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S. Alfonso Maria de Liguori
Visite al SS. Sacramento

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Introduzione di B. Ragni C.Ss.R

Quando si parla di Eucaristia nei riguardi di S. Alfonso il pensiero corre subito alle "Visite" nelle quali sono esattamente definite le dimensioni e fissati in modo inconfondibile i lineamenti della sua esuberante sensibilità eucaristica.

Le "Visite" non sono nate da un proposito di pubblicità, sia pure intesa nel senso migliore, ma dalla più cara consuetudine di preghiera del Santo e del suo Istituto. Scritte per i giovani della Congregazione come riflessioni e atti da servire per la visita quotidiana al SS. Sacramento furono largamente rimaneggiate quando, per invito e interessamento di un "divoto secolare" che le aveva ascoltate in occasione degli esercizi spirituali nella casa religiosa di Ciorani, S. Alfonso si decise a pubblicarle (1).

Se l'interessamento altrui diede l'avvio alla stampa, il desiderio di colmare il vuoto creato dall'indifferenza umana intorno all'altare aveva, in precedenza, dettato le mirabili pagine che, riunite in un volume, percorsero, poi, le vie del mondo e si inserirono come elemento indispensabile negli esercizi della pietà cristiana. Il primo biografo del Santo, il P. Antonio Tannoia che fu l'amoroso raccoglitore delle gesta di lui, inserisce le "Visite "nel più vasto panorama e attività missionaria del S. Dottore. Dove non poteva giungere la parola suscitatrice di consensi, ed entusiasmi, doveva giungere la parola scritta come voce genuina di quell'incontenibile zelo che caratterizzò tutta l'opera di S. Alfonso. "Oh! potessi, mio dolcissimo Salvatore, lavare colle lagrime mie ed anche col mio sangue quei luoghi infelici, nei quali fu in questo Sacramento tanto oltraggiato il vostro amore! Oh! potessi fare io che tutti gli uomini fossero innamorati del santissimo Sacramento!" (2).

E non a caso una delle prime prove nel campo dell'apostolato della penna fu scelta sul terreno della Eucaristia. A chi aveva avuto la fortuna di vivergli accanto e aveva potuto cogliere nella sua vita la sintesi di una santità che usciva troppo dal comune per non imporsi, non fu difficile additarla nel segreto eucaristico. "La calamita che fin da secolare attiravagli il cuore era Gesù in Sacramento" (3). Espressione semplice e forte dell'evidenza della realtà e, al tempo stesso, premessa necessaria a giustificare la preferenza accordata al tema dell'Eucaristia. Del resto non fu tanto questione di preferenza quanto di logica interiore. Tutta la vita del Santo era orientata verso la Eucaristia.

Non è possibile non restare impressionati dal tono caldo e sincero delle parole che nell'introduzione al piccolo libro delle "Visite" ci richiamano alle origini eucaristiche della sua vocazione sacerdotale.

Ai piedi dell'altare maturò la decisione eroica che doveva fare del valente e acclamato avvocato del foro di Napoli un grande missionario e vescovo della Chiesa. Par quasi che il. Santo punti il dito sulla sua "conversione" come sull'argomento perentorio a favore della divozione al Dio avvolto nel mistero delle specie sacramentali. "Bisogna che io palesi, almeno per gratitudine al mio Gesù sacramentato, questa verità: io per questa divozione di visitare il SS. Sacramento, benché praticata da me con tanta freddezza e imperfezione, mi trovo fuori del mondo, dove per mia disgrazia son vissuto sino all'età di 26 anni " (4). E il contrasto, buttato giù a pennellate essenziali, tra il folle fascino della mondanità e il mistico raccoglimento davanti all'altare si impronta a una forza persuasiva tale, quale soltanto una esperienza intima e profonda può comunicare.

Dopo questa esperienza nessuno più di lui ha il diritto di sollecitare autorevolmente all'adorazione. "Gustate et videte" è il suo invito all'uomo indeciso, sospeso tra lo stupore e la incredulità. Un quarto d'ora al giorno, trascorso in raccolta comunione con il Dio fatto carne, basterà a svelare le meraviglie dell'amore e della misericordia (5).

