- Parte prima
- CAPITOLO VIII. - Et Iesum benedictum fructum ventris tui nobis post hoc exsilium ostende.
- § 2. - Maria soccorre i suoi divoti nel purgatorio.
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§ 2. - Maria soccorre i suoi divoti nel purgatorio.
Troppo felici sono i divoti di questa pietosissima
Madre, poiché non solo in questa terra sono da lei soccorsi, ma anche nel
purgatorio son dalla sua protezione assistiti e consolati. Anzi essendo quelle
anime più bisognose di sollievo, mentre ivi son più tormentate, né possono
aiutarsi da loro stesse, molto più ivi questa Madre di misericordia s'impiega
in soccorrerle. Dice S. Bernardino da Siena che in quella carcere d'anime spose
di Gesù Cristo, Maria ha un certo dominio e plenipotenza, così per sollevarle
come anche per liberarle da quelle pene: B.
Virgo in regno purgatorii dominium habet (Serm. 3, de Nom. Mar., a. 2, c.
3).1
Ed in quanto per prima al sollevarle, lo stesso
santo applicando quelle parole dell'Ecclesiastico: In fluctibus maris ambulavi (cap. 24),2 soggiunge: Scilicet visitans et subveniens
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necessitatibus et tormentis devotorum meorum, quia filii sunt (S.
Bern. Sen., loc. cit.).3 Dice S. Bernardino che le pene del purgatorio
si chiamano flutti, perché sono
transitorie, a differenza delle pene dell'inferno che non passano mai. E si
chiaman flutti del mare, perché son
pene molto amare. Da queste pene afflitti i divoti di Maria sono spesso da lei
visitati e sovvenuti. Ecco dunque quanto importa, dice il Novarino, l'esser
servo di questa buona Signora; poich'ella non sa di loro scordarsi, allorché
patiscono in quelle fiamme. E benché Maria soccorra tutte quell'anime purganti,
nulladimanco sempre ottiene più indulgenze e sollievi a' suoi divoti: Vide quam referat Virginem colere, cum
cultorum suorum in purgatorii flammis exsistentium non obliviscatur. Et licet
omnibus opem et refrigerium ferat, id tamen praecipue erga suos praestat (Nov.,
Virg. Umb., c. 15, Exc. 86).4
Rivelò questa divina Madre a S. Brigida e le disse:
Io son la madre di tutte l'anime che stanno in purgatorio, mentre tutte le pene
ch'esse meritano per le colpe commesse in vita, in ogni ora - mentre ivi stanno
- per le mie preghiere sono in qualche modo mitigate: Ego mater omnium qui sunt in purgatorio, quia omnes poenae quae
debentur illis pro peccatis suis, in qualibet hora propter preces meas
quodammodo mitigantur (Lib. 4, Rev., c. 138).5 Non isdegna la
pietosa Madre alle volte anche di entrare in quella santa prigione per visitare
e consolare quelle afflitte sue figlie. Profundum
abyssi penetravi, ella dice, come sta ne' Proverbi al capo 49, e l'applica
S. Bonaventura, aggiungendo: Abyssi,
idest purgatorii, adiuvans illas sanctas animas:6 Io ho penetrato
il fondo di quell'abisso, cioè del purgatorio, per sollevare colla mia presenza
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quelle anime sante. Maria bona,
disse S. Vincenzo Ferreri, exsistentibus
in purgatorio; quia per eam habent suffragium (Serm. 2, de Nat.).7
Oh quanto è cortese e benigna la S. Vergine a quei che penano in purgatorio,
poiché per suo mezzo essi ricevono continui conforti e refrigeri!
E qual'altra è la lor consolazione in quelle pene,
se non Maria e 'l soccorso di questa Madre di misericordia? Intese S. Brigida
un giorno così dire da Gesù alla Madre: Tu
es mater mea, tu mater misericordiae, tu consolatio eorum, qui sunt in
purgatorio (Lib. 1 Rev., 16).8 E la stessa B. Vergine disse a S.
