Copertina | Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
S. Alfonso Maria de Liguori
Predica della chiamata

IntraText CT - Lettura del testo
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

- 43 -


PUNTO I.

 

Quando Dio chiama etc. Hodie si vocem eius audieritis, nolite obdurare corda vestra2.

 

S. Pietro, e S. Andrea si dice... che quando Giesù li chiamò: Continuo, relictis retibus, secuti sunt eum3: senza licenziarsi nemmeno da parenti subito ecc.

 

Fratelli miei, che cosa è Missione? È la voce di Giesu-Christo. È Giesu-Cristo che vien'a chiamare, e a ritrovare le pecorelle perdute, e liberarle dalla morte eterna, alla quale già stanno condannate, e già stanno vicine a cadervi in ogni momento, che può venire loro la morte.

 

S. Bernardo: Ab ore putei eripiar, et inducias petam4.

 

Se uno stasse appeso per una fune dentro d'un profondo pozzo, e per cadervi non vi volesse altro, che si lasciasse la fune, che lo sostiene, e venisse uno che volesse cacciare da dentro quel pozzo, e liberarlo da quel gran pericolo, che sciocchezza sarebbe la sua, se andasse pigliando tempo, e dicesse al suo liberatore: Aspetta, aspetta; non ancora; appresso se ne parla!

 

E voi, peccatori miei, se tenete sopra qualche peccato mortale, già state appesi sopra l'inferno, basta che un momento vi manchi


- 44 -


la vita per la morte che in ogni momento può venirvi; e Dio vi vuole liberare da questo gran pericolo, e vi sarà alcuno che dirà a Dio: Signore, aspettate, non voglio essere al presente liberato; appresso se ne parla. Ora non sto disposto.

 

Appresso se ne parla? E quando?

 

Padre, fra breve. - Fra breve? Dimmi se non lasci ora il peccato, quando lo lascerai? Tu ti vuoi dannare? No. Niuno si vuol dannare, e di questi christiani niuno... dannare. Ma poi si son dannati per quello, che dico a te.

 

Tu vuoi lasciar la mala vita? Sì, ma quando? Appresso. Ma appresso avrai tempo? ecc.

 

Gran cosa se... alla festa, uno ti dice ci vai l'anno che viene. E tu... e chi sa se son vivo. Confessati... appresso, e chi sa se sei vivo.

 

Temi perdere uno spasso, e non l'anima?

 

Ma benché tempo, se non lo fai ora colla grazia, che Dio ora ti , e tu resisti, come lo farai allora?

 

Allora ti farai forza? Ma se non la fai ora, nemmeno allora, perché allora sarai più debole con più peccati; se ora non ti fidi5 smorzare il fuoco, come ti fiderai6, quando il fuoco è cresciuto? Se ora... questa fune, come quando son due? Se ti manca questa buona volontà ch'ai ora?

 

Spero a Dio la forza. Dunque ti ha da crescere le grazie perché? perché l'ai più disgustato? Dio, conforme più pecchi, più ti abbandona.

 

Così si son dannati tanti. E così... tu ancora. Appresso da peccato in peccato ti ridurrai alla morte, e così... all'inferno.

 

E se frattanto ti viene una morte? Ed anche una morte di subito? Forse non può soccedere? Una goccia7, un butto di sangue, una saetta ecc.? E ancorché non ti venga la morte, ora tieni una buona volontà di tornare a Dio, ch'è una grazia, che ti fa Dio medesimo, e se Dio ti leva poi questa grazia, e tu perdi ancora questa buon'intenzione, che tieni, come fanno tanti ostinati, che ne sarà di te, essendo abbandonato da Dio? Meglio così sarebbe stato per te, se morissi con questi peccati che tieni, che morire poi con più peccati, e andare all'inferno più sotto, e con più pena.

 

Eh peccatori miei, dice S. Gio. Crisostomo che 'l demonio con quelli, che hanno la grazia di esser chiamati da Dio, se esso


- 45 -


non può arrivare a farli disprezzare la chiamata, almeno cerca di farli pigliare tempo, e si contenta, dice il Santo, per ogni tempo per breve che sia: Si brevem arripuerit moram8.

