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S. Alfonso Maria de Liguori
Via della salute

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GESÙ PAGÒ LA PENA DI TUTTI I NOSTRI PECCATI

 

Vedendo Iddio gli uomini tutti perduti per li1 loro peccati, voleva usar loro pietà; ma la sua divina giustizia domandava di restar soddisfatta, né vi era chi potesse degnamente soddisfarla. Onde che fece? Mandò il Figlio a farsi uomo in terra e lo caricò di tutti i nostri peccati: "posuit in eo iniquitates omnium nostrum" (Isa. 53),2 acciocché egli3 pagasse per noi, e così restasse la sua giustizia soddisfatta e gli uomini salvati.

Oh Dio eterno, e che più potevate fare per darci confidenza nella vostra misericordia e per tirarci al vostro amore, che donarci il vostro medesimo Figlio? Ma come io dopo un tanto dono ho potuto farvi tante ingiurie, che vi ho fatte! Deh mio Dio, per amore di questo Figlio abbiate pietà di me. Io mi dolgo sopra ogni male di avervi offeso. E se vi ho offeso assai, vi voglio amare assai; datemi la forza di farlo.

 

Vedendo poi l'Eterno Padre già caricato il Figlio di tutte le nostre colpe, non si contentò il Figlio di dare qualche soddisfazione, che qualunque ella fosse stata, avrebbe già soddisfatto per tutte, ma come siegue4 a dire Isaia: "Dominus voluit conterere eum in infirmitate" (vers. 10),5 volle vederlo tutto stritolato e consumato da' flagelli, dalle spine, da' chiodi e da' dolori, fino a morir di dolore sopra un patibolo infame.


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Ah Signore, se la fede non ci accertasse di questo eccesso di amore, che voi avete usato cogli uomini, chi mai potrebbe crederlo! Oh Dio, amabilissimo Dio, non permettete che vi siamo più ingrati. Dateci luce, dateci forza di corrispondere nella vita che ci resta, a tanto amore; fatelo per amore di questo Figlio stesso, che ci avete donato.

 

Ed ecco il Figlio innocente, che intendendo la volontà del Padre, che lo voleva così sagrificato per li nostri delitti, tutto umile verso del Padre e tutto amore verso di noi, ubbidiente abbraccia la sua vita di pene e la sua amara morte. "Humiliavit semetipsum, factus obediens usque ad mortem, mortem autem crucis" (Phil. 2).6

Ah mio dolce Salvatore, vi dirò dunque col penitente Ezechia: "Tu autem eruisti animam meam, ut non periret, proiecisti post tergum tuum omnia peccata mea" (Isa. 38).7 Io co' peccati miei aveva già buttata l'anima mia ad ardere nell'inferno, e voi me n'avete cacciato, perdonandomi8 come spero. Io ho offesa la divina maestà, e voi vi siete caricato delle mie colpe ed avete pagato per me! Dopo ciò se ritornassi ad offendervi, o se non vi amassi con tutto il mio cuore, qual pena basterebbe a castigarmi? Amato mio Gesù, o amore dell'anima mia, mi pento sommamente di avervi oltraggiato. Tutto a voi mi dono, accettatemi voi e non permettete ch'io vi perda più.

Vergine santa e madre mia Maria, pregate il vostro Figlio che mi accetti e mi faccia tutto suo.

 




1 [12.] per li) per gli ND V B NS: adottiamo la forma alfonsiana autentica: per li.



2 [16.] Is., 53, 6: «Posuit Dominus in eo iniquitatem omnium nostrum».

3 [16.] acciocché) acciocch' ND V B B1 B2.

4 [29.] Segue.

5 [30.] Is., 53, 10.

6 [10.] Philipp., 2, 8.

7 [13.] Is., 38, 17.

8 [15.] perdonandomi) perdonatemi NS: lezione errata di Stasi.




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