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S. Alfonso Maria de Liguori
Dissertazioni teologiche-morali

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DISSERTAZIONE VII. Dello stato del mondo dopo il giudizio universale.

SOMMARIO

1. Dopo le sentenze gli eletti saranno assunti con Gesù Cristo in cielo, ed i reprobi saranno gittati nella fossa dell'inferno. 2. Indi il mondo non resterà consumato dal fuoco, come vogliono alcuni, ma sarà innovato in miglior forma, secondo parlano le scritture. I cieli ed i pianeti non si muteranno, ma riceveranno un nuovo splendore. 3. Cesserà il moto de' corpi celesti, e 'l sole e la luna resteranno fermi nel luogo assegnato loro da Dio. 4. Gli elementi, e tutti i corpi superiori ed inferiori della terra, saranno migliorati. 5. La terra purgata dal fuoco resterà diafana come vetro. L'acqua resterà lucida come cristallo. L'aria risplendente come il cielo, e 'l fuoco lucente come il sole. 6. Tutto il resto resterà distrutto dal fuoco, né vi saranno più animali, né piante, né altre cose miste. 7. Se nella terra vi saranno abitatori, e specialmente se resteranno ad abitarla i bambini morti senza battesimo?

 

1. Dopo che saran proferite le sentenze da Gesù Cristo, gli eletti saranno assunti con esso e cogli angeli in cielo a goder l'eterna beatitudine; e nello stesso tempo aprendosi la terra, saranno assorbiti in mezzo alle fiamme i reprobi misti co' demonj e confinati nelle viscere della terra a penare eternamente.

 

2. Terminato ciò, s. Girolamo1 riferisce più filosofi, i quali diceano che il mondo restava consumato dal fuoco; e presso il p. Liberio carmelitano2 sentono lo stesso più ss. padri, s. Giustino, s. Grisostomo, s. Gregorio nisseno e s. Basilio; e della stessa opinione è Ambrogio Caterino e Girolamo Magio3. Ma la sentenza comune degli altri padri e teologi con s. Tommaso è, che il mondo non resterà distrutto, ma sarà innovato in miglior forma. Tutte le scritture del vecchio e nuovo testamento dicono che allora vi saranno nuovi cieli e nuova terra: Ecce enim ego creo coelos novos et terram novam, et non erunt in memoria priora, et non ascendent super cor; sed gaudebitis et exultabitis usque in sempiternum in his quae ego creo4. Novos vero coelos et novam terram secundum promissa ipsius expectamus, in quibus iustitia habitat5. Vidi coelum novum et terram novam; primum enim coelum et prima terra abiit, et mare iam non est6. Dicesi coelum novum et terram novam, et mare iam non est, non già che si mutino le sostanze del cielo, della terra e del mare, in modo che dopo questo mondo abbia ad esservi un nuovo mondo, come scrisse Origene7, la cui opinione non si ammette, poiché la sostanza del mondo sarà la stessa; ma i corpi così celesti, come terreni, si muteranno in miglior forma negli accidenti e nella superficie: i cieli saranno vestiti di nuovo splendore giusta quel che dice Isaia: Et erit lux lunae sicut lux solis, et lux solis erit septempliciter sicut lux septem dierum8. Dicono s. Girolamo, il Lirano ed altri9, che il sole e la luna riceveranno uno splendore più lucido e più soave, in mercede (a nostro modo d'intendere) del loro corso e della fatica fatta in servitù degli uomini. Così anche spiega s. Ambrogio nel salmo 101, vers. 27. le parole ivi descritte: Ipsi (cioè ipsi coeli) peribunt, tu autem permanes. Scrive s. Ambrogio: Coeli pereunt ab eo quam sunt, cum mutantur in melius. A tutti i corpi celesti sarà accresciuta la luce, e questa nuova luce, dice s. Tommaso10, farà comparire un nuovo cielo; come dice s. Giovanni: Vidi coelum novum11. S. Agostino similmente (spiegando le parole di s. Paolo: Praeterit enim figura huius mundi12 soggiunge: Praeterit figura huius mundi, et non mundus13. Lo stesso scrive s. Epifanio: Prior figura pereat ad illustriorem statuum immutationem.

 

3. Allora, come scrive s. Tommaso, cesserà il moto de' corpi celesti: Motus coeli cessabit in illa mundi innovatione, non quidem ex aliqua causa, sed divina voluntate faciente14. Poiché allora, dice il santo, essendo compiuto il numero degli eletti, sarà anche terminata la generazione umana; e per conseguenza cesserà il moto de' cieli, il quale concorreva alla variazione degli elementi, che sono ordinati all'umana generazione. Pertanto dice s. Tommaso15, che il sole e la luna non più si moveranno, ma resteranno fermi in quel sito che loro sarà assegnato da Dio.

