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S. Alfonso Maria de Liguori
Sentimenti di Monsignore

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Sentimenti di Monsignore

Approccio alla lettura

Scheda

E’ un manoscritto facente parte del plico XXVII, conservato nell’Archivio Generale dei Redentoristi, e pubblicato per la prima volta dal redentorista Oreste Gregorio in Spicilegium Historicum 9 (1961), pp. 439-475, corredato di interessanti note critiche.

Il plico raccoglie diverse "Notae biographicae de S. P. N. Alphonso a p. Tannoia recollectae" e presenta diversi brani riguardanti la spiritualità di S. Alfonso.

XXVII . 23: Massime di pietà;

XXVII . 24: Raccolta di Capitoli del N. P. S. Padre;

XXVII . 25: Sentimenti di Monsignore;

XXVII . 26: Sentimenti Avvertimenti Detti di Mons. N. Padre;

XXVII. 27: Giornale di detti e fatti di Mons. de Liguori nel 1784, ecc.

I Sentimenti di Monsignore (XXVII, 25) sono 103 pericopi, più o meno grandi riguardanti le virtù proposte nel prologo della Regola Pontificia che presenta l’imitazione di Gesù Cristo come fine specifico della Congregazione, così come stabilito dai padri capitolari insieme al fondatore.

Il manoscritto (cm 27x19) si compone di 20 fogli, cioè di 40 pagine; al termine dell’ultimo, che è bianco, è riconoscibile il carattere del vecchio Tannoia, che ha segnato di proprio pugno: "Sentimenti di Monsig. Si dava a S. Alfonso, tornato dall’episcopato dopo la rinunzia, il titolo di "Monsignore", in casa e fuori.

I singoli brani sono indicati con un numero progressivo da 1 a 93; la numerazione però è errata. L’amanuense si ingannò nell’addizionarli, ripetendo due volte la decade da 52 a 61. Quindi, in realtà, sono 103. Nella presente pubblicazione correggiamo la svista: il copista doveva avere sotto gli occhi fogli staccati, ricevuti da Tannoia, che a sua volta, li aveva ottenuto da chi era stato ascoltante delle esortazioni capitolari del Santo.

Un’altra mano dell’Ottocento, facilmente del rev.mo p. Celestino Berruti, ha segnalato al margine sinistro dei tratti la corrispondente virtù mensile, come: Unione con Dio (2), orazione (3), unione con Dio (4), mortificazione (5), povertà (9), e così di seguito. I numeri arabici tra parentesi tonda richiamano i brani del documento.

I Sentimenti, come risulta dal contesto, sono posteriori al 1749, e almeno alcuni risalgono al 1752-1762 secondo annotazioni cronologiche inserite nel manoscritto; in questo periodo S. Alfonso dimorava a Pagani, che aveva stabilito quale sede generalizia dell’Istituto. E’ difficile precisare le espressioni del periodo successivo all’episcopato (1775-1787): nella mancanza di dati indiscutibili me ne astengo per non poggiarmi sopra ipotesi gratuite.

Il manoscritto presenta alcune lacune. Coloro che prendevano appunti, mentre S. Alfonso discorreva nel coretto della primitiva chiesa di Pagani o nell’oratorio domestico dell’Addolorata, non erano stenografi specializzati, per cui talora o non afferravano un vocabolo e una citazione biblica e patristica. Di qui sbagli e lacune, che mi sono permesso di supplire con parentesi quadra nel testo e con note a piè di pagina per accertare i riferimenti tralasciati. Un paio di volte l’indagine è rimasta senza effetto positivo, come è indicato al proprio luogo.

Non è agevole stabilire quale parte spetti a questi anonimi uditori, che si industriarono di trasmetterci il nucleo o qualche pensiero delle menzionate conferenze capitolari. Né sempre riuscirono a conservarci il vigore natio della conversazione, che in parecchi tratti appare sbiadita.

L’importanza dello scritto non è da cercarsi nei concetti, che sono quelli usuali della spiritualità del Santo; crediamo che sia riposta principalmente nella esecuzione di un dovere proposto dalla Regola. Sotto questo aspetto esso ha per noi un significato forse decisivo nelle controversie circa la prassi della virtù mensile, agitate sovente con ridotta conoscenza del problema.

(Cf Oreste Gregorio in Spicilegium Historicum 9 (1961), pp. 444-475)

 




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