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S. Alfonso Maria de Liguori
Glorie di Maria

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Orazione di S. Bernardo.2

Alziamo i nostri occhi a voi, o regina del mondo. Noi dobbiamo comparire innanzi al nostro giudice dopo tanti peccati; chi lo placherà? Non v'è chi possa farlo meglio di voi, o santa


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Signora, che tanto l'amaste e ne siete stata così teneramente amata. Aprite dunque, o Madre di misericordia, le orecchie del vostro cuore a' sospiri nostri ed alle nostre preghiere. Noi fuggiamo sotto la vostra protezione; placate lo sdegno del vostro Figlio, e rimetteteci nella sua grazia. Voi non abborrite il peccatore, per quanto puzzolente ei sia: voi non lo disprezzate, se a voi sospira e dimanda pentito la vostra intercessione: voi colla vostra pietosa mano lo liberate dalla disperazione: voi l'animate a sperare e lo confortate e non l'abbandonate, sinché l'abbiate riconciliato col suo giudice.

Voi siete quell'unica donna, in cui il Salvatore ha trovato il Suo riposo, ed ha riposti senza misura tutti i suoi tesori. Tutto il mondo perciò, o mia santa Signora, onora il vostro casto seno, come tempio di Dio, nel quale s'è dato principio alla salute del mondo. Ivi s'è fatta la riconciliazione tra Dio e l'uomo.


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Voi siete l'orto chiuso, o gran Madre di Dio, in cui la mano del peccatore non è mai entrata per coglierne il fiore. Voi siete il bel giardino in cui Dio ha posti tutti i fiori che ornano la Chiesa, e fra gli altri la viola della vostra umiltà, il giglio di vostra purità e la rosa di vostra carità. A chi vi metteremo in paragone, o Madre di grazia e di bellezza? Voi siete il paradiso di Dio. Da voi è uscita la fonte d'acqua viva, che irriga tutta la terra. Oh quanti benefici avete fatti al mondo col meritare d'essere un acquedottosalutevole!

Di voi si parla quando si dice: Chi è colei che sorge come l'aurora, bella come la luna, eletta come il sole? Siete dunque venuta al mondo, o Maria, come risplendente aurora, prevenendo colla luce della vostra santità la venuta del sole di giustizia. Il giorno in cui siete comparsa nel mondo, ben può dirsi giorno di salute, giorno di grazia. Siete bella come la luna: perché siccome non v'è pianeta più simile al sole, così non v'è creatura di voi più simile a Dio. La luna illumina la notte col lume che riceve dal sole, e voi illuminate le nostre tenebre collo splendore di vostre virtù; ma voi siete più bella della luna, perché in voi non si trovamacchiaombra. Voi siete eletta come il sole: intendo di quel Sole che ha creato il sole: egli è stato eletto fra tutti gli uomini e voi eletta fra tutte le donne. O dolce, o grande, o del tutto amabile Maria, non può pronunziarsi il vostro nome da un cuore, senza che voi l'accendiate del vostro amore; né possono quelli che v'amano pensare a voi, senza sentirsi confortare a più amarvi.

O santa Signora, aiutate la nostra debolezza. E chi è più atto a parlare al nostro Signore Gesù Cristo che voi, che godete sì da vicino la sua dolcissima conversazione? Parlate, parlate, o Signora, perché il vostro Figlio vi ascolta, ed otterrete quanto da voi gli sarà dimandato.




2 «... Oculos... ad te, Regina mundi, attollimus... Ecce coram tremendo Iudice peccatores assistimus, cuius manus... gladium irae suae vibrat super nos. Et quis avertet eam? Nemo, Domina, tam idoneus... ut tu Dei amantissima, per quam primum in terris suscepimus misericordiam de manu Domini Dei nostri. Aperi itaque tu, Mater misericordiae, benignissimi cordis tui ianuam suspiriosis precatibus filiorum Adam... Ad tuae protectionis umbraculum confugimus... Te... obsecramus, ut Filii... iram... erga nos mitiges, eiusque gratiam… nobis tua conciliet... Tu peccatorem, quantumlibet fetidum, non horres, non despicis, si ad te suspiraverit, tuumque interventum poenitenti corde flagitaverit: tu illum a desperationis barathro pia manu retrahis, spei medicamen aspiras; foves, nec deseris, quousque (horrendo) Iudici (miserum) reconcilies...

Haec est unica illa Salvatoris femina, in qua sola (quaesitam in omnibus) requiem invenit, atque in eius sinum omnes thesauros suos absque mensura transfudit... Iam vero uterum tuum, Domina, velut sacratissimum Dei vivi templum totus mundus veneratur, quia in eo salus mundi initiata est... Ibi ruptus est paries inimicitiarum... ibi confederata sunt terrenis caelestia... Hortus conclusus tu es, Dei Genitrix, ad quem deflorandum manus peccatoris numquam introivit. Tu sanctorum areola aromatum a caelesti consita pigmentario, virtutum omnium speciosis floribus delectabiliter vernas: inter quorum pulcherrimos trium in te miramur excellentiam. Hi sunt quorum odore suavissimo totam domum Domini reples, o Maria, viola humilitatis, lilium castitatis, rosa caritatis... Et cui te assimilabimus, Mater pulchritudinis? Vere paradisus Dei tu es... Fons vitae... de medio ventris tui exsilivit, atque... ad irrigandam faciem arentis mundi emanavit... O quanta mundo contulisti, quae tam salubris aquaeductus esse meruisti!

Te nimirum (divini epithalamii praecentor a longe) intuitus est, cum (in admirationis voce) ita prorupit: Quae est ista quae progreditur quasi aurora consurgens, pulchra ut luna, electa ut sol... (Cant. VI, 9). Sicut aurora valde rutilans in mundo progressa es, o Maria, quando veri solis splendorem tantae sanctitatis iubare praecucurristi, ut vere diem salutis, diem propitiationis... a tua claritate initiari dignum fuerit... Tu pulchra ut luna... Illa enim omnium astrorum sola soli simillima... tu vero (al. veri) solis imago expressissima... Illa... Transfuso in se solari lumine noctem nostram illuminat: tu virtutum tibi a Deo inditarum magnificis exemplis (ad imitationem tui nos provocas, sicque) noctem nostram illuminas... Imo et pulchrior (es) luna, quia tota pulchra es, et macula non est in te, neque vicissitudinis obumbratio. Tu electa es ut sol: ille, inquam, Sol solis conditor. Ille enim electus est ex millibus virorum: tu electa ex millibus feminarum... O magna, o pia, o multum amabilis Maria! tu nec nominari quidem potes, quin accendas; nec cogitari, quin recrees affectus diligentium te...

O Domina,... adiuva imbecillitatem nostram... Et quis tam idoneus, ut loquatur ad Cor Domini nostri Iesu Christi, ut tu, felix Maria, quae... eius familiarissimo colloqui cum plena cordis laetitia perfrueris? Loquere, Domina, quia audit Filius tuus; et quaecumque petieris, impetrabis.» Ad Beatam Virginem Mariam Sermo panegyricus (al. Deprecatio et laus elegantissima), ML 184, col. 1009-1014. Inter Opera S. Bernardi. L'autore, secondo la testimonianza di Riccardo di San Lorenzo, è ECBERTO, (+ 1160 incirca), Abate di Schoenauge, nella diocesi di Treviri. Uomo piissimo; scrisse la Vita della propria sorella, S. Elisabetta, monaca di Schoenauge, amica di S. Ildegarde, e anch'essa celebre per le sue rivelazioni. - Vedi Appendice, 3, B.






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