PUNTO II. Dell'obbligo de' padroni, de' servi, e de' coniugi.

3. Peccano i padroni per 1., se non attendono, acciocché i servi adempiscano i precetti. Per 2., se non li correggono, quando quelli peccano. Per 3., se negano loro il salario; sovra che vedi più dubbi, che si dicifrano nell'Istruz.⁸.

4. Peccano i servi, se mancano al servizio; e se non impediscono potendo il danno del padrone; anzi se le robe son date loro in custodia, o se il danno viene dagli estranei della casa, son tenuti anche alla restituzione. Si noti qui, che, secondo la propos. 37. dannata da Innoc. XI., non può il servo compensarsi occultamente l'opera sua, che giudica di maggior prezzo del salario. Si dimandano poi più cose: che debba dirsi, se il servo si parte prima del tempo pattuito. Se pretende il salario dopo due mesi del suo servizio. Se avesse servito senza salario determinato. Se si fosse contentato d'un salario molto minore del giusto. Se avesse fatte fatiche straordinarie⁹.

5. In quanto a' coniugi pecca il marito, se maltratta la moglie con percosse senza giusta causa, come sarebbe giusta la causa d'onore. 2. Se l'impedisse di adempire i precetti. 3. Se le negasse gli alimenti ingiustamente; dicesi ingiustamente, perché può negarglielo, se quella commettesse adulterio o si separasse da lui senza causa. Se poi possa negarle anche la dote, vedi Istruz.¹⁰. All'incontro pecca la moglie 1, se non ubbidisce al marito in ciò che non è ingiusto. 2. Se spende contro la di lui volontà. 3. Se ricusa di abitare dove sta il marito; purché non vi fosse patto in contrario, o altra giusta causa che la scusasse¹¹.