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S. Alfonso Maria de Liguori
Selva di materie predicabili

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ISTRUZ. XI. Circa la divozione verso Maria SS.

(Questa istruzione può servire così per istruzione, come per sermone, secondo meglio piacerà; ma o nell'uno o nell'altro modo si prega chi gli esercizj a' sacerdoti di non lasciar questo discorso, essendo forse quello di maggior frutto di tutti gli altri; giacché senza la divozione verso Maria è moralmente impossibile che un sacerdote sia buon sacerdote.)

 

Consideriamo prima la moral necessità che hanno i sacerdoti dell'intercessione di Maria, e poi la confidenza che debbono aver nell'intercessione di questa divina Madre. Ed in primo luogo, in quanto alla necessità, bisogna sapere che quantunque il concilio di Trento ha solamente dichiarato che l'intercessione de' santi sia utile, non già necessaria; nondimeno s. Tommaso l'angelico pone il dubbio4: Utrum debeamus sanctos orare ad interpellandum pro nobis. E risponde che sì, dicendo che l'ordine della divina legge richiede che noi mortali ci salviamo per mezzo de' santi, con ottenere per loro mezzo le grazie necessarie alla salute: Ordo est, sono le sue parole, divinitus institutus in rebus, secundum Dionysium, ut per media ultima reducantur in Deum. Unde cum sancti qui sunt in patria sint Deo propinquissimi, hoc divinae legis ordo requirit ut nos, qui peregrinamur a Domino, in eum per sanctos medios reducamur. E poi soggiunse: Sicut, mediantibus sanctorum suffragiis, Dei beneficia in nos deveniunt, ita oportet nos in Deum reduci, ut iterato beneficia eius sumamus mediantibus sanctis. Lo stesso hanno scritto poi altri autori, e specialmente il Continuatore di Tournely con Silvio5, dicendo: Lege naturali tenemur eum ordinem observare quem Deus instituit; ac constituit Deus ut ad salutem inferiores perveniant, implorato superiorum suffragio.

 

Or se ciò corre parlando dell'intercessione de' santi, tanto maggiormente dee correre parlando dell'intercessione di Maria, le cui preghiere appresso Dio vagliono più che quelle


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di tutti i santi. Scrisse s. Tomaso che i santi possono salvar molti per mezzo della grazia abbondante loro da Dio donata, ma che la b. Vergine ha meritata tanta grazia che può salvar tutti: Magnum est enim in quolibet sancto, quando habet tantum de gratia quod sufficit ad salutem multorum; sed quando haberet tantum quod sufficeret ad salutem omnium, hoc esset maximum; et hoc est in Christo et in b. Virgine1. E s. Bernardo scrisse che siccome noi abbiamo l'accesso a Dio per mezzo del suo figlio Gesù Cristo, così abbiamo l'accesso al figlio per mezzo della madre: Per te accessum habemus ad filium, o inventrix gratiae, mater salutis, ut per te nos suscipiat qui per te datus est nobis2. Onde poi disse, che quanto noi abbiamo di grazie divine tutto lo riceviamo per mezzo di Maria: Totius boni plenitudinem Deus posuit in Maria; ut proinde si quid spei nobis est, si quid gratiae, si quid salutis, ab ea noverimus redundare. Hortus deliciarum, ut undique fluant aromata eius, charismata scilicet gratiarum3. E la ragione che ne assegna il santo è questa: Sic est voluntas eius qui totum nos habere voluit per Mariam. E ciò significano tutti quei testi della scrittura che la s. chiesa applica a Maria: Qui me invenerit, inveniet vitam, et hauriet salutem a Domino4. In me gratia omnis viae et veritatis5. Qui operantur in me non peccabunt; qui elucidant me vitam aeternam habebunt6. Basta per tutti a confermarci in questo sentimento quel che ci fa dire la s. chiesa nella Salve, Regina, dove ci fa chiamare Maria la nostra vita e la nostra speranza: Vita, dulcedo et spes nostra, salve.

