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S. Alfonso Maria de Liguori Via della salute IntraText CT - Lettura del testo |
LA NOSTRA VITA È UN SOGNO, CHE PRESTO FINISCE
Ciò appunto disse Davide, quando scrisse che la felicità della presente vita è come un sogno di uno, che si sveglia da dormire. "Velut somnium surgentium".1 Tutte le grandezze e glorie di questo mondo nel punto della morte a' poveri mondani altro non compariscono, che come un sogno ad uno che si sveglia, e vede che col finir del sogno è finita la sua fortuna, che sognavasi d'avere. E perciò saggiamente scrisse un uomo disingannato sopra il teschio d'un morto:2 "Cogitanti vilescunt omnia". A chi pensa alla morte, tutti i beni di questa vita ben compariscono, quali sono, vili e passaggieri.3 Né può collocare il suo affetto alla terra, chi pensa che tra poco ha da lasciarla.
Ah mio Dio, quante volte per questi miseri beni di terra ho disprezzata la vostra grazia! Da ogg'innanzi non voglio pensare ad altro, che a servirvi ed amarvi. Assistetemi col vostro aiuto.
"Così dunque finiscono le grandezze e le corone di questa terra"! Queste furono le parole, che disse S. Francesco Borgia4 alla vista del cadavere dell'Imperatrice Isabella morta nel fiore di sua gioventù; e questo pensiero lo fe' risolvere a licenziarsi dal mondo per darsi tutto a Dio, dicendo: "Voglio servire ad un padrone, che non mi possa più mancare". Bisogna staccarci da' beni presenti, prima che ce ne distacchi la morte. Ma che pazzia perdere l'anima per qualche
attacco a questa terra, da cui presto avrem da partire, quando ci sarà detto: "Proficiscere, anima christiana, de hoc mundo!"5
O Gesù mio, vi avessi sempre amato! che me ne trovo di tante offese che v'ho6 fatte? Ditemi che ho da fare per dar rimedio alla mia vita così sconcertata, che tutto voglio farlo. Accettate ad amarvi un peccatore, che pentito ora v'ama più di se stesso e vi cerca pietà.
Pensate che in questo mondo non ci avete da star sempre. Il paese in cui vivete, un giorno avete da lasciarlo; e dalla casa che abitate, un giorno avete da uscirne per non tornarvi più. Pensate che molti vostri antenati hanno abitato in questa medesima camera, dove al presente leggete; han dormito in questo stesso letto, ove dormite, ed ora dove stanno? stanno all'eternità. Lo stesso ha da succedere a voi.
Mio Dio, fatemi conoscere l'ingiustizia, che v'ho7 fatta in voltar le spalle a voi bene infinito; e datemi dolore da pianger, come debbo, l'ingratitudine mia. Oh fossi morto prima, e non vi avessi offeso! Deh non mi fate vivere più ingrato all'amore, che m'avete8 portato. Caro mio Redentore, io v'amo9 sopra ogni cosa, e voglio amarvi quanto posso nella vita che mi resta. Aiutate voi la mia debolezza colla vostra grazia; e voi Madre di Dio Maria, soccorretemi colla vostra intercessione.