 

4. Allora anche gli elementi saranno innovati, ed acquisteranno una nuova chiarezza, come dice l'angelico16: Terra erit in superficie exteriori pervia sicut vitrum, aqua sicut crystallus, aer ut coelum, ignis ut luminaria coeli. Dice


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il santo che tutti i corpi celesti e gl'inferiori della terra sono stati creati in beneficio dell'uomo; onde essendo elevati gli uomini allo stato di gloria, siccome sono glorificati gli abitatori, così conviene che sia migliorata la loro abitazione, e vestita di nuova bellezza; e non solo nei corpi superiori, ma anche negli inferiori della terra, acciocché tutto quel che ha servito all'uomo riceva un nuovo splendore, e tutto poi serva in avvenire a ricreare l'uomo.

 

5. La terra, dice il s. dottore, erit in superficie pervia sicut vitrum; e nella terra non vi saranno più monti e balze, sarà ella tutta piana: e così si spiega quel testo di s. Giovanni: Et omnis insula fugit, et montes non sunt inventi1. E benché resterà densa secondo la sua natura, nondimeno dice il santo art. 4 ad 2, gloria claritatis vestietur sine praeiudicio densitatis ipsius, sarà ella lucida come vetro; e (ad 3) suppone che tutta la terra sarà diafana e trasparente, eccettuata quella parte ch'è dell'inferno. L'acqua, dice s. Tommaso, sarà come un cristallo, non già nella solidità, perché sarà sempre fluida, ma cristallo perché sarà tutta lucida e trasparente. L'aria sarà bella e risplendente come il cielo, dice s. Tommaso; e 'l fuoco (ignis ut luminaria coeli) sarà risplendente com'è la luce del sole. Sicché tutte queste creature che han servito all'uomo, dice s. Tommaso2 riceveranno maggior perfezione, non già naturale, ma sopranaturale e straordinaria; e non già perché l'abbiano meritata, ma perché ha meritato l'uomo, che a tutto il mondo si donasse quella gloria, in quanto tutto ridonda in accrescimento della gloria sua: Homo tamen meruit ut illa gloria toti universo conferretur, in quantum hoc cedit in augmentum gloriae hominis; e così l'uomo possa maggiormente deliziarsi nel vedere le opere di Dio fatte a posta per dilettarlo, secondo scrisse il salmista: Quia delectasti me, Domine, in factura tua, et in operibus manuum tuarum exultabo3.

 

6. Da ciò si vede che in quella innovazione, come scrive s. Tommaso4, non vi saranno più né animalipiante né altre materie miste, poiché tutto resterà distrutto dal fuoco. Gli animali e le piante sono stati creati da Dio per sostentare la vita presente dell'uomo; cessando dunque tal fine, debbono cessare insieme tai mezzi. Né osta il dire che le piante e gli animali compongono la perfezione di questo mondo; perché risponde il santo in altro luogo5, che tal perfezione riguarda lo stato presente, ma non lo stato di allora molto migliorato: Sunt de perfectione eius secundum statum istum, non autem secundum statum novitatis illius.

 

7. Qui si domanda se nel mondo innovato vi saranno abitatori sopra la terra? Il cardinal Gotti6 riferisce l'opinione di alcuni e specialmente di un certo autore nominato Siuri7, il quale con altri tiene la sentenza, che sulla terra innovata abiteranno i bambini morti senza battesimo, ed ivi godranno degli elementi già purificati. Gotti non giudica quest'opinione abbastanza probabile quel che dice s. Tommaso, che tutta la terra sarà vestita di chiarezza, in modo che la luce potrà penetrare nel luogo del limbo, e così alquanto illuminarlo. Del resto, come abbiamo scritto di sopra nella dissertaz. 6. num. 36. et seq., s. Tommaso tiene in più luoghi che tali bambini non patiranno alcuna pena, né di danno, né di senso, anzi godranno de' beni naturali.

 




1 In c. 51. Isa.



2 Contr. t. 1. contr. 9. §. 3.



3 Ambros. Cathar. 1. ad Hebr. et Hieron. Maggius l. 2. de Exust. Mundi c. 6.



4 Isa. 65. 17.



5 2. Petr. 3. 12.



6 Apoc. 21. 1.



7 L. 2. Periarch.



8 Isa. 30. 26.



9 S. Hyeron. Liran. etc. apud Cornel. a Lap. loc. cit. Isa.



10 S. Thom. suppl. 3. p. q. 91. a. 3.



11 Ap. 21. 1.



12 1. Cor. 7. 31.



13 L. de civ. c.



14 Cit. q. 91. a. 2.



15 Suppl. qu. 91. a. 3.



16 Cit. q. 91. a. 5.

1 Ap. 16. 20.



2 Qu. 91. a. 1. ad 4. et 5.



3 Ps. 91. 5.



4 Loc. cit. a. 5.



5 Quaest. 5. de potentia a. 9.



6 T. 3. de qualitate mundi etc. qu. 5. dub. 3. §. 2. p. 741.



7 Tract. de Limbo pueror. c. 5. a n. 7.




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