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S. Alfonso Maria de Liguori Considerazioni...stato religioso IntraText CT - Lettura del testo |
Consid. X. Dell'amore che dobbiamo a Gesù Cristo, in ricompensa dell'amore ch'egli ci ha dimostrato.
Per intendere l'amore che ci ha portato il Figlio di Dio basta considerare le parole che di Gesù Cristo dice s. Paolo: Semetipsum exinanivit, formam servi accipiens…Humiliavit semetipsum, factus obediens usque ad mortem, mortem autem crucis 1. Semetipsum exinanivit. O Dio, e che stupore ha recato e recherà agli angeli per tutta l'eternità il vedere un Dio per amore dell'uomo farsi uomo e soggettarsi a tutte le debolezze e patimenti dell'uomo! Et Verbum caro factum est 2. Qual maraviglia sarebbe vedere un re farsi verme per amore de' vermi? ma è infinitamente maggior maraviglia il vedere un Dio fatto uomo: e dopo ciò vederlo umiliato sino alla morte così penosa e vituperosa della croce, dove finì la sua sacrosanta vita. Parlando di questa morte i profeti Mosè ed Elia sopra il Taborre, dice il vangelo che la chiamano un eccesso: Dicebant
excessum, quem completurus erat in Ierusalem 1. Sì, dice s. Bonaventura, con ragione ella fu chiamata eccesso la morte di Gesù Cristo, perché fu un eccesso di dolore e d'amore, da non potersi mai credere, se non fosse già avvenuta: Excessus doloris, excessus amoris. Eccesso d'amore, ripiglia sant'Agostino, mentre a tal fine il Figlio di Dio volle venire in terra a fare una vita così stentata e una morte così amara per far conoscere all'uomo quanto egli l'amava: Propterea Christus advenit ut cognosceret homo quantum eum diligat Deus. Rivelò il Signore a quella sua serva Armella Nicolas che l'amore portato agli uomini era stata la cagione di tutte le sue pene e della sua morte. Se Gesù Cristo non fosse stato Dio, ma un semplice uomo nostro amico, qual maggior amore avrebbe potuto dimostrarci che morire per noi? Maiorem hac dilectionem nemo habet ut animam suam ponat quis pro amicis suis 2. Ah che al pensiero dell'amore dimostrato a noi da Gesù Cristo i santi hanno stimato far poco il dar la vita e tutto per un Dio così amante! Quanti giovani, quanti nobili han lasciate le case e le patrie, le lor ricchezze, i parenti e tutto per ritirarsi in un chiostro a vivere al solo amore di Gesù Cristo! Quante verginelle, rinunziando le nozze de' principi e primi grandi del mondo, se ne sono andate giubilando alla morte per render così qualche ricompensa all'amore di un Dio morto per loro amore e giustiziato in un patibolo infame! cosa che ad una s. Maria Maddalena de' Pazzi pareva una pazzia: ond'ella chiamava il suo Gesù pazzo d'amore: Sì, Gesù mio, diceva, che tu sei pazzo d'amore. Come appunto i gentili, secondo attesta s. Paolo, sentendo predicare la morte di Gesù Cristo, la stimavano una pazzia da non potersi mai credere: Praedicamus Christum crucifixum, iudaeis quidem scandalum, gentibus autem stultitiam 3. Come mai, essi dicevano, un Dio ch'è felicissimo da se stesso, che di niuno ha bisogno, ha potuto morire per amore degli uomini suoi servi? Ciò sarebbe lo stesso che credere un Dio divenuto pazzo per amore degli uomini. Ma pur è di fede che Gesù Cristo vero Figlio di Dio per amore di noi si è dato alla morte: Dilexit nos et tradidit semetipsum pro nobis 4. Aveva ragione dunque poi la stessa s. Maria Maddalena di esclamare, piangendo l'ingratitudine degli uomini a questo Dio così amante, quando diceva: O amore non conosciuto, o amore non amato! Si, mentre perciò non è amato Gesù Cristo dagli uomini, perché vivono scordati del suo amore.
Eh che un'anima che considera un Dio morto per suo amore, non può vivere senza amarlo: Caritas Christi urget nos 5. Ben si sentirà ella infiammare e quasi costringere ad amare un Dio che tanto l'ha amata. Poteva Gesù, dice il p. Nieremberg, redimerci con una sola goccia di sangue, ma egli ha voluto spendere tutto il sangue e la sua vita divina, acciocché a vista di tanti dolori e della sua morte non ci contentassimo d'un semplice amore, ma fossimo dolcemente forzati ad amare con tutte le forze un Dio così innamorato: Ut qui vivunt, iam non sibi vivant, sed ei qui pro ipsis mortuus est 6.