Brigida che conforme un povero infermo, stando afflitto ed abbandonato in un
letto, si sente ricreare da qualche parola di sollievo; così quell'anime si
sentono consolare in udire solamente il suo nome: Qui sunt in purgatorio gaudent, nomine meo audito, quemadmodum aeger
iacens in lecto, cum audit verbum solatii (Ap. B. Dion. Cart., l. 3, de laud. V.).9 Il solo nome dunque di Maria - nome di speranza e di
salute - che spesso invocano in quel carcere quelle sue figlie dilette, è per
esse un gran conforto. - Ma poi, dice il Novarino, l'amorosa Madre al sentirsi
da loro invocare, aggiunge le sue preghiere a Dio, da cui soccorse quelle
anime, restano come da una celeste rugiada refrigerati i loro grandi ardori: Virginis nomen illarum poenarum refrigerium
est. Addit Virgo preces, quibus veluti supero quodam rore cruciatus illì magni
mitigantur (Nov., cit. c. 15, Exc. 86).10
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Ma non solamente consola e sovviene Maria i suoi
divoti nel purgatorio, ell'ancora gli sprigiona e libera colla sua
intercessione. Sin dal giorno della sua gloriosa Assunzione, in cui si dice
esser rimasto vuoto tutto quel carcere, totum
purgatorium fuisse evacuatum, come scrisse Gersone;11 - e lo conferma
il Novarino, dicendo rapportarsi da gravi autori che Maria stando per andare al
Paradiso domandò questa grazia al Figlio, di potersi condurre seco tutte
l'anime, che allora si trovavano nel purgatorio: Ferunt quippe bonae notae auctores Virginem in caelum ituram a Filio
hoc petiisse, ut omnes animas, quae detinebantur in purgatorio, secum ad
gloriam ducere posset (Cit. Exc. 86);12 - sin d'allora dice Gersone
che la B. Vergine ebbe il possesso di tal privilegio di liberare i suoi servi
da quelle pene.13 E ciò l'asserisce anche assolutamente S. Bernardino
il Senese, dicendo che la B. Vergine ha questa facoltà, col pregare e
coll'applicare anche i suoi meriti, di liberare quelle anime dal purgatorio, e
massimamente i divoti suoi: Ab
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his tormentis liberat B. Virgo
maxime devotos suos (Serm. 3, de Nom. Mar., a. 2, c. 3).14 E lo
stesso dice il Novarino, stimando egli che per li meriti di Maria non solo si
rendono più dolci le pene di quell'anime, ma benanche più brevi, raccorciandosi
per sua intercessione il tempo della loro purga: Crediderim omnibus qui in flammis purgantur, Mariae meritis non solum
leviores fuisse redditas illas poenas, sed et breviores; adeo ut cruciatuum
tempus contractum Virginis ope illius sit (Cit. Exc. 86).15 Basta
ch'ella si presenti a pregare.
Riferisce S. Pietro Damiano (Lib. 3, ep. 10, et in
ord. 50) che una certa donna chiamata Marozia, essendo già morta, apparve ad
una sua commadre e le disse che nel giorno dell'Assunzione di Maria era stata
da lei liberata dal purgatorio insieme con tante altre anime, che passavano il
numero del popolo romano.16 Lo stesso asserisce S. Dionisio Cartusiano
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delle festività della Nascita e della Risurrezione di Gesù Cristo, dicendo
che in tali giorni scende Maria nel purgatorio accompagnata da schiere
d'angioli, e libera molte anime da quelle pene: Beatissima Virgo singulis annis in festivitate Nativitatis Christi ad
purgatorii loca cum multitudine angelorum descendit et multas inde animas
eripit. Etiam in nocte Dominicae Resurrectionis solet descendere ad purgatorium
pro eductione animarum (S. Dion. Cart., serm. 2, de Ass.).17 E 'l
Novarino si fa a credere che ciò avvenga in qualunque festa solenne della S.
Vergine: Facile autem crediderim in
quocumque Virginis solemni festo plures animas ab illis poenis eximi (Nov.,
loc. cit.).18
È ben nota poi la promessa che fece Maria al Papa Giovanni XXII, a cui
apparendo gli ordinò che facesse sapere a tutti coloro i quali portassero il
sacro scapulare del Carmine, che nel sabbato dopo la loro morte sarebbero
liberati dal purgatorio. E ciò lo stesso pontefice, come riferisce il P.
