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S. Alfonso Maria de Liguori
Via della salute

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MEDITAZIONE IV - DELLA VITA UMILE CHE COMINCIÒ A FARE GESÙ SIN DA BAMBINO

 

Tutti i segni, che l'Angelo diede a' pastori per ritrovare il Salvatore già nato, furono segni di umiltà. "Et hoc vobis signum, invenietis infantem pannis involutum, et positum in praesepio" (Luc. 2).1 Questo sia il segno, disse l'Angelo, per rinvenire il nato Messia: lo ritroverete bambino, involto tra poveri panni, dentro una stalla e posto sulla paglia in una mangiatoia d'animali. Così volle nascere il Re del cielo, il Figlio di Dio, mentre veniva a distruggere la superbia, ch'era2 stata causa di far perdere l'uomo.

 

Già predissero i profeti che il nostro Redentore doveva3 esser trattato come l'uomo più vile della terra e saziato d'obbrobri. Quanti disprezzi non ebbe a soffrire Gesù dagli uomini! fu trattato da ubbriaco, da mago, da bestemmiatore e da eretico. Quante ignominie poi nella sua passione! fu abbandonato dagli stessi suoi discepoli; anzi uno lo vendé per trenta danari, ed un altro negò d'averlo conosciuto: fu condotto per le strade ligato4 come un ribaldo, flagellato da schiavo, trattato da pazzo, da re di burla, schiaffeggiato, sputato in faccia e finalmente fu fatto morire appeso ad una croce in mezzo a due ladri, come il peggior malfattore del mondo. Dunque, dice S. Bernardo,5 il più nobile di tutti è trattato come il più vile di tutti! Ma, Gesù mio (soggiunge il santo): "Quantum mihi vilior, tantum mihi carior". Quanto più voi mi comparite avvilito e disprezzato, tanto vi rendete a me più caro ed amabile.

 

Affetti e preghiere

 

Ah mio dolce Salvatore, voi avete abbracciati tanti disprezzi per amor mio, ed io non ho potuto sopportare una parola d'ingiuria, che


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subito ho pensato a vendicarmene, io che tante volte mi ho meritato d'esser calpestato da' demonii dell'inferno! Mi vergogno di comparirvi avanti, peccatore e superbo! Signore, non mi discacciate dalla vostra faccia, com'io meriterei. Voi avete detto che non sapete disprezzare un cuore, che si pente e si umilia. Mi pento di quanti disgusti v'ho6 dati. Perdonatemi Gesù mio, ch'io non voglio offendervi più. Voi per amor mio avete sofferte tante ingiurie: io per amor vostro voglio soffrire tutte l'ingiurie, che mi saran fatte. V'amo,7 Gesù mio disprezzato per me; v'amo mio bene sopra ogni bene. Datemi l'aiuto per sempre amarvi e per soffrire ogni affronto per vostro amore.

 

O Maria, raccomandatemi al vostro Figlio; pregate Gesù per me.

 




1 [8.] Luc., 2, 12.

2 [12.] ch'era) che era B B1 B2.

3 [14.] doveva) dovea NS.

4 [20.] ligato) legato B B1 B2.

5 [23.] S. BERNARDUS, In Epiph. Domini, sermo I, n. 2; PL 183, 143: «Quantum enim minorem se fecit in humanitate, tanto maiorem exhibuit in bonitate, et quanto pro me vilior, tanto mihi carior est».

6 [5-6.] v'ho... ch'io) vi ho... che io B B1 B2.

7 [8-9.] v'amo... v'amo) vi amo... vi amo B B1 B2.




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