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S. Alfonso Maria de Liguori
Visite al SS. Sacramento

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VISITA XXIX.

Sto ad ostium et pulso (Apoc. III, [20]). O pastore amantissimo che per amore delle vostre pecorelle, non contento d'essere morto una volta sacrificato sopra l'altare della croce, avete voluto di più mettervi nascosto in questo divin Sacramento sugli altari delle nostre chiese, per essere più e sempre vicino a bussare le porte de' nostri cuori, e così procurarvi l'entrata; ah sapess'io godere della vostra vicinanza, come ne godeva la vostra sagra1 Sposa de' Cantici che diceva: Sub umbra illius quem desideraveram sedi (Cant. II, [3]). Ah se io v'amassi, se v'amassi davvero, mio amabilissimo Sacramento! ben'io ancora desidererei notte e giorno non partirmi mai da' piedi di un ciborio; ed ivi fermandomi vicino alla vostra maestà, ma velata sotto l'ombra apparente delle specie sagre, io ancora vi troverei quelle delizie divine e quel contento che vi trovano l'anime vostre innamorate! Deh tiratemi voi cogli odori delle vostre bellezze e dell'amore immenso che manifestate in questo Sacramento: Trahe me post te in odorem unguentorum tuorum curremus (Cant. I).2 Sì, mio Salvatore, che allora lascerò le creature e tutt'i piaceri della terra per correre a voi sacramentato. Sicut novellae olivarum in circuitu mensae tuae (Ps. CXXVII, [3]). Oh quanti frutti di sante virtù rendono a Dio come piante novelle quell'anime felici che assistono con


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amore d'intorno a' sagri cibori! Ma io mi vergogno di comparirvi avanti, o Gesù mio, così nudo e così vacuo di virtù. Voi avete ordinato che chi viene all'altare ad onorarvi, non venga senza offerirvi donativo: Non apparebit in conspectu meo vacuus (Ex. XXIII).3 Dunque che ho da fare? non comparirvi più davanti a visitarvi? Ma no che questo a voi non piace. Verrò povero quale sono, e voi provvedetemi di que' doni che da me volete. Io vedo che voi a tal fine vi trattenete in questo Sacramento, non solo per premiare i vostri amanti, ma per provvedere anche i poveri de' vostri beni.

Via, cominciate da oggi. Io v'adoro, o re del mio cuore,4 o vero amatore degli uomini, o pastore troppo innamorato delle vostre pecorelle, ed a questo soglio del vostro amore io oggi mi accosto; e non avendo altro che offerirvi, vi presento il mio miserabile cuore, acciocché sia tutto consacrato all'amore ed al beneplacito vostro. Con questo cuore io posso amarvi, con questo io voglio amarvi quanto posso. Tiratevelo dunque e ligatelo tutto alla vostra volontà, sicché io ancora da oggi innanzi possa dire contento, come diceva il vostro diletto Discepolo, ch'egli era il ligato dalle catene del vostro amore: Ego Paulus vinctus Christi (Eph. III, [1]).Unitemi, Signor mio, tutto con voi, e fatemi scordare anche di me stesso, acciocché io arrivi un giorno a perdere felicemente tutte le cose ed anche me stesso per trovare solamente voi coll'amarvi sempre. V'amo, Signor mio sacramentato, a voi mi ligo,5 a voi mi unisco; fatevi da me trovare, fatevi amare, e non vi partite mai più da me.- Giac. Gesù mio, tu solo mi basti.

La comunione spirituale.




1 Prima del 1755 manca: sagra.



2 Trahe me, post te curremus in odorem unguentorum tuorum. Cant. I, 3.



3 Non apparebis in conspectu meo vacuus. Ex XXIII, 15.



4 Prima del 1755: del cuore mio.



5 Venezia, 1758, qui ed altrove ha lego.






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