Crasset (tom. 2. Div. d. B.V., tr. 6, prat. 4), lo dichiarò nella Bolla che
pubblicò; che fu poi confermata da Alessandro V, da Clemente VII,
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Pio
V, Gregorio XIII, e Paolo V, il quale nel 1612, in una Bolla disse «Che 'l
popolo cristiano può piamente credere che la B. Vergine aiuterà colle sue
continue intercessioni, co' suoi meriti e protezione speciale dopo la morte e
principalmente nel giorno del sabbato - consagrato dalla Chiesa alla stessa
Vergine - l'anime de' fratelli della confraternità di S. Maria del monte
Carmelo, che saranno uscite da questa vita in grazia, ed avranno portato
l'abito, osservando castità secondo il loro stato, ed avranno recitato
l'Officio della Vergine: e se non han potuto recitarlo, avranno osservati i
digiuni della Chiesa, astenendosi dal mangiar carne il mercoledì, eccettuato il
giorno di Natale».19 E nell'Officio solenne della festa di S. Maria del
Carmine si legge credersi piamente che la S. Vergine con amor di madre consoli
i confratelli del Carmine nel purgatorio, e colla sua intercessione presto li
conduca nella patria celeste: Materno
plane affectu, dum igne purgatorii expiantur, solari, ac in caelestem patriam
obtentu suo quantocius pie creditur efferre (In fest. S. Mar.
de M. Carm., 16 iul.).20
Le stesse grazie e favori perché non dobbiamo
sperare noi ancora, se saremo divoti di questa buona Madre? E se con amore più
speciale la serviremo, perché non possiamo sperare ancora la grazia di andare
subito dopo morte al paradiso, senza entrare in purgatorio? secondo quel che la
B. Vergine per frate Abondo21 mandò a dire al B. Godifredo (come si
legge in Lib. de Gest. Vir. ill. sol. Villar.) con queste parole: «Di' a fra
Godifredo che s'avanzi nelle virtù, così sarà di mio Figlio e mio; e quando
l'anima sua si partirà dal corpo, non
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lascerò che vad'in purgatorio,
ma io la prenderò e l'offerirò a mio Figlio».22
E se desideriamo dar suffragio alle anime sante del
purgatorio, procuriamo di pregare la S. Vergine in tutte le nostre orazioni,
applicando per quelle specialmente il SS. Rosario, che apporta loro un gran
sollievo, come si legge nel seguente esempio.
Esempio.
Riferisce il P. Eusebio
Nieremberg (Troph. Marian., l. 4, c. 29) come nella città d'Aragona vi era una
donzella chiamata Alessandra, la quale, essendo nobile e bellissima, era amata
specialmente da due giovani. Questi un giorno per gelosia di Alessandra
azzuffatisi con armi si uccisero insieme tutti due. I parenti degli uccisi,
sdegnati andarono ed uccisero la povera donzella, come cagione di tanto danno;
e le tagliarono la testa e la buttarono in un pozzo. Dopo pochi giorni passa
per quel luogo S. Domenico, ed ispirato dal Signore, si affaccia a
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quel pozzo e dice: Alessandra, esci fuori. Ecco la testa dell'uccisa
esce e si mette sopra l'orlo del pozzo e prega S. Domenico che la confessi. Il
santo la confessa e poi le dà anche la comunione, a vista d'un immenso popolo
ivi concorso per la maraviglia. Indi S. Domenico le impose che dicesse perché
ella avea ricevuta quella grazia. Rispose Alessandra ch'ella quando le fu
recisa la testa, stava in peccato mortale, ma che Maria SS., per la divozione
del rosario da lei recitato, l'avea conservata in vita. Due giorni stette viva
la testa su del pozzo a vista di tutti, e dopo andò l'anima in purgatorio. Ma
di là a quindici giorni comparve l'anima di Alessandra a S. Domenico bella e
risplendente come una stella, e gli disse che uno dei principali suffragi che
hanno le anime del purgatorio in quelle pene è il rosario che si recita per
esse; e che le medesime subito che giungono in paradiso, pregano per coloro che
l'applicano questa potente orazione. E ciò detto, vide S. Domenico salirsene
tutta giubilante quell'anima fortunata al regno de' beati.23
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Preghiera.
