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S. Alfonso Maria de Liguori
Breve dissertazione...moderni increduli

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INTRODUZIONE

 

Essendo che ne' tempi correnti serpono tanti errori degl'increduli, con cui altri tolgono a Dio la divinità, o alcuno de' suoi attributi; altri tolgono all'anima la spiritualità, e l'immortalità; altri negano la divina rivelazione, o le verità della nostra religion cristiana, che è l'unica e vera; io ho procurato di avere più libri che trattano specialmente di tal materia, come l'opera del p. Moniglia, del p. Tertre, del p. Concina, del p. Vestini, del p. Giudice, la metafisica del dotto Genovese, il Gentiluomo istruito del signor Dorrel, le Lettere del conte Magalotti, ed altri. Ma perché ho veduto che queste opere eran molto diffuse, e non tutte colle stesse ragioni combattevano i suddetti errori, io mi sono ingegnato colla mia debolezza di raccogliere in questa breve dissertazione, per uso de' nostri giovani, le ragioni più principali che assistono alla verità della nostra religione, e le risposte più convincenti alle opposizioni degli avversarj. Se il mio lettore vorrà trovar questa materia più a lungo esaminata, potrà leggere i libri nominati. Frattanto spero che non isdegnerà questa mia operetta, dove troverà le cose più sostanziali dicifrate in breve, ed in un modo il più facile con cui ho potuto spiegarmi, acciocché tutti m'intendano. Del resto, perché i punti controversi son per la maggior parte metafisici ed astrusi, sì per la materia stessa come per i sistemi oscuri e confusi de' contrarj, non m'è stato permesso in alcune cose l'esprimermi più chiaro di quel che ho fatto.

 

Nella prima parte cercherò di confutare i materialisti, che negano la divinità; nella seconda i deisti, che ammettono la divinità, ma negano la verità e l'unità della nostra religione cristiana rivelata. Di questo veleno è ben che si sappiano gli autori che ne sono infetti: sono questi lo Spinoza, l'Hobbes, il Bayle, il Collins, il Tolland, l'Evremond, il Voltaire, lo Schanfrerburg, il Loke, il Wolston, il Tindal, il Montaigne. Ve ne saranno molti altri, mentre Le Moine rapporta una lettera pastorale del preteso Vescovo di Londra, dove questi si lamenta del gran numero de' libri malvagi usciti da poco tempo in qua in Inghilterra intinti di materialismo o deismo, oltre gli altri stampati in Olanda; ma di questi altri autori non mi è pervenuta ancora la notizia.

 

Si lagna il signor Dorrel inglese (ma cattolico), che anticamente gli ateisti andavano sconosciuti per non esser trattati da empj, e da sciocchi; e che almeno, se erano infetti d'ateismo, non ardivano di comparir tali: ma che gli increduli odierni si dichiarano tali alla svelata; e si vantano, affin di acquistarsi il nome di spiriti forti, e spregiudicati, di giudicare della divinità e della religione. Col che, a ben dire, pretendono in somma di togliere ogni legge, ed ogni buon ordine di vivere; poiché tolta l'esistenza d'un Dio rimuneratore del bene e punitore del male, ed abolite le verità della religion cristiana ecco rimosso ogni freno al peccato e distrutta ogni legge ed ogni regola di morale. Sicché l'uomo diventerebbe simile e peggiore delle bestie: il senso padron della ragione: il diritto sarebbe deciso dalla forza, l'onesto dal piacere, il giusto dall'interesse, l'onore dalla vendetta. Onde tutti diverrebbero schiavi delle loro passioni, abbracciando ogni vizio, purché si affacciasse colla sembianza d'utile o dilettevole.

 

Or essendo che codesti increduli odierni non si arrossiscono di parlare alla svelata contro la religion cristiana, si avanzano altresì (come attesta il signor Dorrell) a cacciar fuori continuamente libri infetti de' loro errori. Ma codesta sorte di libri avvelenati, volesse Dio che fosse gradita a' soli eretici, a' quali, mentr'essi non credono più alla vera chiesa, non è difficile il non creder più niente. Ciò ch'è degno di lagrime, è il vedere che oggidì codesti libri si procurano con ansia, e si leggono con qualche applauso nella nostra Italia anche da' cattolici, i quali con leggerli non è possibile che non ne restino almeno in qualche modo infettati. A tal fine io ho procurato di dar fuori quest'operetta, acciocché i confessori e tutti coloro che hanno zelo di Dio, i quali forse non hanno il comodo di leggere l'opere grandi mentovate di sopra, almeno stiano intesi in breve degli errori che corrono, e delle ragioni per confutarli.

 




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