 

Quindi s. Bernardo ci esorta di ricorrere a questa divina madre con confidenza sicura di ottener quelle grazie che le cerchiamo, poiché il figlio non sa negar niente alla madre: Ad Mariam recurre; non dubius dixerim, exaudiet utique matrem filius7. Ond'egli poi dicea che Maria era tutta la ragione della sua speranza: Filioli, haec peccatorum scala, haec maxima mea fiducia, haec tota ratio spei meae. E concludea dicendo che tutte le grazie che desideriamo dobbiam cercarle per mezzo di Maria, poiché ella ottiene quanto domanda, e le sue preghiere non possono aver ripulsa: Quaeramus gratiam, et per Mariam quaeramus; quia quod quaerit invenit et frustrari non potest8. Lo stesso prima di s. Bernardo disse s. Efrem: Nobis non est alia, quam a te, fiducia, o Virgo sincerissima. Lo stesso dice s. Idelfonso: Omnia bona quae illis summa maiestas decrevit facere, tuis manibus, o Maria, decrevit commendare: commissi quippe sunt tibi thesauri et ornamenta gratiarum. Lo stesso disse s. Pier Damiani: In manibus tuis sunt omnes thesauri miserationum Dei. E s. Bernardino da Siena: Tu dispensatrix omnium gratiarum; salus nostra in manu tua est. E lo stesso sentirono anche s. Giovanni damasceno, s. Germano, s. Anselmo, s. Antonino, l'Idiota e tanti altri autori gravi, come il Segneri, il Pacciucchelli, il Crasset, il Vega, il Mendoza ed altri col dotto p. Natale Alessandro il quale scrisse: Qui (Deus) vult ut omnia bona ab ipso expectemus,


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potentissima virginis Matris intercessione impetranda, cum eam, ut par est, invocemus1. Lo stesso lasciò scritto il p. Contensone, il quale spiegando le parole dette da Gesù in croce a s. Giovanni: Ecce Mater tua, soggiunge: Quasi diceret: nullus sanguinis mei particeps erit, nisi intercessione matris meae. Vulnera gratiarum fontes sunt, sed ad nullos derivabuntur rivi, nisi per Mariae canalem. Ioannes discipule, tantum a me amaberis, quantum eam amaveris2.

 

E se tutti debbono esser divoti della madre di Dio per questa moral necessità che tutti hanno dell'intercessione di Maria, molto più debbono esserne divoti i sacerdoti, che, avendo maggiori obblighi, han bisogno di grazie maggiori per salvarsi. Noi sacerdoti dovremmo star sempre a' piedi di Maria a pregarla che ci soccorra. S. Francesco Borgia molto temea della perseveranza e della salute di quelle persone che non hanno una special divozione alla Madonna; poiché, secondo quel che disse s. Antonino, chi pretende le grazie senza l'intercessione di Maria, sine alis tentat volare. E s. Anselmo giunse a dire: Impossibile est ut a te, o Maria, aversus salvetur3. Lo stesso lasciò scritto s. Bonaventura: Qui neglexerit illam morietur in peccatis suis4. Il b. Alberto Magno: Gens quae non servierit tibi, peribit5. E Riccardo di s. Lorenzo, parlando di Maria, scrisse: In mare mundi submergentur omnes illi quos non suscipit navis ista. All'incontro chi è fedele nella servitù della ss. Vergine, certamente si salverà. «O madre di Dio, dicea s. Giovanni Damasceno, se io metto la mia confidenza in voi, io sarò salvo. Se sono sotto la vostra protezione, nulla ho a temere, perché l'esser vostro divoto e l'aver certe armi di salute che Iddio non concede se non a coloro ch'egli vuol salvi6.

 

Ma passiamo ora a vedere la confidenza che dobbiamo avere nell'intercessione di Maria, confidando nella sua potenza e nella sua pietà. In quanto alla potenza: Cosmo gerosolimitano chiamava l'intercessione della nostra Regina non solo potente, ma onnipotente: Omnipotens auxilium tuum, o Maria. E Riccardo di s. Lorenzo scrisse: Ab omnipotente Filio omnipotens mater facta est7. Il figlio è onnipotente per natura, la madre per grazia; mentr'ella ottiene da Dio quanto dimanda. E ciò per due ragioni: per prima, perché Maria è stata la creatura la più fedele e la più amante di Dio; onde, come dice il p. Suarez, il Signore ama più Maria che tutti gli altri beati insieme. Un giorno s. Brigida intese che Gesù parlando con sua Madre le disse: Mater, pete quid vis a me: non enim potest esse inanis petitio tua: e poi soggiunse: Quia tu mihi nihil negasti in terris, ego tibi nihil negabo in coelis8. Per secondo, perché Maria è madre; onde disse s. Antonino che le sue preghiere han ragione d'impero, perché sono preghiere di Madre: Oratio Deiparae habet rationem imperii; unde impossibile est eam non exsaudiri9. Pertanto le dicea il Damasceno: «Signora, voi siete onnipotente per salvare i peccatori, né avete bisogno d'altra raccomandazione verso Dio, mentre gli


