IV. Circa l'ubbidienza.

Ubbidisca ognuno esattamente così alle regole ed a' segni degl'atti comuni come a tutti gli ordini del vescovo, del rettore e del prefetto, ed anche del maestro per quello che s'appartiene allo studio; portando loro tutto il rispetto, guardandosi di mormorarne né dentro né fuori del seminario ed eseguendo ancora le penitenze che gli saranno da essi imposte, ancorché qualche volta fusse innocente del difetto di cui è stato accusato. Sappiano tutti che i disubbidienti saranno rigorosamente castigati, e se in ciò non si emendano, ||11|| saranno mandati via dal seminario, dove, se non v'è ubbidienza, non serviranno più le regole e non potrà più esservi la buona osservanza.