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S. Alfonso Maria de Liguori
Selva di materie predicabili

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CAP. II. Del rosario di Maria Santissima.

 

§. I. Della narrativa.

 

Prima di recitarsi il rosario suol farsi l'introduzione col narrare qualche fatto della protezione che ha Maria santissima de' divoti del rosario. Si avverta qui nonperò che questa introduzione colla narrativa non dee farsi se non quando v'è tempo che avanzi, e perciò convenga tenere il popolo applicato, il che succede rade volte; del resto ordinariamente in tempo d'inverno ed in quei luoghi dove l'istruzione si fa nel giorno, siccome comunemente si pratica, vi è poco tempo; ond'è meglio allora tralasciare l'introduzione e far recitare il rosario, che molto conferisce al profitto della missione. Per lo che è bene subito cominciare a dire i misteri che debbono contemplarsi, con qualche piccola riflessione e breve moralità, secondo si dirà qui appresso. Se poi avanzasse tempo, la narrativa potrà farsi in fine del rosario. Mettiamo qui nonpertanto le regole della suddetta narrativa.

 

La narrativa contiene tre parti, introduzione, fatto e moralità. E I. in quanto alla introduzione, la proposizione di quella si caverà dallo stesso fatto che si narrerà, passando da una proposizione generale alla particolare del fatto. Per esempio, se il fatto è del soccorso dato da Maria a qualche suo divoto in morte, si dirà: In tutti i tempi ed in tutti i bisogni la madre nostra Maria soccorre i sevi suoi, ma specialmente nel tempo della morte, nel quale hanno maggior bisogno della sua protezione ec. II. In quanto al fatto, si narrino brevemente quelle sole cose che s'appartengono alla proposizione, troncando le circostanze estranee e senza far parentesi. Sarà poi sempre bene addurre l'autore che lo riferisce, colle circostanze del luogo e del tempo. III. In quanto alla moralità, prima si dedurrà


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dallo stesso fatto narrato la conclusione, secondo la proposizione particolare premessa, v. gr.: Sicché vedete, uditori miei, quanto giova la divozione del rosario per aver la protezione di Maria in punto di morte. E poi si caverà la moralità: Da oggi avanti dunque non lasciate di dirlo ogni giorno con divozione e confidenza grande. Via su, diciamolo insieme questa sera: Deus in adiutorium etc.

 

Esempio della narrativa per lo rosario.

 

I. Introduzione. Chi è veramente divoto di Maria, può chiamarsi beato anche in questa vita e quasi sicuro del paradiso: Qui me invenerit, inveniet vitam, et hauriet salutem a Domino1. Ma chi ritrova Maria? Chi l'ama e l'onora con ossequj speciali. Ora fra tutti gli ossequj io non so esservene alcuno più gradito a questa madre di Dio del ss. rosario. Oh che bella speranza hanno di salvarsi coloro che con affetto e perseveranza dicono il rosario ogni giorno! Ne sono pieni i libri di esempj d'anime salvate per questo mezzo. Ma sentite quel che gli stessi demonj dell'inferno dissero una volta in lode del rosario, costretti da un precetto di s. Domenico.

 

II. Fatto. Riferisce il p. Pacciucchelli2 che mentre un giorno s. Domenico predicava la divozione del rosario, si vide comparire un certo eretico, il quale, perché avea pubblicamente detto male del rosario, fu per giusto castigo di Dio invasato da' demonj; onde fu portato in quel giorno legato ed andava urlando. Allora s. Domenico comandò a' demonj in nome di Maria che avessero risposto a quanto egli lor dimandava. Per prima dimandò ad essi perché avessero invasato quel peccatore e quanti erano. Risposero: per l'irriverenza da loro usata contro Maria, ch'essi erano quindici mila, per ragion de' quindici misteri del rosario, da colui discreditato. Inoltre loro dimandò se erano vere le cose da esso dette del ss. rosario. Allora urlando quegli spiriti maligni e maledicendo l'ora ch'erano entrati in quel corpo, mentr'erano forzati a confessare una verità che avea da apportare loro gran danno, «Sentite, cristiani, dissero, tutto ciò che questo nostro nemico ha detto di Maria e del rosario è tutto vero». Aggiunsero ch'essi non aveano alcuna forza contro i servi di Maria. Aggiunsero che molti in morte, benché ne fossero indegni, invocando Maria si salvarono. Per ultimo dissero: «Noi siamo forzati a far sapere che chi persevera nella divozione di Maria e del ss. rosario, non si dannerà, perché Maria gli otterrà la salute». allora s. Domenico fe' dal popolo recitare il rosario, e ad ogni Ave Maria, uscivano da quel miserabile molti demonj come carboni ardenti, finché terminato il rosario restò colui libero da tutti quegli spiriti infernali. Per tal fatto molti eretici vennero alla fede, e tutti restarono infervorati nella divozione del rosario.

 

III. Moralità. Vedete, uditori miei, quanta bella speranza ha di salvarsi per la protezione di Maria chi l'ossequia con questa divozione del rosario? Non lasciate dunque da oggi avanti di recitarlo ogni giorno con affetto e confidenza grande. E chi l'avesse trascurato per lo passato, lo cominci da stasera per non lasciarlo più. Via cominciamo a dirlo, e diciamolo in questi giorni della missione,


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a fine che Maria ss. in questa santa missione ottenga a tutti di questo paese una vera conversione: Deus in adiutorium etc.

 




1 Prov. 8. 35.



2 De B. Virg. eserc. 3. sull'Ave Maria, n. 10.






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