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S. Alfonso Maria de Liguori Considerazioni...stato religioso IntraText CT - Lettura del testo |
Consid. IV. La pena che avrà nell'inferno chi per aver perduta la vocazione si dannerà.
Il rimorso di aver perduto per colpa propria qualche gran bene, o di aversi cagionato volontariamente qualche gran male, è una pena così grande, che anche in questa vita dà un tormento insoffribile. Or qual tormento avrà nell'inferno un giovine chiamato da Dio con favor singolare allo stato religioso, allorché conoscerà che se ubbidiva a Dio, avrebbe acquistato un gran posto in paradiso; e poi si vedrà confinato in quella carcere di tormenti, senza speranza di rimedio alla sua eterna ruina? Vermis eorum non moritur 1. Questo sarà quel verme, che sempre vivendo sempre gli roderà il cuore con un continuo rimorso. Egli dirà allora: oh pazzo che sono stato! poteva farmi un gran santo: e se ubbidiva, già mi sarei fatto santo: ed ora mi son dannato senza rimedio! Saprà allora il miserabile per sua maggior pena, e vedrà nel giorno dell'universal giudizio alla destra coronati da santi coloro che hanno ubbidito alla loro vocazione, e lasciando il mondo si son ricoverati nella casa di Dio, dove esso ancora era stato chiamato: e poi si vedrà diviso dal consorzio de' beati, e rilegato in mezzo alla ciurma innumerabile di quei miseri condannati, perché fu disubbidiente alla voce di Dio. È certo che allora il pensiero della grazia della vocazione gli sarà nell'inferno un doppio inferno.
Già si sa, come si è considerato di sopra, che a questo infelicissimo cambio si espone facilmente chi per seguire il suo capriccio volta le spalle alla divina chiamata. Perciò, fratello, voi che già siete stato chiamato a farvi santo nella casa di Dio, considerate che a gran pericolo vi esporrete se volontariamente perderete la vocazione. E questa vocazione che Dio vi ha data per sua somma bontà, affin di togliervi dalla plebe e porvi tra 'l numero de' principi eletti del paradiso, diventerebbe per colpa vostra, se siete infedele a Dio, un inferno a parte per voi. Scegliete dunque, perché ora Dio mette in mano vostra l'elezione; scegliete o d'essere un gran re del paradiso, o pure un condannato più disperato degli altri nell'inferno.