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S. Alfonso Maria de Liguori
Via della salute

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SI HA DA MORIRE

 

Si ha da morire, gran parola! Si ha da morire. È fatta la sentenza: "Statutum est hominibus semel mori" (Hebr. 9. 27). Sei uomo, hai da morire. Dice S. Cipriano1 che nasce ognuno col capestro alla gola, e vivendo si accosta da ora in ora alla sua forca, la quale sarà appunto quell'infermità, che dovrà levargli la vita. Pazzo sarebbe chi volesse lusingarsi di non avere a morire. Può lusingarsi taluno da povero 


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farsi ricco, da vassallo farsi re; ma chi mai può sperare di evitare la morte? Chi muore più vecchio, chi più giovane, ma tutti finalmente dobbiamo andare alla fossa. Dunque ancor io2 un giorno ho da morire e da entrare nell'eternità. Ma quale eternità mi toccherà? la felice o l'infelice?

Gesù mio Salvatore, salvatemi voi.

 

Di quanti viveano nel principio del secolo passato su questa terra, ecco che niuno ora n'è vivo. I principi più grandi e più rinomati di questo mondo han mutato paese: appena di loro n'è restata memoria, e l'ossa nude entro un mausoleo3 di pietre.

Deh mio Dio, fatemi sempre più conoscere la pazzia di chi ama i beni di questa terra, e per questi lascia voi, bene infinito. Pazzo perciò sono stato ancor io; quanto me ne dispiace! Vi ringrazio che me lo fate conoscere.

 

Fra cento anni al più dunque lettore mio, né voi che leggete, né io che scrivo, saremo più su questa terra, ma tutti saremo già alla casa dell'eternità. Ha da venire un giorno, un'ora, un momento, che sarà l'ultimo per voi e per me; e quest'ora e questo momento già sta da Dio prefisso; e come possiamo pensare ad altro che ad amare quel Dio, che in quel momento ci ha da giudicare? Oimè quale sarà la morte mia!

Ah Gesù mio e giudice mio, che ne sarà di me, quando dovrò comparirvi innanzi a rendervi conto di tutta la mia vita? Deh perdonatemi, prima che arrivi quel punto decisivo della mia felicità o miseria eterna. Mi pento, o sommo bene, d'avervi disprezzato. Per lo passato io non vi ho amato, ma ora v'amo con tutta l'anima mia. Datemi la santa perseveranza.

O Maria, rifugio de' peccatori, abbiate pietà di me.

 




1 [28.] Cfr. CYPR., De bono patientiae, n. 12; PL 4, 630; CSEL 3,(1) 405; vedi pure dello stesso, De mortalitate, n. 22; PL 4, 597. Vedi C. A. CATTANEO, Esercizi spirituali, III giorno, med. I della morte; Opere, V, Venezia 1821, 22.

2 [3.] ancor io) ancor'io V B B1 B2. 

3 [10.] mausoleo) mausuleo ND.




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