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S. Alfonso Maria de Liguori
Via della salute

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DOBBIAMO ATTENDERE A SALVARCI

 

Il demonio fa parere ad alcuni una cosa troppo difficile il salvarsi, acciocché si diffidino e s'abbandonino alla vita libera. È vero che se per salvarci bisognasse andare a vivere in un deserto, o chiuderci in un chiostro, dovressimo farlo. Ma questi mezzi straordinari non son necessari, bastano gli ordinari, il frequentare i Sacramenti, il fuggire le occasioni pericolose, il raccomandarci spesso a Dio. In punto di morte vedremo che queste cose erano facili; onde sarà grande il rimorso allora, se non l'avremo fatte.

 

Bisogna risolverci e dire: "Io voglio salvarmi l'anima ad ogni costo". Si perda tutto, roba, amici e vita, e non si perda l'anima. Non crediamo far troppo, per quanto facciamo in acquistare la salute eterna. Si tratta d'eternità, d'esser1 o sempre felici o sempre infelici. "Nulla nimia securitas, ubi periclitatur aeternitas", dicea S. Bernardo.2 Per evitare l'inferno, non vi è sicurtà che basti.

Ah mio Dio, mi vergogno di comparirvi avanti: quante volte per cose di niente3 vi ho voltate le spalle! no, che non voglio perdere la grazia vostra, non voglio vedermi più vostro nemico. "In te, Domine, speravi, non confundar in aeternum":4 Voglio prima perdere mille volte la vita, che la vostra amicizia.


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Se per lo passato abbiamo perduta l'anima, bisogna rimediare al mal fatto: bisogna mutar vita e far presto. Non serve a dire, voglio farlo appresso. L'inferno è pieno d'anime, che così diceano, ma è venuta la morte, e loro ha chiusi i passi. Qual grazia farebbe Dio ad un moribondo, che si trovasse per esalare l'anima, se gli concedesse un altro anno o un mese di vita? E Dio, fratello mio, già concede a voi questo tempo, e voi a che lo spenderete?

Mio Dio, che aspetto? Aspetto quel tempo, quando per me sarà finito il tempo, e non mi troverò aver fatto niente per voi? Mi consolo in vedermi ancora assistito dalla vostra grazia. Io v'amo5 sopra ogni bene, e voglio prima perdere la vita che darvi disgusto. Vi dirò con S. Caterina da Genua:6 "Amor mio, non più peccati, non più peccati".7 Ma voi sapete la mia debolezza, sapete i tradimenti che v'ho8 fatti; aiutatemi Gesù mio, in voi confido; ed anche in voi confido, o gran Madre di Dio, Maria.

 




1 [22.] d'esser) d'essere B1 B2.

2 [23.] H. HENGELGRAVE, Lux evangelica, Emblema I, §. 4; I, Coloniae Agrippinae 1677, 11: «Haec nos semper et ubique sollicitos teneat illudque melliflui doctoris pro aculeo animis infixum haereat: Nulla satis magna securitas, ubi periclitatur aeternitas». Vedi la nota apposta alla medit. VI, p. 14.

3 [26.] di niente) da niente B1 B2.

4 [28.] Ps., 30, 2.

5 [10.] v'amo) vi amo B1 B2.

6 [12.] Genua) Genova B1 B2.

7 [12.] C. MARABOTTO-E. VERNAZZA, Vita mirabile e dottrina celeste di S. Caterina Fiesca Adorna, Padova 1743, 78: «Non più mondo! Non più peccati... O amore, mai più peccati, mai più peccati». Leggi: Genova.

8 [13.] v'ho) vi ho B1 B2.




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