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siete madre». E s. Giorgio nicomediense scrisse che Gesù Cristo per soddisfare in certo modo all'obbligo che egli ha a Maria per avergli dato l'essere umano, fa quanto ella gli dimanda: Filius, quasi exsolvens debitum, petitiones tuas implet1. E perciò giunse a dire s. Pier Damiani che quando va Maria a cercargli qualche grazia per li suoi divoti, accedit ad illud humanae reconciliationis altare non solum rogans, sed imperans; domina, non ancilla: nam Filius nihil negans honorat2. Sin da che Maria stava in questa terra ebbe questo privilegio di veder esaudite dal Figlio tutte le sue preghiere. S. Giovanni Grisostomo, parlando della richiesta che fece la ss. Vergine al Figlio di provvedere del vino ch'era mancato nelle nozze di Cana Galilea col dire: Vinum non habent; dice che quantunque il Redentore par che avesse ricusato di far la grazia, rispondendo: Quid mihi et tibi est, mulier? nondum venit hora mea3, nondimeno, dice il santo, non lasciò di ubbidire alla dimanda della madre: Et licet ita responderit, maternis tamen precibus obtemperavit. Le preghiere di Maria, scrisse s. Germano, ottengono grazie insigni a' peccatori più perduti, perché son preghiere accompagnate dall'autorità di madre: Tu autem materna in eum auctoritate pollens, etiam iis qui enormiter peccant eximiam remissionis gratiam concilias; non enim potes non exaudiri, cum Deus tibi, ut verae et intemeratae matri, in omnibus morem gerat4. In somma non v'è alcuno, per quanto sia empio, che Maria non lo salvi colla sua intercessione quando vuole: onde le dicea s. Giorgio arcivescovo di Nicomedia: O gran madre di Dio, habes vires insuperabiles, ne clementiam tuam superet multitudo peccatorum. Nihil tuae resistit potentiae; tuam enim gloriam Creator existimat esse propriam5. A voi dunque, o mia regina, niente è impossibile, parla s. Pier Damiani, giacché potete soccorrere e salvare anche i disperati: Cui possibile est etiam desperatos in spem salutis relevare.

 

Quanto poi Maria è potente a poterci salvare colla sua intercessione, tanto ancora è pietosa a volerci salvare: Nec facultas nec voluntas illi deesse potest, dice s. Bernardo: ella si chiama madre di misericordia, perché la pietà che conserva per noi fa che ci ami e ci soccorra, come una madre soccorre ad un figlio infermo. L'amore di tutte le madri insieme, dice il p. Nierembergh, non giunge all'amore che Maria porta ad un solo suo divoto che se le raccomanda. Perciò vien ella rassomigliata ad una bella uliva: Quasi uliva speciosa in campis6. Dicesi in campis, commenta Ugon cardinale, ut omnes eam respiciant, omnes ad eam confugiant. Siccome l'oliva manda olio a chi la preme (l'olio è simbolo della misericordia), così Maria diffonde le sue misericordie ad ognuno che a lei ricorre. Scrisse il b. Amedeo che la nostra Regina sta continuamente in cielo pregando per noi: Adstat beatissima Virgo vultui Conditoris prece potentissima semper interpellans pro nobis. E prima lo scrisse il venerabil Beda: Stat Maria in conspectu Filii sui non cessans pro peccatoribus exorare7. Disse s. Bernardo:


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E che altro mai può uscire da un fonte di misericordia, se non misericordia! Quid de fonte pietatis, nisi pietas? S. Brigida intese una volta che il nostro Salvatore dicea a Maria: Mater, pete quid vis a me. E Maria rispose: Misericordiam peto pro miseris1. Come dicesse: Figlio, giacché voi mi avete fatta madre di misericordia, che voglio cercarvi? Altro non vi cerco che pietà per li miseri peccatori. La gran carità che regna nel cuor di Maria verso tutti, dice s. Bernardo, l'obbliga ad aprire a tutti il seno della misericordia: Sapientibus et insipientibus copiosissima caritate debitricem se fecit; omnibus misericordiae suae sinum aperit, ut de plenitudine eius accipiant omnes2.