O regina del cielo e della terra, o Madre del
Signore del mondo, o Maria, creatura la più grande, la più eccelsa, la più
amabile, è vero che molti sulla terra non v'amano e non vi conoscono; ma vi sono
tanti milioni d'angeli e di beati in cielo che v'amano e vi lodano
continuamente. Anche in questa terra quante anime felici ardono del vostro
amore e vivono innamorate della vostra bontà! Ah vi amassi ancor io, Signora
mia amabilissima! Oh pensassi sempre a servirvi, a lodarvi, ad onorarvi ed a
procurare di vedervi amata da tutti! Voi avete innamorato un Dio, che colla
vostra bellezza l'avete, per così dire, strappato dal seno dell'Eterno Padre,
tirandolo in terra a farsi uomo e vostro figlio: ed io misero verme non sarò
innamorato di voi? No, Madre mia dolcissima, anch'io vi voglio amare ed amare
assai, e voglio far quanto posso per vedervi amata anche dagli altri. Gradite
dunque, o Maria, il desiderio che ho d'amarvi, ed aiutatemi ad eseguirlo.
Io so che i vostri amanti son troppo di buon occhio
mirati dal vostro Dio. Egli dopo la sua gloria altro più non desidera che la
gloria vostra, in vedervi onorata ed amata da tutti. Da voi, Signora, io spero
tutte le mie fortune. Voi mi avete da ottenere il perdono di tutti i miei
peccati, voi la perseveranza; voi mi avete da assistere nella mia morte; voi mi
avete da cacciare dal purgatorio; voi finalmente mi avete da condurre in
paradiso. Tanto sperano da voi i vostri amanti e non restano ingannati; tanto
spero ancor'io, che vi amo con tutto l'affetto e sopra ogni cosa dopo Dio.
1 «(Beata Virgo) in
regno purgatorii dominium tenet; propterea inquit: Et in fluctibus maris ambulavi. Poena siquidem purgatorii ideo
dicitur fluctus, quia transitoria
est; sed additur maris, quia nimium
est amara... Et ab iis tormentis liberat
Beata Virgo, maxime devotos suos. Et hoc est quod ait: Et in fluctibus maris ambulavi, scilicet visitans, et subveniens
necessitatibus et tormentis devotorum meorum: imo et omnium qui ibi exsistunt,
quia filii eius sunt, quum sint filii gratiae, et in gratia confirmati atque de
gloria certificati.» S. BERNARDINUS SENENSIS, Sermones pro festivitatibus SS. et Imm. V. M., sermo 3, De glorioso nomine V. M., art. 2, cap.
3. Venetiis, 1745, IV, 80, col. 2; 1591 (1601), III, 89, col. 2.
2
Eccli. XXIV, 8.
3 Vedi sopra, nota
1.
4 «Vides quantum
referat hic Virginem colere ac venerari, cum cultorum suorum in purgatoriis
fiammis exsistentium non obliviscatur; et licet omnibus opem ac refrigerium
ferat, id tamen praecipue erga suos praestat.» Aloysius NOVARINUS, Cler. Reg., Electa
sacra, II, Umbra virginea, cap.
15, excursus 86, n. 784. Venetiis, 1632, p. 333, col. 2.
5 «Sum etiam Mater
omnium qui sunt in purgatorio, quia omnes poenae quae debentur purgandis pro
peccatis suis, in qualibet hora propter preces meas quodammodo mitigantur. Ita
placet Deo, ut aliquae ex his poenis, quae debentur eis de rigore divinae
iustitiae, minuantur.» Revelationes S. BIRGITTAE, olim a Card. Turrecremata (Torquemada) recognitae, lib. 4, cap. 138.
Coloniae Agrippinae, 1628, p. 298, col. 1.
