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S. Alfonso Maria de Liguori
Verità della Fede

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CAP. IV. Si prova inoltre la divinità delle Scritture dalle profezie della venuta del Messia.

 

1. Il predire il futuro s'appartiene solo a Dio. Diceva Isaia: Annunciate quae ventura sunt in futurum, et scietis, quia Dii estis vos4. E per lo stesso profeta disse altrove il Signore: Quis similis mei? vocet, et annunciet... ventura, et quae futura sunt annuncient eis.5. Chi è simile a me, dice Dio, prenunzj, se può, le cose future. Possono le menti create bensì prevedere, o per meglio dire, conghietturare gli effetti futuri di qualche causa naturale; ma il prevedere con certezza gli effetti totalmente contingenti, ciò compete solamente a Dio, la sola di cui volontà è la causa di tali effetti. Si riferiscono dagli scrittori varj oracoli che riceveano i gentili da' loro idoli; ma questi


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oracoli o erano menzogne inventate da' sacerdoti idolatri, o pure erano detti di successi ambigui, o di cose in quel tempo non ignote a' demonj. Nella parte III. cap. II. § 1. si parlerà di tali oracoli. All'incontro le profezie divine son già precedute agli avvenimenti molto tempo prima, e di poi si sono adempite così individualmente, che non avrebbe mai potuto prenunziarle, chi non le avesse chiaramente prevedute. Erra per tanto Grozio dicendo che le profezie non han forza di persuadere le verità cristiane, ma solo giovano a confermare le verità credute. Erra; poiché altre son le figure, altre le profezie: le profezie sono quelle che si vedono avverate nel loro senso naturale, non già accomodato; e perciò elle hanno la stessa forza che ha la veracità di Dio. Noi tralasciamo qui di parlare di tante altre ammirabili predizioni fatte da' profeti dell'antica legge, e solamente facciamo menzione delle profezie dell'antico testamento, che riguardavano il Messia, il quale nella pienezza de' tempi dovea venire a redimere il mondo. A questa grand'opera dell'umana redenzione collimavano già non solamente le profezie, ma tutti i sacrificj dell'antica legge, tutte le solennità e tutte le sante scritture. Onde dice l'apostolo1 che tutta l'istoria del testamento vecchio non è che una profezia di Gesù Cristo e del testamento nuovo. Alcune profezie sono letterali del Messia, altre sono miste di letterali e tipiche, altre sono puramente tipiche, ed altre sono state da Dio stesso canonizzate, avendo egli dichiarato d'averle date come figure.

 

2. Queste profezie poi del Messia non può dubitarsi che stiano veramente nel vecchio testamento; poiché se mai da' cristiani fossero state furtivamente intruse ne' sacri libri, gli ebrei, che negano la venuta del Messia, e da' quali queste scritture a noi son pervenute, certamente le negherebbero, ed opporrebbero le false aggiunzioni fatte da' cristiani. Ma gli ebrei non le negano, solamente essi le interpretano a lor capriccio per altre persone, e non per il Messia; contraddicendo però in tal punto a' rabbini, che vissero prima di Gesù Cristo, i quali spiegarono già queste profezie, come le spiegano i cristiani, secondo fanno vedere l'Uezio2 ed il Calmet nella sua dissertazione del Messia. Cominciamo ora a dicifrar tali profezie.

 




4 Isa. 41. 27.

5 Isa. 44. 7.

1 1. Cor. 10. 11. et Colos. 2. 17.

2 Demonstr. evang.




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