 

S. Bonaventura dicea che guardando Maria gli parea di non vedere più la divina giustizia che lo spaventasse, ma solamente la divina misericordia che Dio ha posta in mano di Maria per soccorrere i miserabili: Certe, Domina, cum te aspicio, nihil nisi misericordiam cerno: nam miseris mater Dei facta es, et tibi officium miserendi commissum3. E s. Leone disse che Maria è piena di tanta misericordia che dee chiamarsi la stessa misericordia: Maria adeo praedita est misericordiae visceribus ut non tantum misericors, sed ipsa misericordia dici promereatur4. E chi mai, esclama s. Germano, dopo Gesù Cristo ha tanta cura del nostro bene quanto voi, o madre di misericordia? Quis, post filium tuum, curam gerit generis humani, sicut tu? Quis ita nos defendit in nostris afflictionibus? Quis pugnat pro peccatoribus? Propterea patrocinium tuum maius est quam apprehendi possit5. S. Agostino parlando di Maria, scrisse: Unam ac te solam pro nobis in coelo fatemur esse sollicitam6. Come dicesse: o madre di Dio, è vero che tutt'i santi amano la nostra salute, ma la carità che voi avete per noi in assisterci dal cielo con tanto amore, colmandoci di tante grazie che continuamente c'impetrate, ci obbliga a confessare che voi sola siete quella che veramente ci amate e siete sollecita del nostro bene. Soggiunge s. Germano: Non est satietas defensionis eius. Maria sempre prega per noi e torna a pregare e non si sazia mai di pregare in nostra difesa: Non est satietas defensionis eius.

 

Dice Bernardino da Bustis che più desidera Maria di dispensare a noi le grazie, che noi di riceverle: Plus vult illa bonum tibi facere et gratiam largiri quam tu accipere concupiscas7. Dice lo stesso autore che siccome il demonio, secondo dice s. Pietro, va sempre in giro cercando chi divorare, circuit quaerens quem devoret8; così Maria va in giro cercando chi può salvare: Ipsa semper circuit quaerens quem salvet9. Dimando: chi riceve le grazie di Maria? chi le vuole. Diceva un'anima santa: a Maria basta cercare le grazie per ottenerle. Anzi scrisse s. Idelfonso che noi dobbiamo supplicar la Madonna non d'altro se non che preghi per noi, perché ella pregando ci otterrà maggiori grazie di quelle che noi potessimo dimandare: Maiori devotione orabit pro me quam ego auderem petere; et maiora mihi impetrabit quam petere praesumam. Molti


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perché non ricevono grazie dalla Madonna? perché non le vogliono. Chi sta attaccato a qualche passione d'interesse o d'ambizione o d'affetto non puro, la grazia d'esserne distaccato non la vuole e perciò non la cerca; se la cercasse a Maria, certamente l'avrebbe. Ma misero ed infelice, disse la stessa b. Vergine a s. Brigida, chi potendo a lei ricorrere in questa vita, resterà per sua colpa misero e perduto ne' suoi peccati: Ideo miser erit qui ad misericordem, cum possit, non accedit1. Verrà tempo che vorrebbe ricorrere e non potrà.

 

