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S. Alfonso Maria de Liguori Via della salute IntraText CT - Lettura del testo |
TEMERITÀ DI CHI OFFENDE DIO CON PECCATO MORTALE
Iddio non può non odiare il peccato mortale, mentre il peccato mortale è tutto opposto alla sua divina volontà. "Peccatum est destructivum
divinae voluntatis", dice S. Bernardo.1 Siccome poi non può Iddio non odiare2 il peccato, così non può non odiare il peccatore, che si unisce col peccato e si ribella da Dio. "Odio sunt Deo impius, et impietas eius" (Sap. 14. 9). Qual temerità è quella dunque del peccatore saper che peccando si tira sopra l'odio di Dio, e peccare!
Ah mio Dio, pietà;3 voi mi avete distinto con tante grazie, ed io v'ho distinto con tante ingiurie che v'ho4 fatte, mentre da niuno voi sarete stato così offeso, come da me. Datemi per pietà dolore de' miei peccati.
Dio è quel gran potente, che con un cenno della sua volontà ha creato tutte le cose. "Ipse dixit, et facta sunt".5 Ed egli è quello, che con un altro cenno può distruggere il tutto, quando vuole. "Potest universum mundum uno nutu delere" (2. Mach. 8. 18). E 'l peccatore ha l'ardire di opporsi a questo Dio onnipotente e volerlo per suo nemico! "Contra omnipotentem roboratus est, tetendit adversus Deum manum suam" (Iob. 15. 25).6 Che si direbbe, se si vedesse una formica volersela pigliare con un soldato armato!
E che dovrà dirsi di me, o Dio eterno, che tante volte ho ardito di disubbidirvi senza far conto della vostra potenza, sapendo già che mi tirava sopra la vostra disgrazia? Ma la vostra passione mi dà confidenza a sperare il perdono da voi, mio Dio, che siete morto per perdonarmi.
Cresce la temerità in vedere che 'l peccatore offende Dio davanti agli occhi suoi: "Ad iracundiam provocat me ante faciem meam" (Isa. 65. 3). Qual suddito avrebbe mai l'ardire di rompere la legge innanzi al suo medesimo principe? Ma il peccatore già sa che Dio lo vede, e con tutto ciò non si arresta di peccare innanzi al suo Dio, facendolo testimonio del suo peccato.
Ah mio caro Salvatore, ecco il temerario che in faccia vostra ha disprezzato i vostri santi precetti. Io dunque sono quel peccatore perduto, che merito l'inferno; ma voi siete il mio Salvatore, che siete venuto a togliere i peccati ed a salvare i perduti. "Veni salvum facere, quod perierat" (Luc. 19. 10).7 Quanto mi dispiace di avervi offeso! Voi mi avete dimostrati tanti segni d'amore, ed io vi ho date tante amarezze. Gesù mio, date fine a' miei peccati, e riempitemi del vostro amore. V'amo,8 o amabile infinito, e tremo pensando che posso vedermi un'altra volta privo del vostro amore. Amor mio, non lo permettete; fatemi prima morire.
O Maria, voi ottenete da Dio quanto chiedete; ottenetemi la santa perseveranza.