma Voi non vi siete scordato di me; mi siete venuto appresso, mentr'io fuggiva da Voi, e tante volte mi avete chiamato al vostro amore. Eccomi Gesù mio, non voglio più resistere; e che voglio aspettare che proprio mi abbandoniate? Mi pento, o sommo bene, d'essermi separato da voi col peccato. V'amo, bontà infinita, degna d'infinito amore. Deh non permettete ch io perda più questo tempo, che Voi mi date per vostra misericordia. Deh ricordatemi sempre, amato mio Salvatore, l'amore che mi avete portato e le pene, che avete patite per me. Fatemi scordare di tutto, acciocché io13 non pensi in questa vita che mi resta, che solo ad


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amarvi e darvi gusto. V'amo Gesù mio, mio amore, mio tutto. Vi prometto, sempre che me ne ricordo, di farvi atti d'amore. Datemi la santa perseveranza. Tutto confido ne' meriti del vostro sangue.

E confido nella vostra intercessione, o cara Madre mia Maria.




1 [4.] Ps. BERNARDUS, op. cit., c. 44, n. 5; PL 184, 465: «Nil pretiosius tempore, sed heu! nihil hodie vilius aestimatur. Transeunt dies salutis, et nemo recogitat, nemo sibi non reditura momenta periisse causatur».



2 [9.] intere) intiere VR BR1 BR2.



3 [16.] Apoc., 10, 6.



4 [19.] S. LAUR. IUSTIN., De vita solitaria, c. 10; Opera, Venetiis 1721, 406, col. 2: «Omnem siquidem mundi substantiam, honores praelationum, saeculi pompam, corporis voluptates, et quidquid sub caelo creatum est delectabile atque iucundum pro unius horae spatio, si possent, commutarent».



5 [22.] v'è) vi ha NS7.



6 [22.] Rituale Romanum, tit. V, c. 7: Ordo commendationis animae.



7 [26.] Eccle., 12, 1-2: «Memento Creatoris tui in diebus iuventutis tuae, antequam veniat tempus afflictionis, et appropinquent anni de quibus dicas: Non mihi placent; antequam tenebrescat sol, et lumen, et luna, et stellae, et revertantur nubes post pluviam».



8 [9.] via) vita NS7: evidente err. tipografico.



9 [12.] sta per) va per VR.



10 [13.] lampana) lampa ND3; lampada VR BR1 BR2.



11 [17.] siete) siate VR BR1 BR2.



12 [22.] tepidezze) tiepidezze VR BR1 BR2.



13 [33.] acciocché io) acciocch'io VR BR1 BR2.






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