6 Profundum abyssi penetravi. Eccli. XXIV,
8. - L'applicazione di questo testo non si è trovata presso S. Bonaventura.
7
«Septima clausula est, Et vidit Deus
lucem quod esset bona. Ecce nativitas virginis Mariae... Nam bona erat
angelis...; bona hominibus...; bona peccatoribus...; bona iustis...; bona
sanctis Patribus...; bona animabus de purgatorio, quia per eam habent
suffragium; bona navigantibus...; bona laborantibus in terra...» S. VINCENTIUS
FERRERIUS, Sermones de Sanctis, sermo
2 de Nativ. B. M. V., n. 7. Coloniae
Agrippinae, 1676, pag. 469.
8
«Et Filius ait: «Tu es mater mea. Tu regina caeli. Tu mater
misericordiae. Tu consolatio eorum qui
sunt in purgatorio. Tu laetitia eorum qui peregrinantur in mundo. Tu es
Domina angelorum. Tu cum Deo excellentissima. Tu es etiam Princeps super
diabolum.» Revelationes S. BIRGITTAE,
lib. 1, cap. 16. Coloniae Agrippinae, 1628, pag. 22, col. 1.
9
«(Verba Reginae caeli). Filius
meus quantum etiam honoravit nomen meum, audi. Nomen meum est Maria, sicut
legitur in Evangelio. Hoc nomen cum Angeli audiunt, gaudent... Ille qui in
purgatorio sunt ultra modum gaudent, tamquam aeger in lecto iacens, si audierit
ab aliquibus verbum solatii, et quod ei placet in animo, quod statim exsultat.»
Id. op., lib.
1, cap. 9, pag. 11, col. 2. - DIONYSIUS CARTUSIANUS, Opera, XXXVI, Opera minora, IV,
Tornaci, 1908, De dignitate et laudibus
B. V. M., lib. 3, art. 30, pag. 146, col. 2.
10 «Virginis nomen
illarum poenarum refrigerium est; addit eadem Virgo preces, quibus, veluti
supero quodam rore, cruciatus illi magni mitigantur. Sub Spiritus Sancti umbra
Mater omnium facta Maria est, sed earum praecipue animarum quae purgatorias
sustinent flammas; et facile crediderim qualibet hora fiammas illas Mariae
precibus mitigari, leviores lenioresque reddi.» Al. NOVARINUS, Cl. Reg., Electa
Sacra, II, Umbra Virginea, cap.
15, excursus 86, n. 785. Venetiis, 1632, pag. 333, col. 2.
11
«Admirari potius oportebat daemones et pavescere quasi quaerentes inter se: Quae est quae ascendit per desertum quasi
aurora consurgens (Cant. III, 6), quae nobis est umbra mortis, et terribilis ut castrorum acies ordinata (Cant.
VI, 3)? - Non est quidem incredibile Christum fuisse (sembra che voglia dire il
Gersone: Christum fuisse qui sic exclamaret: Quae est ista...) cuius currus erat decem millibus multiplex (Ps. LXVII, 18) per Angelos ducens secum
multam ex purgatorio captivitatem, ob honorem novae coronationis ipsius quae
Regina misericordiae, et Domina gratiae, et Mater misericordiae, sub cuius
imperio sunt omnia iura regnorum, ut in
suo nomine flectatur omne genu caelestium, terrestrium et infernorum (Phil.
II, 10), quamvis aliter ad Filium benedictum, qui tamen subditus dignatus est
esse illi.» IO. GERSONIUS, Collectorium
super «Magnificat», tractatus 4 (versus finem). Opera, IV, Antverpiae, 1706, col. 287.
12
«Ferunt quippe bonae notae auctores, Virginem morituram in caelumque ituram a
Filio hoc petiisse, ut omnes animas, quae in Purgatorio detinebantur, secum ad
gloriam ducere posset, quod ipsam obtinuisse dubium non est.» Al. NOVARINUS, l. c. (nota 10), n. 786,
pag. 334, col. 1. - Aggiunge il Novarino:
«Illud hic addiderim, non ea tantum vice qua assumpta in caelum est,
animarum liberationem obtinuisse, sed quotiescumque haec eadem solemnitas
singulis vertentibus annis celebratur; adeo ut in eiusdem Virginis gratiam maximus
numerus animarum, quae purgatoriis crucitibus torquentur, ab illis poenis
liberentur.»
