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S. Alfonso Maria de Liguori
Apparecchio alla Morte

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PUNTO II

Consideriamo in secondo luogo che Maria è un'avvocata quanto potente, altrettanto «pietosa», che non sa negare il suo patrocinio ad ognuno che a lei ricorre. Gli occhi del Signore, dice Davide,1 stan rivolti sopra de' giusti, ma questa Madre di misericordia (come dice Riccardo di S. Lorenzo)2 tiene gli occhi sopra de' giusti, come sopra de' peccatori, acciocché o non cadano, o se mai son caduti, colla sua intercessione ella gli sollevi: «Sed oculi Dominae super iustos et peccatores, sicut oculi matris ad puerum, ne cadat; vel si ceciderit, ut sublevet». Dicea S. Bonaventura3 che guardando Maria gli parea di


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guardare la stessa misericordia: «Certe Domina, cum te aspicio, nihil nisi misericordiam cerno». Quindi ci esorta S. Bernardo4 a raccomandarci in tutti i nostri bisogni a questa potente avvocata con gran confidenza, poiché ella è tutta dolce e benigna con ognuno che a lei si raccomanda: «Quid ad Mariam accedere trepidat humana fragilitas? nihil austerum in ea, nihil terribile, tota suavis est». Perciò Maria è chiamata uliva: «Quasi oliva speciosa in campis» (Eccli. 24).5 Siccome dall'uliva non esce altro che olio, simbolo della pietà, così dalle mani di Maria non escono che grazie e misericordie, ch'ella6 dispensa a tutti coloro che si ricoverano sotto il suo patrocinio. Onde con ragione Dionisio Cartusiano7 la chiama l'avvocata di tutti i peccatori, che a lei ricorrono: «Advocata omnium iniquorum ad se confugientium». Oh Dio, e qual pena avrà un cristiano che si dannerà, pensando che potea in vita salvarsi con tanta facilità, ricorrendo a questa Madre di misericordia, e non l'ha fatto, e poi non sarà più a tempo di farlo! Disse8 la B. Vergine un giorno a S. Brigida:9 Io son chiamata la Madre della misericordia, e tale io sono, perché tale mi ha fatta la misericordia di Dio: «Ego vocor ab omnibus mater misericordiae, et vere misericordia illius misericordem me fecit» (Rev. lib. 1. cap. 6). Ed in verità chi ci ha data questa avvocata10 a difenderci, se non la misericordia di Dio, perché ci vuole salvi? «Ideo miser erit (soggiunse Maria) qui ad misericordiam, cum possit, non accedit». Misero11 disse, e misero in eterno sarà chi potendo in questa vita raccomandarsi a me, che sono così benigna e pietosa con tutti, infelice non ricorre e si danna.

Forse temiamo, dice S. Bonaventura,12 che cercando aiuto a Maria, ella ce lo neghi? No, dice il santo: «Ipsa enim non misereri ignorat,


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et miseris non fatisfacere nunquam scivit». No che non sa, né ha saputo mai Maria lasciar di compatire e di aiutare qualunque miserabile che a lei è ricorso. Non sa, né può farlo, perché ella13 ci è stata assegnata da Dio per regina e madre di misericordia: come regina di misericordia ella è tenuta ad aver cura de' miseri: «Tu Regina misericordiae (le dice S. Bernardo),14 et qui subditi misericordiae, nisi miseri?» Onde il santo poi per umiltà le soggiungea così: Giacché Voi dunque, o Madre di Dio, siete la regina della misericordia, dovete avere più cura di me, che fra tutti sono il peccatore più misero: «Tu regina misericordiae, et ego miserrimus peccator, subditorum maximus; rege nos ergo, o regina misericordiae».15 Come madre poi di misericordia dee attendere a liberar dalla morte i suoi figli infermi, de' quali la sola sua pietà ne la rende madre. Pertanto S. Basilio16 la chiama, «publicum valetudinarium», pubblico spedale. Gli spedali pubblici son fatti per gl'infermi poveri, e chi è più povero, ha più ragione d'esservi accolto; e così, secondo S. Basilio, Maria dee accogliere con maggior pietà ed attenzione i peccatori più grandi, che a lei ricorrono.