Deh non ci esponiamo a questo gran pericolo. Ricorriamo sempre a questa divina madre, che non sa far ritornare scontento chi ad essa ricorre. Ita benigna est, dice Lodovico Blosio, ut neminem tristem redire sinat2. Maria si fa trovar sempre pronta ad aiutar chi l'invoca, come dice Riccardo di s. Lorenzo: Invenies semper paratam auxiliari. Anzi dice Riccardo di s. Vittore che la pietà di Maria previene le nostre suppliche e ci soccorre prima che noi la preghiamo: Velocius occurrit eius pietas quam invocetur, et causas miserorum anticipat3. E ciò avviene, soggiunge lo stesso autore, perché Maria è così piena di misericordia che non sa veder le nostre miserie e non aiutarci: Adeo replentur ubera tua misericordia ut, alterius miseriae notitia tacta, lac fundant misericordiae; nec possis miserias scire, et non subvenire4. E chi mai, esclama Innocenzo III., è ricorso a Maria e Maria non l'ha esaudito? Quis invocavit eam, et non est auditus ab ipsa5. Chi ha cercato mai il suo soccorso, dice ancora il b. Eutichiano, e Maria l'ha abbandonato? Quis unquam, o beata, fideliter omnipotentem tuam rogavit opem, et fuit derelictus? revera nullus unquam6. Scrisse s. Bernardo: O Vergine santa, se mai trovasi alcuno che invocandovi si ricordi non essere stato da voi soccorso, mi contento che costui lasci di lodare la vostra misericordia: Sileat misericordiam tuam, Virgo beata, qui in necessitatibus te invocatam meminerit defuisse7. No, che questo caso non si è dato e non si darà; poiché Maria, dice s. Bonaventura, non sa non compatire e non soccorrere i miserabili: Ipsa enim non misereri ignorat, et miseris non satisfacere numquam scivit. Onde dicea poi il santo che offendono questa madre di misericordia, la quale ha tanto desiderio di aiutarci e vederci salvi, non solo quei che le fanno qualche ingiuria positiva, ma anche coloro che lasciano di domandarle le grazie: In te, Domina, peccant non solum qui tibi iniuriam irrogant, sed etiam qui te non rogant8.

 

Ricorriamo dunque a Maria; e non diffidiamo della sua pietà, al vederci indegni d'essere esauditi per li nostri peccati. Rivelò il Signore a s. Brigida che anche Lucifero resterebbe salvato da Maria, se quel superbo si umiliasse ed a lei ricorresse: Etiam diabolo misericordiam exhiberet, si ille humiliter peteret. E la stessa Vergine disse alla medesima s. Brigida che quando viene un peccatore a' suoi piedi, ella non guarda i peccati che porta, ma l'intenzione con cui viene; se viene con animo di mutar vita, ella lo sana e lo salva: Quantumcumque


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homo peccet, si ex vera emendatione ad me reversus fuerit, statim parata sum recipere revertentem: nec attendo quantum peccaverit, sed cum quali voluntate venit; nam non dedignor eius plagas ungere et sanare, quia vocor et vere sum mater misericordiae. Perciò s. Bonaventura chiamava Maria la salute di chi l'invoca: O salus te invocantium. Basta ricorrere a Maria, per esser salvo.

 

Replico dunque: ricorriamo sempre a questa gran madre di Dio, pregandola che ci protegga. Ma per maggiormente acquistarci la sua protezione, procuriamo di renderle tutti gli ossequj che possiamo. Quel gran divoto di Maria, il fratello Giovanni Berkmans della compagnia di Gesù, stando in morte fu interrogato da' suoi compagni che cosa potessero fare per cattivarsi la grazia di Maria. Rispose: Quidquid minimum, dummodo sit constans. Basta ogni piccolo ossequio, per acquistare il patrocinio di questa divina madre. Ella si contenta d'ogni nostra piccola servitù, purché sia perseverante; poiché è sì liberale che suole rimunerare piccole cose con grazie abbondanti, come dice s. Andrea cretense: Cum sit magnificentissima, solet maxima pro minimis redderet1. Ma non dobbiamo contentarcene noi; almeno offeriamole tutti quegli ossequj che ordinariamente sogliono offerirle tutt'i suoi divoti: come sono il recitarle ogni giorno il rosario, il far le sue novene, digiunar nel sabbato, portar l'abitino, visitarla ogni giorno in alcuna sua immagine con domandarle qualche grazia speciale, leggere ogni giorno qualche libro che tratta delle sue lodi, salutarla in uscire ed entrare in casa, in levarci la mattina e in andare a letto la sera metterci sotto il suo manto con tre Ave alla sua purità. Queste divozioni le praticano anche i secolari; ma noi sacerdoti possiamo molto più onorarla, con predicar le sue glorie ed insinuare agli altri la sua divozione: Qui elucidant me vitam aeternam habebunt2: Ella promette la vita eterna a chi s'impiega in questa terra per farla conoscere ed amare. Il b. Edminco vescovo cominciava ogni predica dalle lodi di Maria. Piacque tanto ciò alla divina madre che un giorno disse a santa Brigida: «Dite a quel prelato ch'io voglio essergli madre e che nella morte voglio io presentare l'anima sua a mio Figlio». Oh che piacere darebbe alla Madonna quel sacerdote che in ogni sabbato in qualche chiesa o cappella facesse un sermoncino di Maria al popolo, parlando specialmente della sua pietà e del desiderio che ha la santa Vergine di soccorrere ognun che la prega! Giacché, come dice s. Bernardo, la misericordia di Maria è quella che più tira le genti ad affezionarsi alla sua divozione. Almeno chi predica procuri in ogni predica che fa, prima di terminare, di far ricorrere il popolo a Maria santissima con domandare qualche grazia. In somma, dice Riccardo di s. Lorenzo, chi onora Maria acquista tesori di vita eterna: Honorare Mariam est thesaurizare vitam aeternam3. A questo fine anni sono io diedi alla luce il mio libro intitolato Le glorie di Maria, e procurai di arricchirlo di autorità di scritture, di santi padri, d'esempj e di pratiche divote, acciocché non solo servisse a tutti per leggere, ma giovasse specialmente ai


