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S. Alfonso Maria de Liguori Via della salute IntraText CT - Lettura del testo |
Se l'inferno non fosse eterno, non sarebbe inferno. Quella che non dura molto, non è gran pena. All'incontro una pena anche leggiera, che dura per lungo tempo, si rende insoffribile. Se uno dovesse stare a sentire per tutta la sua vita sempre la stessa commedia, sempre la stessa musica, come potrebbe soffrire il tedio? Che sarà nell'inferno lo stare a patire tutti i tormenti, e per quanto tempo? per tutta la eternità. Sarebbe pazzia, per avere un giorno di spasso, condannarsi ad esser1 bruciato vivo. E non sarà pazzia per un diletto di senso, che dura momenti, condannarsi al fuoco dell'inferno, ove il dannato muore ogni momento, ma senza mai morire?
Mio Dio, custoditemi colla vostra grazia. Povero me, se tornassi a voltarvi le spalle dopo tante misericordie che m'avete usate! Dio mio, custoditemi e non mi abbandonate a questa gran disgrazia.
Ravviviamo la fede. È certo che chi si danna, si danna per sempre, senza speranza d'esservi più rimedio alla sua ruina eterna. "Ibunt in supplicium aeternum" (Matth. 25. 46). Chi entra in quella carcere, non può uscirne più. Almeno il misero dannato potesse lusingarsi con qualche falsa speranza e dire: Chi sa; forse un giorno Iddio si moverà a pietà di me, e mi caccerà dall'inferno. Ma no, che l'infelice sa bene che l'inferno non ha fine, e che quelle pene che patisce ogni momento l'ha da patire, mentre Dio sarà Dio.
Caro mio Redentore, io so certo che per lo passato ho perduto la vostra grazia, e sono stato condannato all'inferno; ma non so, se voi mi avete perdonato ancora. Perdonatemi presto, Gesù mio, mentre mi dolgo amaramente di avervi offeso; e non permettete ch'io v'offenda più.
La morte in questa vita è la cosa, che più spaventa, ma nell'inferno la morte è la cosa più desiderata da' dannati. Vorrebbero morire; ma non possono morire. "Desiderabunt mori, et fugiet mors ab eis" (Apoc. 9. 6). Almeno in quel luogo di tutti i tormenti avessero chi li compatisse. No, tutti l'odiano e godono della loro pena, la quale durerà per sempre, e non avrà mai fine. Suona la tromba della divina giustizia continuamente nell'inferno, e intuona a' dannati: "sempre, sempre: mai, mai".
Tra 'l numero di questi infelici, Gesù mio, dovrei stare ancor io; ma voi che m'avete liberato sinora dal cader2 nell'inferno, voi per l'avvenire mi avete da liberar dal peccato, che solo può mandarmi all'inferno. Deh non permettete ch'io abbia a vedermi più nemico vostro.
V'amo, bontà infinita, e mi pento d'avervi offeso. Perdonatemi, e siccome io dovrei ardere per sempre nel fuoco dell'inferno, fatemi ardere per sempre nel fuoco del vostro santo amore.
O Maria, Maria, in voi confido.