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S. Alfonso Maria de Liguori Selva di materie predicabili IntraText CT - Lettura del testo |
CAP. X. Avvertimenti generali pel buon regolamento delle missioni.
Avvertimento 1. in certi luoghi dove vi sono molti paesi d'intorno, poco distanti l'uno dall'altro, sogliono alcuni superiori piantar la missione in un luogo di mezzo, lusingandosi che in quella chiesa concorreranno poi tutti i casali d'intorno, e così quell'unica missione varrà per tutti quei paesi. Così la discorrono questi superiori ed in effetto così praticano. Ma io dico che tali missioni non vagliono per niuno de' paesi vicini; appena varranno per quel paese dove si pianterà la missione, e pure per quello, per ragione della confusione e concorso degli altri paesi, poco riuscirà. Non dubito che in quella chiesa vi sarà concorso, perché concorrendo le genti da molti paesi, benché da ogni paese ne venisse la minima parte, anche faranno moltitudine; ma, ordinariamente parlando, il frutto sarà molto poco. Tali missioni non serviranno ad altro che a far dire che in quei paesi vi è stata la missione, ma in verità dovrà poi dirsi che non vi è stata. E la discorro così: il frutto del popolo in venire alla missione consiste nel sentir le prediche e nel sentirle tutte o quasi tutte con quell'ordine con cui nelle missioni si fanno. Quell'unione di prediche delle massime eterne, cioè dell'importanza della salute, della malizia del peccato, dell'impenitenza finale e simili e in fine de' novissimi, è quella con cui, per così dire, si dà un forte assalto alle anime infangate ne' vizj e si acquistano a Gesù Cristo.
Or quando la missione si fa in una chiesa di mezzo, che succede? succede che la maggior parte di coloro che vengono da' paesi vicini non sentono tutte le prediche: chi appena ne sentirà due e chi tre; poiché, facendosi la missione fuori del paese, vanno le genti a vicenda per non lasciar le case sole. Perché poi debbono ritirarsi presto ne' loro paesi, che son lontani, spesso lasciano la predica al meglio. Inoltre tali missioni vagliono per le anime divote di quei paesi, ma non per le altre che ne hanno più bisogno; poiché, stando elle intricate di coscienza e svogliate della parola di Dio, facilmente lascieranno d'intervenirvi, trovando diverse scuse, che s'ha da andar lontano, che la predica finisce di notte, che fa freddo, che la chiesa è stretta e simili. Ma quando la missione si fa nello stesso paese, essendo che tutti allora v'intervengono, uomini e donne, allora i peccatori, benché di mala voglia, almeno per rispetto umano, per non esser mostrati a dito e notati che, concorrendo tutti alla missione, essi soli non si accostino, vi andranno, e Dio li colpirà, come spesso nelle missioni avviene.
Da tutto ciò ne ricavo esser meglio il far la missione a parte in ogni paese, ancorché in quell'anno non potesse farsi la missione in tutti quei paesi, che il fare queste missioni in mezzo; perché in quei paesi dove si fa la missione, ella riuscirà molto fruttuosa per tutti, e specialmente per coloro che ne han più bisogno; ed all'incontro per gli altri paesi resterà almeno la speranza che negli anni susseguenti si procuri da' paesani la missione ad emulazione degli altri paesi che già l'hanno avuta, e non si dirà che tutti abbiano avuta la missione, quando in verità non v'è stata.
Inoltre, facendosi la missione in qualche città o paese molto numeroso d'anime, specialmente se colà vi sono molte abitazioni distanti dalla chiesa madre, e tanto più se la gente del paese non capisce nella chiesa, giova, anzi è necessario il far ivi diverse missioni nello stesso tempo in diverse chiese. Così da noi si è praticato con molto frutto in più città, come in Nola, in Sarno ec.; specialmente in Foggia ed in Salerno, oltre la missione della chiesa madre, si fecero cinque altre missioni in cinque altre chiese. E per andar con ordine, ciò si pratica nel seguente modo. Prima comincerà la missione nella chiesa principale, la quale durerà almeno per quindici giorni. Dentro poi la stessa missione, dopo otto o dieci giorni si darà principio in qualche giorno di festa alle missioni piccole, le quali dureranno per lo spazio di dodici altri giorni in circa. E colla sperienza si è veduto che queste missioncine sono forse riuscite poi più utili della grande.
