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Sant'Alfonso Maria de Liguori
Storia delle Eresie

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§. 2. Della gratuità della grazia.

 

5. L'apostolo in più luoghi ci manifesta che la divina grazia è in tutto gratuita, ed è opera della sola misericordia di Dio, indipendente da' nostri meriti naturali. In un luogo dice: Vobis donatum est pro Christo non solum ut in eum credatis, sed ut etiam pro illo patiamini8. Dunque, come riflette s. Agostino9, è dono di Dio, meritatoci da Gesù Cristo, non solo il patire per suo amore, ma ancora il credere in esso; e se è dono di Dio, non può essere dato per merito nostro: Utrumque ostendit Dei donum, quia utrumque dixit esse donatum; nec ait, ut plenius et perfectius credatis, sed ut credatis in eum. Simile a ciò è quel che scrisse l'apostolo a' corinti10: Misericordiam consecutus a Domino, ut sim fidelis. Se l'esser fedele è misericordia di Dio, dunque non è merito nostro. Non ait, dice s. Agostino nel luogo citato, quia fidelis eram; fideli ergo datur quidem, sed datum est etiam ut esset fidelis.

 

6. Troppo chiaramente poi dimostra che quanto riceviamo da Dio di lume o di forza in operare non è merito nostro, ma è dono tutto gratuito di Dio, quell'altro luogo di s. Paolo, dove dice: Quis te discernit? Quid autem habes, quod non accepisti? Si autem accepisti, quid gloriaris, quasi non acceperis11? Se si desse la grazia secondo i nostri meriti naturali derivati dalle sole forze del nostro libero arbitrio, ecco che già vi sarebbe quel che discerne un uomo che opera la sua salute, da un altro che non l'opera. Anzi ben riflette s. Agostino che, se Dio ci donasse solamente il libero arbitrio, cioè una volontà libera e indifferente ad esser buona e mala, secondo che noi di quella ci serviamo, nel caso che la buona volontà venisse da noi, e non da Dio,


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sarebbe migliore quel che viene da noi, che quel che viene da Dio: Nam si nobis libera quaedam voluntas ex Deo, quae adhuc potest esse vel bona vel mala, bona vero voluntas ex nobis est; melius est id quod a nobis, quam quod ab illo est1. Ma no: insegna l'apostolo che quanto abbiamo da Dio, tutto gratuitamente ci è dato; e perciò di nulla possiamo noi gloriarci.

 

7. Finalmente viene ben confermata la gratuità della grazia dallo stesso s. Paolo nella lettera a' romani2: Sic ergo et in hoc tempore reliquiae secundum electionem gratiae salvae factae sunt. (Intende qui l'apostolo per reliquiae quei pochi giudei fedeli, a rispetto di molti rimasti increduli). Si autem gratia, iam non ex operibus; alioquin gratia iam non est gratia. Non potea l'apostolo esprimere con maggior chiarezza questa verità cattolica, che la grazia è un dono gratuito di Dio, e non dipende dai meriti del nostro libero arbitrio, ma dalla mera liberalità del Signore.

 




8 Philip. 1. 29.



9 L. de praed. ss. c. 2.



10 1. Cor. 7. 25.



11 1. Cor. 4. 7.

1 S. August. l. 2. de Pecc. merit. c. 18.



2 11. 5. et 6.






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