Tutto il libro è intonato a questa viva partecipazione al mistero eucaristico, in quanto rappresenta la più immediata esigenza dell'anima.

Con l'Eucaristia ogni bene è stato offerto all'uomo. L'affamato, l'ammalato, il povero, l'afflitto vi trovano la sazietà, la salute, la ricchezza e la consolazione. In ragione di questa suprema consolazione si giustifica il completo abbandono dell'anima attraverso la confidenza, la fiducia, la conformità del proprio volere a quello di Dio, il ripudio delle colpe proprie, la riparazione di quelle altrui e il desiderio di una sempre maggiore santificazione.

Tutto ciò si chiama amore. S. Alfonso insiste sulla parola amore così decisamente che sorprende e perfino esaspera le anime tiepide in cerca di pascoli vani. I suoi modi non sono discorsivi, ma eminentemente affettivi. E chi volesse leggere un discorso nutrito di elementi culturali e introspettivi resterebbe deluso, per poco che gli sfuggisse il vero significato di un linguaggio estatico, disdegnoso degli argomenti umani. "Non si rileggono senza commozione le sue Visite al SS. Sacramento dove egli ha fuso mirabilmente quanto di più caro e dolce è nel pensiero della Chiesa sull'Eucaristia. Pare il linguaggio di un essere trasumanato dalla visione di Dio; ed assume gli atteggiamenti più vari, dalle parole di un amore timoroso e confidente alle espressioni d'una misticità fiorita " (6).

Ognuna di quelle parole racchiude il volume completo delle aspirazioni con la confortante speranza di risolvere felicemente l'umana angoscia del vivere nell'abbandono consapevole dell'anima e nella certezza della corrispondenza da parte di Dio. E il chiedere, quel caratteristico "vi cerco" del santo napoletano diventa il motivo più profondamente sentito dopo quello dell'amore. Così l'Eucaristia si fa sicura regolatrice del destino celeste dell'uomo, aprendo innanzi ai suoi passi la strada infallibile dei meriti e della salute. "Ma parlino tutte quell'anime divote che spesso vanno a trattenersi col santissimo Sacramento, e dicano i doni, i lumi, le fiamme che ivi ricevono, il paradiso che godono " (7).

La data di pubblicazione delle "Visite" risale quasi con certezza alla primavera del 1745. Il 10 Agosto 1744 l'Autore raccomandava al censore ecclesiastico, Giuseppe Sparano, una sollecita revisione del manoscritto, al quale riconosceva un merito noti comune: "Io penso che sia un libretto molto utile per chi vuol fare la visita al SS. Sacramento e a Maria SS., e dico di non averne veduto altro simile" (8). Le innumerevoli edizioni - oltre duemila - hanno dato ragione al Santo, sebbene questi protestasse che il "libretto " era stato "fatto alla buona". "V. S. Ill.ma corregga quello che le pare, ma non ci vadi trovando troppe polizie" (9). Polizie o no, sta il fatto che le principali lingue di tutto il mondo si impossessarono della preziosa fatica di lui, tanto che l'Autore stesso potè avere tra mano una traduzione francese e annunziarla ai suoi confratelli con commozione appena contenuta (10).

Le "Visite" furono non soltanto un riconoscente omaggio all'amore che ha donato l'Eucaristia, ma anche un caldo tributo di pietà filiale a Colei che è la "Madre del bell'amore" e la grande Mediatrice pronta a riversare sull'anima i tesori della sua potenza e tenerezza materna. "Tutta simile al Figlio Gesù è la sua Madre Maria, ch'essendo madre di misericordia, allora gode quando soccorre e consola i miserabili" (11). A questo concetto fondamentale si informa tutta una serie di testi che glorificano la grandezza, il potere, la bontà di Maria e una appassionata sequenza di affetti modulati in una straordinaria varietà di toni. Della Madonna dirà più tardi in un canto più disteso dedicato alle sue glorie (12).