Ma non dubitiamo della pietà di Maria. Un giorno S. Brigida17 intese che 'l Salvatore diceva alla Madre: «Etiam diabolo misericordiam


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exhiberes, si humiliter peteret». Lucifero il superbo non si umilierà mai a far questo, ma se il misero si umiliasse a questa divina Madre, e la pregasse ad aiutarlo, Maria colla sua intercessione lo caccerebbe18 dall'inferno. Con ciò volle darci ad intendere Gesu-Cristo ciò che Maria stessa poi disse alla santa che quando ricorre a Lei un peccatore, quantunque sia grande, ella non guarda i peccati che porta, ma l'intenzione con cui viene; che se viene con buona volontà d'emendarsi, ella l'accoglie e lo guarisce da tutte le piaghe che tiene:19 «Quantumcunque homo peccat, si ex vera emendatione ad me reversus fuerit, statim parata sum recipere revertentem: nec attendo quantum peccaverit, sed cum quali voluntate venit. Nam non dedignor eius plagas ungere et sanare; quia vocor, et vere sum mater misericordiae». Quindi ci fa animo S. Bonaventura:20 «Respirate ad illam, perditi peccatores, et perducet vos ad portum» (in Psal. 8). Poveri peccatori perduti, non vi disperate, alzate gli occhi a Maria, e respirate confidando alla21 pietà di questa buona madre. Cerchiamo dunque (dice S. Bernardo)22 la grazia perduta, e cerchiamola per mezzo di Maria: «Quaeramus gratiam, et per Mariam quaeramus» (Serm. de Aquaed.). Questa grazia da noi perduta, ella l'ha ritrovata, dice Riccardo di S. Lorenzo;23 dunque a lei dobbiamo portarci per ricuperarla: «Cupientes invenire gratiam, quaeramus inventricem gratiae» (De Laud. Virg. lib. 2). Quando S. Gabriele andò ad annunziare a Maria la divina maternità, tra l'altre cose le disse: «Ne timeas Maria, invenisti gratiam»


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(Luc. 1).24 Ma se Maria non fu mai priva della grazia, anzi ne fu sempre piena, come potea dirle ch'ella l'avesse ritrovata? Risponde Ugon Cardinale25 che Maria non ritrovò la grazia per sé, perch'ella sempre l'avea goduta, ma per noi che l'abbiam perduta: onde dice Ugone che dobbiamo a lei andare e dirle: Signora, la roba dee restituirsi a chi l'ha perduta; questa grazia da Voi ritrovata non è già vostra, perché Voi l'avete sempre posseduta; ella è nostra, noi l'abbiamo per nostra colpa perduta, e a noi dunque dovete renderla: «Currant ergo, currant peccatores ad Virginem, qui gratiam amiserant peccando; secure dicant: Redde nobis rem nostram, quam invenisti».

Affetti e preghiere

Ecco, o gran Madre di Dio, a' piedi vostri un misero peccatore che non una ma più volte ha voluto perdere la grazia divina, che 'l vostro Figlio gli avea acquistata colla sua morte. O madre di misericordia, vengo a Voi coll'anima tutta piena di ferite e di piaghe, non mi sdegnate per questo, ma movetevi a maggior compassione, ed aiutatemi. Guardate la confidenza che ho in Voi, e non m'abbandonate. Io non vi cerco beni di terra, vi cerco la grazia di Dio e l'amor al vostro Figlio. Madre mia, pregate per me, e non lasciate mai di pregare. I meriti di Gesu-Cristo e la vostra intercessione mi hanno da salvare. Il vostro officio è d'intercedere per li peccatori: dunque «Advocata nostra (vi dirò con S. Tommaso da Villanova)26 officium tuum imple»: fate l'officio vostro, raccomandatemi a Dio, e difendetemi. Non vi è causa, per disperata27 che sia, che si perda quando è


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difesa da Voi. Voi siete la speranza de' peccatori, Voi siete la speranza mia. O Maria, io non lascerò di servirvi, d'amarvi e di ricorrere sempre a Voi; e Voi non lasciate mai di soccorrermi, specialmente allora che mi vedete in pericolo di tornare a perdere la grazia di Dio. O Maria, o gran Madre di Dio, abbiate pietà di me.