13 Dalle parole
riferite nella nota 11, e molto più chiaramente dal contesto, apparisce che Gersone intende parlare, non solo di
quello che succedette nell'incoronazione di Maria, ma del suo attuale e
permanente privilegio di Regina e Madre di misericordia: Regina che può, Madre
che vuole venire in aiuto dei suoi servi e figli. - Vedi, l. c., col. 285, da
quelle parole: «Vellem comparares beatitudinem Mariae, qua nunc fruitur...», col. 286, 287.
14 Vedi sopra, nota
1.
15 «Crediderim
etiam, et facile Virginis cultor suum quoque calculum adiiciet, omnibus qui in
purgatricibus illis flammis suas maculas purgarunt, Mariae meritis non solum
leviores fuisse redditas illas poenas... sed et breviores contractioresque,
adeo ut cruciatuum tempus contractum Virgini ope illis sit, quod alioquin
longius porrigi debuerat.» Al. NOVARINUS,
l. c. (nota 10), n. 787, p. 335, col. 1.
16
«Religiosus plane presbyter Ioannes rem mihi retulit ante paucos annos Romae
contigisse, quam narro. In Assumptione scilicet beatae Dei Genitricis Mariae,
cum nocturno tempore Romanus populus iuxta morem orationibus et litaniis
insisteret, et accensis luminibus diversarum regionum ecclesias perlustraret;
mulier quaedam in basilica, quae est ad honorem eiusdem beatae Virginis in
Capitulo (Capitolio vel Campitello) constituta, commatrem suam vidit, quae
scilicet ab anno fere fuerat iam defuncta. Cumque per multitudinem confluentium
ad eius attingere non potuisset alloquium, studuit eam in tali cuiusdam
angiportus articulo praestolari, ut dubium non esset quod, egressa basilicam,
ab ea declinare non posset. Hanc itaque transeuntem protinus inquisivit: «Num,
inquit, tu commater mea es, Marozia videlicet, quae dudum defuncta es?» Hoc
illi vocabulum fuerat, dum adviveret. Qua respondente: «Ipsa sum» - «Et
quomodo, inquit, tibi nunc est? - Ait: Usque hodie non levis me poena constrinxit,
quia videlicet per lasciviae petulantis illecebras cum coaetaneis me puellis in
tenera adhuc aetate foedavi; et hoc ipsum, proh dolor! oblivioni quodammodo
tradens, sacerdoti quidem confessa fui, sed iudicium non accepi. Verum hodie
Regina mundi pro nobis preces fudit, meque cum multis aliis de locis poenalibus
liberavit, tantaque multitudo per interventionem eius hodie est de tormentis
erepta, ut numerum totius Romanae plebis excedat; unde sacra eidem Dominae
nostrae gloriosae dicata passim loca visitamus, actionesque sibi gratiarum pro
tantis misericordiae beneficiis alacres exhibemus.» Cumque super hoc commater
illius ambigeret, nec fidem facile sermonibus adhiberet, subiunxit: «Ut
experiaris, inquit, pro certo verum esse quod loquor, scias te transacto hoc
anno, in hac eadem festivitate procul dubio morituram. Quod
si, quod fieri non potest, ulterius vixeris, me protulisse mendacium liquido
comprobabis.» Et his dictis, ab oculis
eius evanuit. Mox illa cilicium induit, et de obitu suo sollicita, quae audierat,
vivere cautius coepit. Quid plura? Peracto fere anno, pridianis coepit
aegrotare vigiliis, in ipso vero festivitatis die vitam, sicut ei demonstratum
fuerat, terminavit.» S. PETRUS DAMIANUS, Opusculum 34, pars 2, Disputatio de variis apparitionibus et
miraculis, cap. 3. ML 145-586, 587. Opera, Romae, 1606, I, Epistolorum
lib. 3, epistola 10, pag. 164, 165.