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sacerdoti in trovar ivi abbondante materia per predicare le lodi di Maria e per infervorare il popolo alla di lei divozione.

Prevengo il mio lettore che nella terza parte che siegue, darò un breve compendio di tutti gli esercizj di missione, colle loro regole e pratiche. E mi dichiaro che questo compendio io ho pensato darlo alle stampe, non solo per istruzione de' giovani della nostra congregazione, ma anche degli altri sacerdoti non pratici di missioni; mentre alcuni avrebbero zelo, talento e comodità di far missioni, e forse per mancanza d'indirizzo non le fanno. Or coll'indirizzo del detto mio compendio potrebbero unirsi tra di loro e far le missioni. Se potessero unirsi in numero ch'essi soli bastassero a poter confessare tutte le anime di quel paese dove vanno, meglio sarebbe: ma se poi non possono trovare più compagni, vadano almeno quei pochi che sono; e vadano infiammati di desiderio di acquistare anime a Dio, ché pure faranno gran frutto. Il Signore, vedendo il lor buon desiderio, li aiuterà e loro darà forza di faticare per molti.

 




4 In 4. sent. dist. 45. q. 3. a. 2.



5 1. de relig. c. 2 de orat. a. 4. q. 1.



1 Ep. 8.



2 Serm. in dom. infr. oct. Assumpt.



3 Serm. de Aquaeduct



4 Prov. 8. 35.



5 Eccli. 24. 25.



6 Ibid.



7 Serm. cit. de Aquaed.



8 Ibid.



1 Epist. 176. In calce tom. 4. moral.



2 Theol. ment. et cord. t. 2. l. 10. d. 4. c. 1.



3 De excell. Virg, c. 11.



4 Ps. 116.



5 Bibl. Marc. c. 60.



6 Serm. de nat. B. Virg.



7 L. 4. de laud. Virg.



8 Rev. 1. c. 4.



9 Part. 4. tit. 25. c. 17.



1 Orat. de exitu Matr.



2 Serm. 1. de nativit. Beat. Virg.



3 Io. 2. 4.



4 Vide in Ench. Deip.



5 Orat. de exitu B. Virg.



6 Eccl. 24. 19.



7 In cap. 1. Lucae.



1 Rev. l. 1. c. 46.



2 Supra signum magn.



3 Stim. Amor.



4 Serm. de nativit. Dom.



5 Serm. de zona Virg.



6 Apud Bon. in Spec. lect. 6.



7 Marial. 1. serm. 5. de nom. Mar.



8 1. Petr. 5. 8.



9 Ibid. part. 3. serm. 3.



1 Revel. l. 1. c. 6.



2 L. 4. c. 12.



3 In Cant. c. 23.



4 Ibid.



5 Ser. 2. de assumpt. B. V.



6 In vita s. Th.



7 Serm. 1. de assumpt.



8 In spec. Virg.



1 Orat. 2. de dorm. Virg.



2 Eccli. 24. 31.



3 De laud. Virg. lib. 2.






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