Copertina | Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
S. Alfonso Maria de Liguori Apparecchio alla Morte IntraText CT - Lettura del testo |
PUNTO II
Il negozio dell'eterna salute non solo è il più importante, ma è «l'unico» negozio che abbiamo in questa vita. «Porro unum est necessarium».1 Piange S. Bernardo2 la sciocchezza de' cristiani, che chiamano pazzia le pazzie de' fanciulli, e poi chiamano negozi i loro affari terreni. «Nugae puerorum, nugae vocantur, nugae maiorum, negotia vocatur?» Queste pazzie de' grandi sono pazzie più grandi. Ed a che serve (dice il Signore) guadagnarti tutto il mondo, e perdere l'anima? «Quid prodest homini, si mundum universum lucretur, animae vero suae detrimentum patiatur?» (Matth. 16. 26). Se ti salvi, fratello mio, non importa che in questa terra sii stato povero, afflitto e disprezzato: salvandoti, non avrai più guai, e sarai felice per tutta l'eternità. Ma se la sgarri e ti danni, che ti servirà nell'inferno l'averti presi tutti gli spassi
del mondo, e l'essere stato ricco ed onorato? Perduta l'anima, si perdono gli spassi, gli onori, le ricchezze; si perde tutto.
Che risponderai a Gesu-Cristo nel giorno de' conti? Se il re mandasse un suo ambasciadore3 a trattare qualche gran negozio in una città, e quegli in vece di attendere ivi all'affare commessogli, attendesse solamente a far banchetti, commedie e festini: e con ciò mandasse a male il negozio, qual conto ne darebbe al re nel suo ritorno? Ma oh Dio! che maggior conto darà al Signore nel giudizio colui, che posto sulla terra, non per divertirsi, non per farsi ricco, non per acquistare onori ma per salvarsi l'anima, ad ogni cosa avrà atteso, fuorché all'anima? Si pensa da' mondani solamente al presente, non al futuro. S. Filippo Neri4 parlando una volta in Roma ad un giovane di talento, chiamato Francesco Zazzera, che stava applicato al mondo, gli disse così: Figlio mio, tu farai gran fortuna, sarai buono avvocato, poi sarai prelato, poi forse anche cardinale, e chi sa, forse anche Papa. E poi? e poi? Va (gli disse in fine), pensa a queste due ultime parole. Se ne andò Francesco alla casa, e pensando a quelle due parole, «e poi? e poi?» lasciò le sue applicazioni mondane, lasciò anche il mondo, ed entrò nella stessa Congregazione di S. Filippo, e cominciò ad attendere solo a Dio.
«Unico» negozio, perché un'anima abbiamo. Benedetto XII5 fu richiesto da un principe d'una grazia, che non potea concedersi senza peccato; il Papa rispose all'ambasciadore:6 Dite al vostro principe, che se io avessi due anime, potrei una perderla per lui e l'altra riservarla per me; ma perché7 ne ho una sola, non posso né voglio perderla. Dicea S. Francesco Saverio8 che un solo bene vi è nel mondo, e un solo male;
l'unico bene è il salvarsi, l'unico male è il dannarsi. Ciò replicava ancora S. Teresa9 alle sue monache dicendo: «Sorelle mie, un'anima, un'eternità». Volendo dire: «Un'anima», perduta questa, è perduto tutto: «Una eternità», perduta l'anima una volta, è perduta per sempre. Perciò pregava Davide:10 «Unam petii, et hanc requiram, ut inhabitem in domo Domini» (Ps. 22. 6).11 Signore, una cosa vi chiedo,12 salvatemi l'anima, e non altro.
«Cum metu, et tremore, vestram salutem operamini» (Phil. 2. 12). Chi non teme e non trema di perdersi, non si salverà; ond'è che per salvarsi, bisogna faticare e farsi violenza. «Regnum coelorum vim patitur, et violenti rapiunt illud» (Matth. 11).13 Per conseguir la salute è necessario che in morte la nostra vita si trovi simile a quella di Gesu-Cristo. «Praedestinavit uniformes fieri imaginis Filii sui» (Rom. 8. 29).14 E perciò dobbiam faticare in fuggir le occasioni15 da una parte, e dall'altra in avvalerci de' mezzi necessari a conseguir la salute. «Regnum non dabitur vagantibus (dice S. Bernardo),16 sed pro servitio Deo digne laborantibus». Tutti vorrebbero salvarsi senza incomodo. Gran cosa! dice S. Agostino,17 il demonio fa tanta fatica, e non dorme per farci perdere; e tu, trattandosi del tuo bene, o male eterno, sei così trascurato? «Vigilat hostis, dormis tu»?
Ah mio Dio, vi ringrazio che a quest'ora mi fate stare a' piedi vostri, e non all'inferno, che tante volte mi ho18 meritato. Ma che mi servirebbe la vita che Voi mi conservate, s'io seguitassi a vivere privo della vostra grazia? Ah non sia mai. Io vi ho19 voltate le spalle, io v'ho perduto, o mio sommo bene; me ne dispiace con tutto il cuore. Fossi morto prima mille volte. Io vi ho20 perduto, ma il vostro profeta mi fa sentire che voi siete tutto buono, e ben vi fate trovare da un'anima che vi cerca: «Bonus est Dominus animae quaerenti illum» (Thren. 3. 25). Se per lo passato io son fuggito da voi, o Re del mio cuore, ora vi cerco, e non cerco altro che Voi. V'amo con tutto il mio affetto. Accettatemi, non isdegnate di farvi amare da quel cuore, che un tempo vi ha disprezzato. «Doce me facere voluntatem tuam».21 Insegnatemi che ho da fare per darvi gusto, che io tutto voglio eseguirlo. Deh Gesù mio, salvatemi quest'anima, per cui avete speso il sangue e la vita; e 'l salvarmi sia darmi la grazia di sempre amarvi in questa vita e nell'altra. Così spero a' meriti22 vostri.
E così anche spero alla23 vostra intercessione, o Maria.
nelle quali due cose consiste tutta la legge di Dio, è manifesto quanto a ciò conferisca e aiuti l'esatta, e distinta considerazione di ciascun precetto, la quale, come innanzi a uno specchio, ci fa vedere le macchie, che dobbiamo levare, e quanto di buono aggiungere». Cfr. Epistolae S. Francisci Xaverii aliaque eius scripta, I, Romae 1944 (ed. G. Schurnammer), 450.