17 «Duo socii erant
se invicem valde amantes. Quorum unus circa festum Omnium Sanctorum defunctus
est. Alius vero continuis fletibus se affligens, nihil pro defuncto oravit. Cui
post festum Nativitatis Christi defunctus apparuit, dicens: «Nihil mihi
profecisti solum plorando.» Et quasi improperans ei fletum: «Ecce, inquit,
beatissima Virgo Maria, singulis annis in festo Nativitatis Christi ad
purgatorii loca cum multitudine angelorum descendit, et multas inde animas
eripit, quoniam in nocte solemnitatis illius Christum Regem gloriae peperit.
Quumque in proxima Nativitatis Christi solemnitate descenderet, et multas
eriperet animas, sperabam quod precibus tuis fuisset me etiam eductura, sed non
fecit. Verum quoniam proxima nocte dominicae Resurrectionis solet descendere ad
purgatorium pro eductione animarum, eo quod Christus nocte illa sanctos de
limbo eduxit, rogo ne cesses pro me cum lacrimis exorare, ut me illa nocte
dignetur eripere. Et in hoc scies te
exauditum, si tibi ultra non apparuero.» Et quia defunctus ille ad
viventem non rediit, creditur per Virginem gloriosam nocte illa ereptus. Ex hoc
quoque exemplo docentur fideles pro amicis suis defunctis magis orare quam
fiere, nisi pro illorum liberatione fleant orando.» D. DIONYSIUS CARTUSIANUS, In solemnitate Assuimptionis B. V. M., sermo
secundus. Opera, XXXII, Tornaci,
1906, pag. 320, col. 2; Coloniae, II, 1523, p. 279, col. 1.
18 «Facile autem
crediderim in Virginis honorem gaudilique cumulum, in quocumque Virginis
solemni festo plures animas ab illis poenis exui.» Al. NOVARINUS, l. c. (nota 10), n. 786, pag. 334, col. 2.
19 CRASSET, S. I., La vera divozione verso Maria Vergine, trattato
6, pratica 4. Venezia, 1762, II, p. 633 e seg. - Sulle autorità qui allegate,
vedi Appendice, 10.
20 «Beatissima
Virgo... filios in scapularis societatem relatos, qui abstinentiam modicam
precesque paucas eis praescriptas frequentarunt, ac pro sui status ratione
castitatem coluerunt, materno plane affectu, dum igne purgatorii expiantur,
solari, ac in caelestem patriam obtentu suo quantocius pie creditur efferre.»
BREVIARIUM ROMANUM, In Commemoratione B.
M. V. de Monte Carmelo, lectio 6.
21 Menologium Cisterciense, XIV Cal.
aprilis (19 martii): «Villarii in Brabantia, beatus Abundus monachus, quem ab ipsa puerita optimi mores, acumen
ingenii, et columbina simplicitas, gratum omnibus et venerandum reddiderunt:
qui saepe in ecstasim raptus, caelitum Ordines, Angelorum Regem eiusque
gloriosam Genitricem non modo vidit, sed et eorum familiari colloquio usus
est...» - Chrys. HENRIQUEZ, Menologium Cisterciense notationibus
illustratum, l. c., nota h), Antverpiae,
1630, pag. 88, col. 2:«Vix credo aliquem alium in hac misera lacrimarum valle
constitutum, similibus favoribus a B. Virgine fuisse nobilitatum.»
22 Menologio Cisterciense, VI nonas
octobris (2 octobris): «Villarii, beatus Godefridus
Pachomius, ibidem monachus, multis et praeclaris prodigiis illustris, qui
in illa solitudine vitam sanctissimam instituens, humilitatis et pietatis
operibus se dedit, et meritis ac diebus plenis obdormivit in Domino.» - Chrys. HENRIQUEZ, Menologium..., l. c., nota l),
pag. 334, col. 1: «In libro de Gestis
virorum illustrium solitudinis Villariensis haec habentur: «Postquam
(Godefridus, antea Ordinis S. Augustini Canonicus, Ordini Cisterciensi) se tradidit
Villarii, vixit ibidem quadraginta septem annis, in maxima austeritate...
