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S. Alfonso Maria de Liguori
Delle cerimonie della messa

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CAP. IX. Del canone dopo la consecrazione sino al Pater noster.

 

Il celebrante, avendo collocato il calice sopra l'altare e adoratolo, si alza e stando ritto colle mani distese avanti il petto e voltato verso il messale, dice: Unde et memores, Domine, etc. Alle parole De tuis donis ac datis unisce le mani, ed indi mette la sinistra sopra il corporale, e colla destra fa tre croci comuni sopra l'ostia ed il calice, dicendo: Hostiam + puram, hostiam + sanctam, hostiam + immaculatam; indi sopra l'ostia, dicendo: Panem + sanctum vitae aeternae; e sopra il calice, dicendo: Et calicem + salutis perpetuae. Indi colle mani distese prosiegue: Supra quae etc.

 

Dicendo Supplices te rogamus, starà profondamente inclinato, tenendo le mani sopra l'altare nel modo secondo si disse nel cap. 4. n. l., cioè colle dita piccole che tocchino il fronte dell'altare, e l'altre sopra del medesimo altare, e cogl'indici uniti ai pollici. Dopo le parole Ut quotquot, bacia l'altare, dandosi co' piedi in dietro, ed alzatosi unisce le mani, e poi mettendo la sinistra sopra il corporale fa la croce colla dritta sopra l'ostia dicendo: Sacrosanctum Filii tui corpus(+); ed un'altra sopra il calice dicendo: Sanguinem(+) sumpserimus; e dicendo: Omni benedictione + coelesti et gratia repleamur, tenendo allora la sinistra sotto il petto segna se stesso; ed alle parole Per eumdem congiunge le mani secondo la rubrica.

 

Quando dirà Memento etiam, Domine, etc., distenderà le mani, e pian piano le andrà congiungendo in modo che alle parole in somno pacis finirà d'unirle. Congiunte già le mani avanti il petto come si fece e disse nel memento de' vivi, cogli occhi fissi al sagramento e colla testa piegata farà per un poco di tempo la commemorazione de' defunti. Ciò fatto abbasserà le mani avanti il petto, e tenendole distese proseguirà, Ipsis, Domine, etc. Alle parole Per eumdem ricongiunge le mani, ed inchina la testa alla parola Christum. Secondo la regola generale, solo alla parola Iesum si dee piegar la testa; ma in questo luogo è precetto di rubrica, e non in altri. Il Bauldrit vuole che dovesse tenersi inchinata per tutte le parole seguenti, Nobis quoque peccatoribus. Ma questa opinione è singolare, né mi pare che si accordi colla rubrica.

 

Indi mette la sinistra sopra il


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corporale, e stando dritto si percuote il petto colle punte delle tre dita della destra, dicendo con voce mediocre: Nobis quoque peccatoribus; e poi prosiegue colle mani distese come prima, e le congiungerà quando dirà Per Christum Dominum nostrum. Proseguendo a star così dice: Per quem haec omnia, Domine, semper bona creas; ed indi farà tre croci comuni, come si è sopra notato cap 8. n. 2., dicendo: Sanctificas(+), vivificas(+), benedicis(+), et praestas nobis. Dopo scuopre il calice colla destra, posta la sinistra sopra il corporale, o, come altri vogliono, sopra il piede del calice, pigliando la palla fra il medio e l'indice che sta unito al pollice, e deposta quella sopra del velo piegato genuflette.

 

Appresso si alza e prende l'ostia da lato, un poco sotto della metà, col pollice ed indice della destra, e tenendo il calice colla sinistra per lo nodo, farà tre croci coll'ostia sopra il calice da un labbro all'altro senza toccarli, e dritto senza far salti, dicendo: Per + ipsum, et cum + ipso, et in + ipso. Di poi colla stessa ostia fa due altre croci tra il calice e 'l suo petto, dicendo: Est tibi Deo Patri + omnipotenti in unitate Spiritus + sancti. Queste due croci si fanno alla stessa dirittura, in modo che la sommità dell'ostia corrisponda sempre al labbro del calice; di più le croci non escano fuori del corporale, e non passino da sovra il braccio sinistro, che perciò il detto braccio dee incurvarsi. Indi portando per linea retta e non per giro l'ostia colla destra sovra il calice, alzerà alquanto il calice insieme coll'ostia, e nello stesso tempo dirà sotto voce: Omnis honor et gloria; e subito calato il calice nel corporale e riposta l'ostia a suo luogo astergerà i pollici ed indici sovra del calice, non già nel labbro, e lo coprirà colla palla e genufletterà.

 




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