Il volume contiene ancora le "Aspirazioni amorose a Gesù Sacramentato". Esse hanno sempre accompagnato le "Visite" e ne sono come il complemento: trattenimenti eucaristici sulla falsariga del Cantico dei Cantici e, a volte, di altri passi della Scrittura. L'allegoria è interpretata in modo personale pur tenendo conto della tradizione - magari forzando il senso immediato delle parole. Che il tema del più bel canto d'amore sia stato chiamato a dettare il colloquio dell'altare è la prova più evidente di quella che abbiamo definita sensibilità eucaristica del Santo.

Seguono gli "Atti per la santa comunione" che sono stati sempre pubblicati con le "Visite".

La pietà eucaristica di S. Alfonso è mirabilmente precorritrice in un tempo in cui il falso rispetto ispirato alla dottrina giansenistica, aveva provocato la diserzione generale dagli altari. "È risaputo che le divozioni eucaristiche del nostro Santo hanno esercitato influenza decisiva nel rinnovamento religioso lungo la seconda metà del Settecento e la prima. dell'Ottocento" (13). E se oggi è scemata, in parte, l'attualità che ne fece un baluardo a difesa del tabernacolo, restano sempre come la più fresca e limpida sorgente di preghiera.

P. B. Ragni C. Ss. R.

in S. ALFONSO M DE LIGUORI

Opere Spirituali

Serie B - Vol. I

Visite al SS. Sacramento ed a Maria Santissima

Edizione PP. Redentoristi, Roma-Pagani, 1954, pp. IX-XVIII

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(1) Nelle edizioni anteriori al 1755: "L'Autore a chi legge". " Avendo io posto insieme alcune delle seguenti riflessioni ed atti per raccoglimento de' giovani della nostra minima Congregazione, nel fare, secondo le nostre costumanze, la Visita in ogni giorno al Santissimo Sacramento ed alla B. V. Maria; e ritrovandosi un divoto secolare a fare gli Esercizi Spirituali nella nostra casa, egli l'intese leggere, gli piacquero, e volle che per bene comune si stampassero a sue spese; onde mi obbligò ad accrescerle, acciocché i divoti se ne potessero servire per ciascun giorno del mese. Gradisci dunque, Lettor mio caro, questo povero libretto fatto tutto alla semplice come vedrai, e ti prego a leggerlo sempre che vuoi non altrove che alla presenza di Gesù Sacramentato; mentre ivi gusterai assai più che altrove le dolci fiamme del divino Amore. Ti prego insieme allora di raccomandare al Santissimo Sacramento questa persona e me; o morti o vivi che saremo; giacché noi abbiamo desiderato il tuo bene. Vivi con Dio e fatti Santo".

(2) Visita XXIV.

(3) P. ANTONIO TANNOIA, Della Vita ed Istituto di S. Alfonso M. De Liguori. Napoli, 1857, p. 145.

(4) Visite: Introduzione.

(5) Ibidem.

(6) G. CACCIATORE, S. Alfonso e il Giansenismo. Libreria Editrice Fiorentina. Firenze, 1944, pag. 24-5.

(7) Visite: Introduzione.

(8) Corr. Gen. Roma 1887, 1, p. 95.

(9) Ibidem.

(10) Le edizioni anteriori al 1749 portavano questo titolo: "Pensieri ed affetti divoti nelle Visite al Santissimo Sacramento ed alla sempre Immacolata SS.ma Vergine Maria per ciascun giorno del mese: utili per ognuno, ma specialmente per gli religiosi, che hanno il comodo di poter visitare a loro libertà Gesù Sacramentato nelle chiese proprie. Composti dal P. D. Alfonso de Liguori Rettore maggiore della Congregazione del SS. Salvatore eretta nelle diocesi di Salerno, di Nocera e di Bovino".

(11) Visita IX.

(12) Le Glorie di Maria. Voll. VI e VII dell'Edizione Critica delle Opere Ascetiche, a cura dei PP. Redentoristi. Roma 1936-1937.

(13) G. CACCIATORE, Op.cit., pag. 246.

 




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