Quodam tempore audivit vocem dicentem: «Dormi, anima, et requiesce: ecce
appropinquat regnum caelorum.» Eodem tempore videbatur alteri monacho, quod
beata Virgo cum monachis Capitulum tenebat, et consurgens ibat ad amplexandum
Godefridum. Huic aliquando dixit beatus Abundus: «Beatus es, Frater Godefride,
et bene tibi erit, quia mihi iterum praeceptum aliquam tibi dicere, quae laetis
auribus audire debes. Recordare quod olim, cum esses iunior, gloriosa Virgo
Maria per me tibi nuntiabat dicens: «Frater Abunde, dic Fratri Godefrido ut
proficiat de virtute in virtutem: sic erit Filii mei et meus monachus. Et cum
migraverit anima eius a corpore, non dimittam eam venire in purgatorium, sed
suscipiam eam, et offeram Filio meo.» - IDEM, l. c., nota p), pag. 334, col. 2: «In Additionibus
ad Chronicon VIllariense haec
habentur: «Multis sanctis hominibus ac feminis Reclusis, tam his qui prope quam
qui procul erant, pulchris exemplis ostensum est, quod Godefridus obitus sui
diem praesciret, et quod beata Maria, cum B. Ioanne Evangelista, et cum undecim
millibus Virginum, in discessu eius foret, et quod animam cum multa exsutatione
perducerent ad aeternam vitam sine purgatorii poena.»
23 Io. Eus. NIEREMBERG, S. I., Trophaea Mariana, seu de victrice
misericordia Deiparae patrocinantis hominibus, libri sex: lib. 4, cap. 29. Antverpiae, 1658, pag. 178, 179. - MARRACCIUS Hippolytus, Cong. Cler. Reg. Matris
Dei, Familia Mariana, VII, Fundatores Mariani, cap. 18, De S. Dominico: Migne-Bourassé, Summa Aurea, XI, col. 466. -
Alcuni autori riferiscono questo racconto, aggiungendovi un particolare: cioè
che S. Domenico abbia fatto risalire dal pozzo, dopo la testa, anche il corpo
di Alessandra, e che la testa si sia riadattata al corpo: ciò manifestamente
per ovviare all'inconveniente della comunione fatta da chi abbia la sola testa,
mentre l'atto del mangiare non si compie nella bocca. Ma ciò è assolutamente
contrario al racconto originale, il quale è del B. ALANUS REDIVIVUS RUPENSIS, De ortu atque progressu Psalterii Christi et
Mariae, pars 5, cap. 62 (in altre
edizioni: pars 5, II, Exempla devoti
sexus feminei, exemplum 4), Venetiis, 1565, pag. 443 et seq. - Vi sono
altri fatti simili - accertati da testimoni degni di fede - di morti
risuscitati o di persone conservate in vita contro le leggi naturali, per
intercessione di Maria SS. Notano i
Padri Dujardin e Pladys (Les Gloires de
Marie, traduction française) che il P. Gio.
Batt. Van Ketwig, O. P.,
nella sua, - «haud spernenda», dice Hurter
- Panoplia Mariana, Antverpiae, 1720, sect. 3, par. 3, princ. 2, prop. 2,
abbia sciolto le difficoltà mosse dagli «antidicomarianitae» contro il detto
miracolo. Le obbiezioni teologiche
contro la possibilità di simili miracoli e la convenienza di siffatti
disposizioni della Provvidenza in favore di alcune anime, le troviamo anche noi
infondate, con S. Alfonso e collo stesso S. Tommaso. Si veda, in fine di questo
volume, l'Appendice, 9. La dottrina del B. Alano non è per niente
sospetta. Non mancano però fondamenti per mettere in dubbio l'esattezza storica di alcuni suoi racconti, quando
mancano altre testimonianze. Resta pur cosa certa e non trascurabile ch'egli
abbia avuto una missione speciale, e che abbia contribuito, in modo assai
efficace, a rinvigorire la devozione cotanto salutare, e veramente cattolica, al SS. Rosario.
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