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S. Alfonso Maria de Liguori
Via della salute

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GESÙ RE D'AMORE

 

S. Fulgenzio1 contemplando Gesù bambino, che fugge in Egitto dalle mani di Erode, il quale per gelosia del regno cerca di levargli la vita, teneramente esclama: "Quid est, quod sic turbaris Herodes?


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Rex iste qui natus est, non venit reges pugnando superare, sed moriendo subiugare". Erode, (dice) di che temi? Sappi che questo Re celeste non è venuto a guadagnarci con armi, ma coll'amore; non è venuto a darci morte, ma a salvarci dalla morte col morire per noi. E perciò con ragione Gesù dee chiamarsi Re, ma Re d'amore.

Oh vi avessi sempre amato, Gesù mio Re! non vi avessi mai offeso! Voi avete spesi trentatré anni di pene e di sudori per non vedermi perduto, ed io per un breve diletto mi son contentato di perdere voi, mio sommo bene. Padre mio, perdonatemi e datemi2 il bacio di pace.

 

Ingrati giudei, ditemi perché voi rifiutaste per vostro Re questo Re così amabile e così amante di voi? Perché dite: "Non habemus regem nisi Caesarem?"3 Cesare non vi ama, né vuol morire per voi: ma questo vostro Re è venuto dal cielo in terra a morire per vostro amore.

Ah mio dolce Salvatore, se gli altri non vogliono accettarvi per loro Re, io non voglio altro Re che voi. "Rex meus es tu".4 Io so che voi solo mi amate; voi solo siete quello, che mi avete redento col vostro sangue; ove dunque potrò ritrovare uno, che mi abbia amato più di voi? Mi dispiace che per lo passato anch'io vi ho ricusato per mio Re, ribellandomi da voi con perdervi il rispetto. Perdonatemi, Re mio Gesù, mentre voi siete morto per perdonarmi.

 

"In hoc Christus mortuus est, ut mortuorum, et vivorum dominetur" (Rom. 14. 9).5 Amato Re mio, caro mio Gesù, giacché voi siete venuto in terra per guadagnarvi i nostri cuori, se io ho resistito sinora alle vostre voci amorose, ora non voglio resistere più. Non isdegnate di accettarmi, ora che a voi mi dono, e mi dono tutto. Re mio, prendete oggi il possesso di tutta la mia volontà e di tutto me stesso; e voi pensate a rendermi fedele; se io6 avessi a tradirvi, mi contento che ora mi facciate morire, Re mio, amor mio ed unico mio bene.

O Regina e Madre del mio Re Maria, ottenetemi voi la fedeltà, che oggi prometto al vostro Figlio.

 




1 [22.] S. FULGENTIUS, ep. ruspensis, Sermo IV de Epiphania deque Innocentum nece, n. 5; PL 65, 734: «Quid est quod sic turbaris, Horodes? Quoniam natum regem Iudaeorum audisti, turbaris, suspicionibus agitaris, invidiae stimulis inflammaris, et ob hoc natum regem occidere conaris. Inanis est ista turbatio tua, et vana prorsus turbatio tua. Rex iste, qui natus est non venit reges pugnando superare, sed moriendo mirabiliter subiugare: nec ideo natus est ubi ut tibi succedat, sed ut in eum mundus fideliter credat. Venit enim non ut pugnet vivus, sed ut triumphet occisus: nec ut sibi de aliis gentibus auro exercitum quaerat, sed ut pro salvandis gentibus pretiosum sanguinem fundat».

2 [9.] e datemi) datemi B1 B2.

3 [13.] Io., 19, 15.

4 [17.] Forse da Ps., 15, 2: «Dixi Domino: Deus meus es tu» o da Ps., 43, 4: «Tu es ipse rex meus et Deus meus».

5 [24.] Cfr. Rom., 14, 9.

6 [29.] se io) e s'io B1 B2; tradirvi) tradire NS.




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