Avvertimento 2. Avverta il superiore a far che in ogni missione vi sieno missionarj bastanti per sentir le confessioni secondo il numero della gente del paese; ed intendasi che il maggior frutto delle missioni, specialmente ne' paesi di campagna, dove i confessori son pochi e paesani, è il rimediare alle molte confessioni sacrileghe o invalide che si ritrovano per ragion della gran ripugnanza che hanno i penitenti di manifestar le loro miserie a persone che si conoscono e che vedono ogni giorno. Dicea monsignor Falcoia vescovo di Castellamare, il quale fu prima pio operaio (ed è stato primo direttore della nostra
congregazione) e girò per quarant'anni colle missioni, che quando vi son pochi missionarj, in certi paesi la missione serve più presto per far perdere molte anime che per salvarle; e non parlava a caso, perché nelle prediche di missione si muovono le coscienze, e dove prima stavano quiete ed in buona fede, nel sentir poi le istruzioni e le prediche, entrano in mille dubbj. Or quando poi quelle anime non hanno il comodo di palesare i loro scrupoli (che apportano rossore) a' confessori forestieri, avranno elle ripugnanza di manifestarli a' paesani? e così, poste in mala fede per que' dubbj sopravvenuti, faranno confessioni sacrileghe, e per causa della missione si danneranno.
Io per me nelle missioni che ho regolate, quando non ho potuto avere missionarj sufficienti al numero delle anime che faceva il paese, ho stimato meglio di non mandarvi la missione, e mandarlo in altro luogo per cui bastassero i confessori; perché dove sarà necessario poi chiamare i sacerdoti paesani a confessare, ivi resteranno o tutti o molti de' sacrilegj che v'erano. Se molte anime anche a noi missionarj, per non saper vincere il rossore, sieguono a confessarsi sacrilegamente, con tutto che noi non le conosciamo e tra poco dobbiamo di là partirci; ora che speranza vi sarà che quelle vincano quel rossore, confessandosi agli stessi lor confessori paesani o convicini che le conoscono? Né vale a dire che quelle persone, avendo allora il comodo di confessarsi a' forestieri, lasceranno i paesani; perché la penitente quando vede sedere il confessore antico al confessionario, avrà tutta la ripugnanza di farsi vedere che si confessa al confessore forestiere e così seguirà a far sacrilegj. E perciò è sempre spediente che quando viene la missione in un luogo, il vescovo sospenda la facoltà di confessare a tutti i sacerdoti paesani. E quando il vescovo ciò non facesse, almeno dal padre che dà gli esercizj a' preti si preghino i confessori del paese che in quel tempo abbiano la bontà di dar libertà alle coscienze delle loro penitenti di confessarsi a' missionarj; anzi d'imporlo loro per ubbidienza, avvenendo non di rado che certe persone di cui meno si pensa, quelle talvolta ne hanno maggior bisogno. Avvertano qui per ultimo i nostri confessori che, sebbene non è necessario far fare a tutti la confessione generale, specialmente quando vi è strettezza di tempo e moltitudine di gente che resta da confessarsi, nulladimeno quando il penitente cerca di far la confession generale, allora se vi è necessità di farla per ragione che le confessioni passate sieno state sacrileghe o invalide, il confessore dee sentirla e prenderla con esattezza, pigliando le specie e il numero de' peccati esattamente per quanto si può; quando poi non vede che le confessioni passate sieno state certamente nulle, allora avverta a lasciar dire ciò che vuole il penitente, soggiungendo egli poi il confessore: Orsù ti accusi da che sei nato di tutti i pensieri, parole ec.? Ma avverta a lasciarlo dire; altrimenti non avendo il penitente la soddisfazione che cercava, di far la confessione generale, andrà, come accade, agli altri missionarj a confessarsi, e si perderà gran tempo. Avvertano qui per ultimo i missionarj in tempo di missione, e specialmente quando vi è molto
concorso a' confessionarj, di non dilungarsi troppo in esaminare ed istruire anime divote in materia di maggior perfezione; allora non è tempo proprio per questo negozio, mentre aspettano altri che cercano d'esser liberati dal miserabile stato di dannazione in cui si trovano.