 

Se oggi tu differisci, dice il demonio, pigliamoci oggi, perché domani poi vedremo. Il domani il demonio poi qualche altro assalto, tu fatto più debole per non avere obbedito subito a Dio, anche cederai, e dirai: Vediamo poi domani. Poi dirai l'altro mese, se ne parla. Poi dirai l'altr'anno. E così da tempo in tempo differendo, te ne anderai coll'istessi peccati alla morte, e dalla morte all'inferno, com'è succeduto a tanti, e tanti...

 

Bisogna tremare, perché Giesuchristo chiama, ma chiama passando: Qui pertransiit benefaciendo9. Quando il nostro Redentore andava predicando, e sanando infermi, chi si trovava a tempo, era sanato, chi lo trovava passato restava infermo. Perciò dicea S. Agostino: Fratres aperte dico: Timeo Iesum transeuntem10. Le luci, e le chiamate di Dio son di passaggio, chi non se ne serve subito, non più le troverà.

 

Perciò i Santi an procurato di obbedire subito alle divine chiamate. S. Ignazio chiamato a darsi a Dio alla lettura d'un libro spirituale mentre stava infermo, subito lasciò il mondo, e si diede a Dio11.

 

S. Giovanni di Dio in sentire una predica del P. Maestro Avila, subito uscito dalla chiesa dispensò quei libri, che avea, ch'erano tutto il suo avere, e mercanzia, e si donò a Dio, mettendosi in mano dell'istesso P. Avila, e così si fece santo12.

 

Narra il P. Recupito della Compagnia di Giesù, che un giovine stando in peccato mortale, una notte fu ispirato a confessarsi, subito l'istessa notte in ogni conto si volle confessare; la mattina


- 46 -


si trovò morto di subito13. Ecco, se avesse differito solo quella notte a tornare a Dio, la mattina già sarebbe morto, e si sarebbe dannato.

 

Fratello mio, ora ch'è venuta la Missione, se stai in peccato mortale, subito confessati, non aspettare nemmeno il giorno della comunione, chi sa frattanto ti viene la morte?

 

Ma Padre ora non son disposto: ora m'è troppo scommodo fare quella restituzione, lasciare quella casa, quell'amicizia. Non posso ora levar quell'odio.

 

Non posso? Non vuoi. Abbi pazienza, fatti un poco di forza, che potrai. Se non forza per entrare nel Paradiso, in Paradiso non ci vai: Arcta est via14. La via è stretta, bisogna farsi forza per entrarvi.

 

Se ti vuoi salvare, fallo , e se , tieniti per dannato.

 

Presto, fatti forza, apri gli occhi. Si tratta d'eternità.

 

Ma sappi, che quanto più sarà la violenza che ti farai per lasciare la mala vita, e darti a Dio, tanto più saranno le grazie, che Dio ti farà. Un atto solo di violenza fatto per vincere se stesso, e darsi a Dio, oh quanto vale! Basta a fare un santo.

 

La Maddalena con un atto solo di questi, quando vincendo tutti i rispetti umani si andò a buttare a' piedi di Giesù Cristo piangendo i peccati suoi a vista d'un pubblico convito; piacque tanto a Giesù Cristo quest'atto solo, che la perdonò immediatamente, e la dichiarò sua grande amante: Remittuntur ei, disse, peccata multa, quoniam dilexit multum15.

 

La Vener. Madre Giovanna Chantal prima figlia spirituale di S. Francesco di Sales, e prima fondatrice dell'Ordine della Visitazione, quando s'ebbe da partire dalla casa per chiudersi nel Monistero, il figlio, giacch'era vidua16, piangendo, per non farla passare, se le pose steso avanti la porta, ed ella con animo grande,


- 47 -


passò, calpestò il figlio, e sen'andò a chiudere, e da allora cominciò a fare una vita così santa che speriamo tra breve vederla adorata17 sopra gli altari; poiché già si sta trattando la sua causa18.