1 [19.] Davide) Davidde VR BR1 BR2.



2 [21.] RICHARDUS A S. LAURENTIO, De laudibus B. M. V., l. V, c. 2, n. 10: «Oculi Domini super iustos, sed oculi Dominae super iustos et peccatores, sicut oculi matris super puerum ne cadat, et si ceciderit, ut eum sublevet». Cfr. Opera S. Alberti M., XX, Lugduni 1651, 162. Il testo originale non v'è stato impresso con accuratezza.



3 [25.] Stimulus amoris, p. III, c. 19: «Certe, Domina, cum te aspicio, nihil aliud nisi misericordiam cerno». Vedi la nota posta a p. 317: [10.] “Ps. BONAVENTURA, Stimulus amoris, p. III, c. 19, medit. super Salve Regina: «O certe Dei nostri mira benignitas, qui suis reis te, Domina, tribuit advocatam ut a Filio inter nos et ipsum iudicem constitutam, quod volueris pro nobis valeas impetrare». In passato l'opera venne attribuita a s. Bonaventura: Opera S. Bonaventurae, VII, Lugduni 1668, 233, col. I. Oggi i critici sono propensi a riconoscerne autore FR. IACOBUS, lector Mediolanensis, O. Min., che l'avrebbe compilata da vari libri, specie di s. Bonaventura e Fr. David di Augusta: cfr. Opera S. Bonaventurae, VIII, Ad Claras Aquas 1898, p. CXI (Prolegomena, col. I, n. 3).”



4 [2.] S. BERNARDUS, Sermo in Domin. infra octav. Assumptionis B. M. V., n. 2; PL 183, 430: «Quid ad Mariam accedere trepidet humana fragilitas? Nihil austerum in ea, nihil terribile: tota suavis est».



5 [7.] Eccli., 24, 19.



6 [9.] ch'ella) poich'ella VR.



7 [11.] DIONYSIUS CARTHUS., De dignitate et laudibus B. V. M., l. II, art. 23: Opera, XXXVI, Tornaci 1908, 99: «Unde ipsa est singulare ac potentissimus refugium perditorum, spes miserorum, advocata et reconciliatrix omnium iniquorum ad eam confugientium».



8 [16.] disse) dice BR1 BR2.



9 [16.] S. BIRGITTA, op. cit., l. II, c. 23; Coloniae Agrip. 1628, 114: «Ego vocor ab omnibus mater misericordiae: vere, filia, misericordia Filii mei fecit me misericordem, et misericordia eius visa compatientem. Ideo miser erit, qui ad misericordiam, cum possit, non accedit».



10 [20.] questa avvocata) quest'avvocata VR BR1 BR2.



11 [23.] Misero disse, e) Misero è, disse, e VR BR1 BR2.



12 [26.] Stimulus amoris, p. III, c. 13; Lugduni 1668, 226: «Ipsa enim non misereri ignorat, et miseris non satisfacere numquam scivit». Cfr. p. 317.



13 [3.] perché ella) perch'ella VR BR1 BR2.



14 [6.] Ps. BERNARDUS, Medit. in Salve Regina, n. I; PL 184, 1077: «Tu es Regina misericordiae, et qui sunt misericordiae subditi nisi miseri?» Tra le opere di s. Bernardo, ma non è suo (cfr. Glorieux, 72).



15 [11.] Stimulus amoris, p. III, c. 13: «Regina misericordiae es, et ego miserrimus peccatorum. Quomodo ergo, Domina, non exercebis in memetipsum tuae miserationis affectum?»