Avvertimento 3º Mentre si fa la predica ed anche mentre si fa l'istruzione è bene che i confessori cessino di prender le confessioni: primieramente perché, quando si predica, in mezzo a quegli strepiti e grida del predicatore poco il confessore sente la penitente, e poco la penitente il confessore; e così per le confessioni vi vuol doppio tempo, e con tutto ciò le confessioni riescono infelici ed inquiete. Inoltre, per lo profitto della missione è necessario che tutti sentano la predica grande, essendo questo nella missione l'esercizio più importante. Or quando in mezzo alla predica ascoltansi le confessioni che n'avviene? avviene che non solamente perdono la predica le persone che si confessano, ma anche tutte le altre che stanno dattorno al confessionario, poiché quelle, per l'ansietà di confessarsi presto, tutto il pensiero lo mettono ad entrar quanto prima al confessionario, e così poco attendono più a sentir la predica; e con ciò avverrà che una si confesserà, e venti o trenta altre penitenti che stanno d'intorno perderanno la predica e di più col romore che faranno le medesime per passare al confessionario disturberanno il predicatore e tutto l'uditorio.
Avvertimento 4º Prima di partirsi la missione attendasi ad avere dal vescovo tutte le facoltà necessarie per lo profitto della missione, come sono la facoltà de' casi riservati dal vescovo, così nobis, come a nobis, anche con censura; la comunicazione del capitolo Liceat e la facoltà di dispensare i voti, i giuramenti e gl'impedimenti impedienti l'uso del matrimonio. Di più non si vada se non dopo la richiesta dell'università del luogo o almeno del parroco dove dee farsi la missione.
Avvertimento 5º La missione ordinariamente duri per dodici giorni: poiché nei primi otto giorni si faranno le prediche di materie e de' novissimi; ne' tre giorni susseguenti si farà l'esercizio divoto; e nell'ultimo giorno si darà la benedizione. Almeno ne' luoghi piccioli duri la missione per dieci giorni, impiegando sette giorni nelle prediche forti, due nell'esercizio divoto e l'ultimo nella benedizione. Ciò nonperò va detto per li paesi piccoli; perché ne' luoghi grandi (come di quattro o più migliaia d'anime) la missione dee seguitarsi per quanto tempo fa bisogno. Da noi si è praticato di farla durare sino a diciotto ed a ventiquattro ed anche a trentasei giorni, come si fece in Foggia. Dee in somma il superiore far che la missione si stenda sino che prudentemente può giudicare che la gente del paese sia giunta tutta a confessarsi.
Avvertimento 6º Avvertasi che le missioni non debbono essere troppo frequenti ne' paesi; conviene che almeno passino tre o quattro anni dall'una all'altra. Avvertasi nondimeno che quando in un paese si fa la seconda missione, dal vedere che non v'è stata la stessa commozione che v'è stata nella prima missione non si giudichi che quella seconda sia riuscita meno fruttuosa; perché quando
si fa la missione in un luogo in cui da molti anni non v'è stata, sempre quella fa maggior commozione che la seconda la quale si fa dopo tre o quattro anni: ma se la commozione sarà minore, il frutto spesso sarà maggiore, perché i ricaduti si rimetteranno nella buona via, e quelli che han perseverato meglio si stabiliranno nel bene.
Per ultimo, giovami qui notare certi altri ottimi avvertimenti o sieno massime che lasciò notate quel gran missionario d'Italia il ven. p. Paolo Segneri per lo buon regolamento delle missioni e de' missionarj. 1. Non si confessino donne fuorché ne' confessionarj. 2. Non si permettano confessioni pubbliche, specialmente alle donne; né a' nemici l'andare ad umiliarsi a' loro rivali, senza prima ben disporre le parti alla pace. 3. I confessori non s'ingeriscano senza necessità a far restituzioni de' penitenti di propria mano; ed in caso che il penitente non voglia confidarsi con altri, si attenda almeno ad esiger la ricevuta da colui a cui restituisce. 4. Se non vi è qualche special necessità, si eviti di raccoglier limosine per li poveri; né si accetti danaro per distribuirlo in limosine, potendo ciò partorire disturbi e calunnie. Aggiungo: si eviti ancora l'ingerirsi in certi affari temporali, i quali benché giovassero ad alcuni, possono nondimeno essere di nocumento o di disgusto ad altri, perché ciò può esser causa di mormorazione e di far perdere a molti il frutto della missione. 5. I missionarj non si dividano tra loro per pranzare o dormire in diverse case. 6. Finita la missione procurino di partir subito dal paese, rifiutando ogn'invito che loro si facesse di restarsi a riposare. 7. Non si turbino nel vedere gl'impedimenti che taluni mettono al profitto della missione, né diffidino se a principio si vedranno male accolti, assicurandosi che in fine partiranno coll'amor di tutti. 8. Aspettino (bello avvertimento è questo), per paga di tutte le loro fatiche e patimenti, disprezzi, maldicenze e ingratitudini degli uomini, essendo questa la paga che corre a chi fatica per la sola gloria di Dio.