 

Quanto vale dunque l'obbedire subito alla voce di Dio. Bisogna perciò o subito obbedire alla chiamata di Dio, o bisogna temere qualche gran castigo da Dio; e passiamo al II punto.

 




2 Ps., XCIV, 8; Hodie si vocem eius audieritis, nolite obdurare corda vestra. Cfr lo stesso testo in Hebr., III, 15.



3 Matth., IV, 20: At illi continuo relictis retibus sequuti sunt eum.



4 PS.-BERNARDUS, Declamationes de colloquio Simonis cum Iesu, c. 27, n. 33; PL 184, 456: Ab ore putei gehennae eripior; et inducias petam, et retardabo; et cunctabor exire si forte interius fiat aliquid? Lo scritto è dell'Ab. Geoffroy d'Auxerre (Gaufridus), vedi P. GLORIEUX, Pour revaloriser Migne; tables rectificatives, Lille 1952, 71.

5 Non hai forza.



6 Avrai forza.



7 Morte improvvisa per colpo apoplettico.- Butto per sbocco; saetta per fulmine.

8 Forse da ROSIGNOLI C. G., La saggia elettione, p. II, c.. 5, parag. 2; Opere, III, Venezia 1713, 528: Quoniam, siegue egli [Crisostomo], acer instat diabolus, ut se in animam insinuet, et si brevem arripuerit prorogationem, ad magnum inducit torporem. Cfr CHRYSOST., In Matth., hom. 68, al. 69, n. 5; PG 58, 647: Quia vehementer instat diabolus, ut sese insinuet; et si tantillum socordiae et tarditatis deprehendat, in magnam desidiam coniicit.



9 Act., X, 38: Qui pertransiit benefaciendo et sanando omnes oppressos a diabolo.



10 AUGUST., Sermones de Scripturis, serm. 88, c. 14, (al. De verbis Domini, 18); PL 38, 546: Hoc dico, et aperte dico. Timeo enim Iesum transeuntem, et manentem: et ideo tacere non possum. Altri riportano questo testo in modo diverso, come P. BIANCHI, Venite seorsum: esercizi spirituali per religiosi e religiose, Introduzione, II, n. 3 Milano 1932, 30: «Onde S. Agostino diceva: Temo che Gesù passi oltre da me e mi maledica»!



11 V. NOLARCI, Vita del Patriarca S. Ignazio di Loiola, c. 3; Venezia 1687, 14 ss.



12 A. GOVEA, Vita e miracoli del glorioso padre de' poveri S. Giovanni di Dio, 1. I, c. 4; Roma 1690, 43 ss.

13 Iul. Caesar RECUPITUS, Opusc. de signis praedestinationis et reprobationis, c. 3 secundum praedest. signum post peccatum poenitentiae celeritas; Neapoli 1643, 25: Facit huc memorabile exemplum, quod a fide dignis accepi. Quidam vesperi in lecto decumbens, cum subductis conscientiae calculis, se eo die in peccatum mortale incidisse animadverteret, coepit urgeri hinc conscientiae stimulis, ut statim ad confessionem accurreret; illinc pudore, et importunitate temporis, ob quod amentiae notam incurreret. Vicit pudorem conscientiae stimulus: et nulla mora interposita e lecto exiliens ad confessarium advolat, noxam confessione diluit. Ad lectum reversus ea nocte repentino morbo oppressus, mortuus repertus est mane: admirantibus, qui rem noverant, eam poenitentiae celeritatem, quae illi et praedestinationis effectus fuit et signum.

14 Matth., VII, 14: Quam angusta porta, et arcta via est quae ducit ad vitam.



15 Luc., VII, 47: Propter quod dico tibi: Remittuntur ei peccata multa, quoniam dilexit multum.



16 Vedova.

17 Venerata.



18 Cfr C. SACCARELLI, Vita della B. Giovanna Francesca Fremiot di Chantal, 1. 1, c. 28; Venezia 1753, ed. III, 172 ss.






Precedente - Successivo

Copertina | Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

IntraText® (V89) © 1996-2006 EuloTech