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Sant'Alfonso Maria de Liguori
Confessore diretto…campagna

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PUNTO II. Dell'uccisione del prossimo.

 

3. Per due sole cause è permesso l'uccidere il prossimo, per l'autorità pubblica, e per la propria difesa: per l'autorità pubblica, che condanna i malfattori alla morte per mano de' carnefici; ed anche licenza ad ognuno di uccidere i proscritti, chiamati volgarmente forgiudicati4. Qui si noti per 1. che i chierici, ancorché giudici, non possono condannare altri a morte; solamente possono commettere ai laici una tal potestà, se l'hanno. Si noti per 2., che ogni giudice dee concedere a' condannati a morte il tempo così di confessarsi, come di comunicarsi5. In oltre è permesso uccidere l'ingiusto aggressore per difender la propria vita, quando non v'è altro modo di difendersi; così s. Tommaso6 cogli altri dd. comunemente, come sta espresso nel cap. Si vero, 3. de sent. excomm., dove si dice: Cum vim vi repellere omnes leges, omniaque iura permittant etc.osta il dire, che la vita spirituale del prossimo dee preferirsi alla vita temporale propria; poiché (come ben rispondono il Petrocorense, e gli altri autori comunemente) ciò corre sol quando il prossimo sta in estrema necessità della vita; per esempio, noi siam tenuti anche col pericolo della nostra vita a battezzare un bambino, che sta in prossimo pericolo di morir senza battesimo; ma non corre, quando l'aggressore volontariamente si espone al pericolo di morire, e dannarsi, perché allora la sua morte tutta s'imputa alla sua volontà e malizia Istruz.7. Se poi sia lecito uccidere per difendere il proprio onore, o qualche sua roba di gran prezzo, o pure la pudicizia propria, o d'altro prossimo innocente; vedi ivi8. Di più, se sia lecito prevenire l'aggressore: se l'adultero possa uccidere il marito, che l'assalisce; se sia permesso l'uccidere gl'innocenti indirettamente, come può avvenire in tempo di guerra; vedi ivi9.

 

4. Il procurare l'aborto è sempre illecito, o che il feto sia animato, o sia inanimato. La sentenza poi comunissima con s. Tommaso10 vuole che l'animazione del maschio non facciasi prima di 40. giorni dopo la concezione e della femina non prima degli 80. E dice Tournely, che questa è la sentenza tenuta dalla s. penitenzieria. Sappiasi poi, che all'aborto pel feto animato vi è la scomunica papale ipso facto per la bolla Sedes apostolica, di Gregorio XIV. E si noti per 1., che questa scomunica si può assolvere da' vescovi, e da altri specialmente deputati da essi vescovi; e si può assolvere anche da' regolari. Si noti per 2., che dicendosi nella bolla Scienter, non incorrono tale scomunica quei che l'ignorano, anche con l'ignoranza crassa11. Si dimanda poi, se l'incorrano le donne pregnanti, che procurano l'aborto. E si risponde, esser molto probabile che no12.

 

5. Di più all'aborto del feto animato vi è la pena dell'irregolarità, la quale cadendo sovra l'omicidio, benché occulto, solamente dal papa può esser dispensata. Ma qui si dubita, se tale irregolarità s'incorre nel dubbio, se il feto è animato, o no; e si risponde, che no, coll'autorità di molti dd. E la ragione si è, perché l'irregolarità non s'incorre, se non è espressa in legge, cap. His qui, de sent. excomm. Quantunque poi nel cap. Ad audientiam, de homic., dicasi, che incorre l'irregolarità quegli, di cui si dubita, se sia concorso o no all'omicidio; nondimeno nel caso del testo l'omicidio era certo; ma nel caso nostro, essendo dubbia l'animazione, è dubbio ancora l'omicidio,


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onde siamo fuori nel caso espresso nel testo. Che debba dirsi poi nel dubbio, se taluno sia concorso col suo mandato o consiglio, all'aborto, vedi l'Istruz.1.

 

6. Si dubita in oltre, se sia lecito alla madre l'aborto con prender la medicina. E si risponde, che non è mai lecito prender la medicina col fine diretto di scacciare l'aborto, ancorché il feto sia inanimato, ed ancorché la madre stesse in certo pericolo di morte, se l'aborto non si discaccia, o il pericolo si tema dalla sperienza de' passati sgravidamenti, o pure si tema da' parenti, giusta la prop. 34. dannata da Innoc. XI. Nulladimeno ben può la madre, quando il feto è inanimato, e quando l'infermità di lei è mortale, prendere i rimedi direttamente per guarirsi, benché indirettamente siavi il pericolo dell'aborto. Ma quando il feto è animato, e si teme il pericolo dell'aborto, se la madre prende la medicina, allora ella non può prenderla, se non quando si giudicasse per certo, che morendo la madre muore anche il feto2. Che poi debba farsi, quando v'è speranza, che morendo la madre, possa sopravvivere la prole, e battezzarsi, vedi Istruz.3.

 




4 N. 11.

 



5 N. 10.

 



6 2. 2. q. 64. a. 7.

 



7 C. 8. n. 11.

 



8 N. 12-16.

 



9 N. 17-19.

 



10 3. sent. dist. 3. q. 5. a. 2.

 



11 Istruz. c. 8. n. 20.

 



12 N. 21.



1 C. 8. n. 13.

 



2 N. 23.

 



3 N. 24.

 






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