16 [13.] AURIEMMA T., Affetti scambievoli, p. I, c. I; Bologna 1681, 13: «Possiamo dir della Madre quel che del Figlio disse S. Basilio di Seleucia (Orat. 25): Humanitatis suae fontes patefaciens, commune valetudinarium aperuit miraculorum vi». EMMANUELE DI GESÙ E MARIA, il regno di Maria Vergine Madre di Dio, disc. XI; Napoli 1681, col. 225: «Come a proposito disse Basilio Seleuciense che Dio, Signor nostro, con darci la sua Madre: publicum valetudinarium peccatoribus aperuit (Orat. 17), aprì un pubblico ospedale a' peccatori infermi d'infermità disperate, dove li ricetta, li consola, li cura ed esercita in varii officii». Cfr. BASILIUS SELEUC., Orationes, or. 17 in Davidem; PG 85, 222: «Par est ut creaturae modum videamus, et quanta sit vis ac magnitudo Dei in homines amoris condiscamus. Hinc enim publicum peccatoribus aperitur valetudinarium, et poenitentiae medicamentum Davidis nomine paratum omnibus egenis condonatum est». S. BASILIUS M., espone simili concetti in Hom. in Ps. I, n. 1; PG 29, 210; in Epist. 2, n. 3; PG 32, 227: «Communis animarum curandarum officina; communis quaedam medicinae officina», ecc.



17 [19.] S. BIRGITTA, Revelationes extravagantes, c. 50; Col. Agripp. 1628, 572: «Tu merito plena

charitate… ex cuius abundantia etiam pessimo inimico tuo, id est, diabolo exhiberes misericordiam, si humiliter peteret».



18 [4.] caccerebbe) caccierebbe BR1 BR2.



19 [9.] S. BIRGITTA, Revelationes, l. II, c. 23; ed. 1628, 114: «Sic ergo quantumcumque homo peccat, si ex toto corde, et vera emendatione ad me reversus fuerit, statim parata sum recipere revertentem. Nec attendo quantum peccaverit, sed cum quali intentione, et voluntate redit. Ego vocor ab omnibus Mater misericordiae: vere, filia, misericordia Filii mei fecit me misericordem». Ibid., l. VI, c. 117; ed 1628, 438: «Quid vero vilius quam lavare plagas leprosi? Quicumque invocaverit me, ego non dedignor tangere, et ungere, et sanare plagas suas». Come si constata, s. Alfonso ha riunito i due testi, presi da libri diversi.



20 [13.] Psalterium B. M. V., Ps. 18: «Respirate ad illam, perditi peccatores; et perducet vos ad indulgentiae portum». Per l'autenticità di questo scritto vedi: Opera S. Bonaventurae, VIII, Ad Claras Aquas 1898, Prolegomenta, CXI.



21 [16.] confidando alla) nella VR BR1 BR2.



22 [17.] S. BERNARDUS, Sermo in Nativitate B. M. V., de Aquaeductu, n. 8; PL 183, 441.



23 [19.] RICHARDUS A S. LAUR., op. cit., l. II, c. 3. Tra le opere di s. Alberto M., XX, Lugduni 1651, 70.



24 [23.] Luc., 1, 30.



25 [3.] HUGO DE S. CHARO, Postilla super Lucam, In Luc., I, 30; Opera, VI, Venetiis 1703, 133: «Sed invenisti, quia res habita ut propria custoditur, res inventa restituitur illis qui amiserant. Quia igitur non sibi soli retentura erat gratiam, sed omnibus, qui eam amiserunt, restituta, ideo dixit angelus: Invenisti; quasi diceret: Non debes tibi abscondere, quia non est tua, sed in aperto in communi ponere, ut cuiuscumque fuerit, rem suam possideat, sicut iustum est. Ideo plena gratia dicta supra, quia gratiam omnium invenit. Currant igitur peccatores ad Virginem, qui gratiam amiserunt peccando, et eam invenient qpud eam humiliter salutando, et secure dicant: Redde nobis rem nostram, quam invenisti».



26 [22.] S. THOMAS A VILL., In festo Nativitatis B. M. V., concio III; Conciones, II, Venetiis 1760, col. 406: «Eia ergo, advocata nostra, illos tuos misericordes oculos ad nos converte. Ad te non nostris necessitatibus accurrimus, tuum officium imple, tuum opus exerce».



27 [24.] per disperata) om. per NS7.






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