Copertina | Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
S. Alfonso Maria de Liguori
Duetto

IntraText CT - Lettura del testo
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

Introduzione

1 - Aspetto estetico-musicale

La composizione, che, a notizia del primo biografo del Santo, Antonio Tannoia, Alfonso dai Musici fe' cantare per intermezzo tra il Catechismo e la Predica, allorché in Napoli diede gli esercizi nella gran Chiesa detta la Trinità dei Pellegrini, porta la data del 1760. Essa, ritrovata nel 1860 dal discendente del Santo Federico de' Liguori, nel British Museum di Londra, ci è pervenuta non in autografo dell'autore, ma in copia manoscritta probabilmente di don Giuseppe Messina, che fu prima redentorista e poi sacerdote diocesano e parroco in Pagani.

Il Duetto rappresenta una esemplificazione delle grandi capacità compositive del Santo, del suo impegno nel cimentarsi, oltre che in composizioni semplici per il popolo, anche in pagine di musica sacra dotta e perfettamente in consonanza con quella dei maggiori esponenti della scuola napoletana del Settecento, quali Pergolesi, Scarlatti, Porpora, Cimarosa ecc.

Se per qualche intonazione delle sue laude, Alfonso ricorse alla consolidata tecnica del travestimento spirituale, sfruttando pastoralmente melodie idonee preesistenti da adattare ai suoi versi, in questo Canto della Passione, egli è totalmente autonomo.

Pur non sottraendosi totalmente all'orientamento dell'epoca, che non concedeva alla musica sacra totale autonomia dallo stile profano, il santo Vate nel suo Duetto mostra sufficiente indipendenza da questa moda, riuscendo a caricare di inconsueto pathos spirituale e commozione umana le sue note che, a distanza di circa due secoli e mezzo, coinvolgono ancora l'ascoltatore trasportandolo inevitabilmente in un’atmosfera sovrumana.

Il capolavoro poetico-musicale alfonsiano resta comunque, in senso monteverdiano, un modello di perfetta aderenza tra poesia e musica e, in senso wagneriano, il primo modello di unità estetica di parola e melodia. È in questi due aspetti, congiunti al sublime fascino del testo poetico e di quello musicale che deve ricercarsi, a mio avviso, la specificità e la peculiarità di questa composizione che rimane nel suo genere un autentico gioiello del repertorio musicale sacro universale, e l’unico esemplare di una pagina di musica impegnata e colta di un santo. A pieno titolo, perciò, crediamo che questo Canto della Passione possa collocarsi al primo posto nell’elenco delle musiche per il Giubileo del Duemila, di quelle musiche che sono insieme espressione sincera di penitenza per la tragedia della colpa e di lode per la salvezza a quell’unico Dio che è creatore e Redentore dell’uomo.

Nell’incisione curata dallo scrivente, il Duetto tra l’Anima e Gesù Cristo, pur conservando scrupolosamente la linea melodica delle parti scritte dal santo compositore, si allontana non poco dalla realizzazione del basso continuo di Federico De Liguori, che, nella versione tramandata dal Di Coste, ne ha decisamente travisato il tessuto che per buona parte è eseguibile sul pianoforte e non sul clavicembalo. Il compito filologico di riportare il capolavoro musicale alfonsiano nell’originale fisionomia e utilizzazione clavicembalistica se l’ha assunto e l’ha ottimamente realizzato il compositore redentorista p. Alfonso Vitale, docente di Armonia e Contrappunto al Conservatorio Statale di Musica di Salerno.

 

P. Paolo Saturno

redentorista

Ordinario di Storia della Musica

al Conservatorio Statale di Musica

di Salerno

 

2 - Guida all'ascolto musicale

La Passione dì Gesù Cristo, insieme alla devozione a Gesù Bambino, all'Eucarestia e alla Madonna, è uno dei quattro amori che caratterizzano la spiritualità di S. Alfonso.

Questo brano Alfonso lo scrive nel marzo del 1760, a 64 anni, trovandosi a Napoli nella chiesa della Trinità dei Pellegrini per predicarvi la quaresima, sostituisce il solito esibizionistico intermezzo musicale, tra l'istruzione sul Decalogo e la 'predica grande', don una composizione sacra più adatta al momento e più idonea a confermare negli ascoltatori i frutti degli esercizi spirituali

Il "Canto della Passione" o Duetto tra l'Anima e Gesù Cristo", è una composizione che appartiene al periodo di maggiore attività del santo e ne testimonia la grande professionalità e maturità. Si tratta di un "duetto da camera"' con basso continuo, a due voci che procedono parallelamente, di solito per terze e a contrappunto imitato, molto in voga tra il 600 e il 700.

Il santo coglie e sviluppa, dei dramma della Passione, il tema dell'incontro tra l'Anima e Gesù Cristo, che sale al Calvario. Dopo breve e maestosa introduzione dell'orchestra, entra in scena l'Anima apostrofando, con un intenso recitativo, Pilato, giudice ingiusto e iniquo.

Nel rapido incalzare dei rimproveri, improvvisamente squilli di tromba, grida pianti e lamenti introducono un crudele spettacolo: l'anima scopre lontano il corteo che accompagna Cristo al calvario, coronato di spine, sotto la croce, mentre "del suo divino sangue segna la terra dove posa il piede".

Il recitativo termina con una commovente esclamazione: solo l'amore ha potuto fare di Cristo un "re di scherno e di dolore". Ma già l'orchestra, con andamento flebile, l'annunzia ormai vicino... L'Anima gli corre incontro e, con premura, "Dove, Gesù ten vai?" - gli chiede. "Vado per te a morir" è la risposta di Cristo. Si intrecciano allora, in una gara di amore e si fondono, in un duetto dì purissime emozioni, l'appello di Cristo "Donami tutto il core e serbami la fe'" col dono supremo dell'anima:"Tutta son tua, mio Re".

Questa composizione è ritenuta dai maggiori musicologi uno dei saggi più notevoli del panorama musicale sacro dei settecento italiano e accostabile all'arte purissima di Alessandro Scarlatti.

Alfonso Amarante

Professore nelle Scuole di Stato

 

 




Precedente - Successivo

Copertina | Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

IntraText® (V89) © 1996-2006 EuloTech